MAURIZIO CUCCHI
Uno dei fatti di cronaca più atroci del dopoguerra fu la strage compiuta a Milano, in via San Gregorio, da Caterina (detta Rina) Fort, che allora divenne nota come la «Belva». Il delitto è ancora ben presente nella memoria degli anziani, e io stesso, che ero all’epoca - fine 1946 - un bambino piccolissimo che abitava in zona, ne avevo spesso sentito parlare in seguito. Fu un delitto passionale. Rina Fort era una commessa di 31 anni che uccise a sprangate la moglie e i tre figli bambini del suo amante, il commerciante di stoffe Giuseppe Ricciardi. Di questo fatto tremendo si occupa, in un romanzo di qualità insolita, un nostro scrittore raffinato e molto estroso, e ancora meno noto di quanto meriterebbe: Vittorio Orsenigo, che intitola il libro Rina ne uccide quattro (Aliberti, pp. 256, € 17), e che lo conduce a partire dal manicomio giudiziario di Perugia, dove si trova la Rina, che ricorda, che parla: «Non sono più giovane, sono grassa, ormai, e lo specchio mi prende a pezzetti. Quando penso al Ricciardi non dico più “il porco”. Sarà stato un porco, ora non saprei dire e non saprei dire perché non mi interessa».
Il fatto di sangue fu dunque spaventoso, e scosse sensibilità e coscienze, ma la bravura di Orsenigo sta nella compostezza e nel sobrio controllo del sentimento e della scrittura. Sia chiaro, niente a che vedere con un romanzo di genere. La materia è da noir, ma l’opera del nostro scrittore vuole entrare nella contemporanea presenza di normalità e mistero del male nel cuore e nei gesti orrendi di una donna. Ne perlustra la psicologia, gli intrichi e i lati bui, ma anche l’apparente, banale semplicità: «Sino a quel giorno io, Caterina, ho ammazzato solo polli, conigli, piccioni». Non approfitta minimamente dell’orrore sanguinario dei delitti. Ne dà conto per dovere di cronaca, ma si astiene da ogni eccesso, compie semmai quasi sempre un passo indietro. Per buon gusto, per onestà degli intenti e dello stile.
Va anche ricordato che Orsenigo - scrittore di molte opere, nato nel 1926 - è autore fin qui apprezzato soprattutto per l’estro vivace della sua scrittura, per la viva umoralità delle libere divagazioni che caratterizzano i suoi percorsi sinuosi e fantasiosi. Qui, molto opportunamente, esibisce un impeccabile equilibrio, in virtù di una tensione morale che gli impone misura e rigore. Dunque, niente noir, niente pulp, ma un romanzo di acuta intelligenza ed energica scrittura su un’umana tragedia del male.
Autore: Vittorio Orsenigo
Titolo: Rina ne uccide quattro
Edizioni: Aliberti
Pagine: 256
Prezzo: euro 17.00