Officina della poesia "Nicola Imbraguglio" Laboratorio poetico

Flamen Furinalis

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    raelmax
    Sesso: Maschile
    00 10/11/2006 15:13
    E altro disse, ma non l'ho a mente;
    però che l'occhio m'avea tutto tratto
    ver' l'alta torre a la cima rovente,

    dove in un punto furon dritte ratto
    tre furïe infernal di sangue tinte,
    che membra feminine avieno e atto,

    e con idre verdissime eran cinte;
    serpentelli e ceraste avien per crine,
    onde le fiere tempie erano avvinte.


    Divina Commedia, Inferno, Canto IX, 34-42




    "Allora? Cosa vedi?"
    Il vecchio strinse l'avambraccio col quale il ragazzo gli offriva un sostegno. Si erano incontrati per caso nella penultima sala della galleria d'arte moderna, quel giorno semivuota. Al giovane restavano pochi dipinti da esaminare, poi si sarebbe diretto verso casa. Dopo pranzo avrebbe iniziato la sua ricerca scolastica che, tra i libri, l'enciclopedia ed Internet non gli avrebbe preso più di un paio d'ore. Quell'uomo s'era avvicinato con lentezza, poggiando leggermente il bastone bianco per terra. Michele non era certo che si trattasse di un cieco, poiché non portava occhiali scuri, non indirizzava verso l'alto lo sguardo perduto nel vuoto di chissà quali memorie e non sembrava chiedere ne abbisognare dell'aiuto di nessuno. Solo il bastone bianco, e questa sua curiosità di sapere da lui cosa riuscisse a vedere, lo facevano dubitare. Comunque rispose.
    "Vedo una donna, distesa su un fianco. E' nuda. Giace per terra. Sembra stia dormendo."
    "E dove si trova?" gli chiese il vecchio.
    "In un bosco, direi, a giudicare dalle querce che circondano la radura. Accanto a lei, un teschio e... più distante, i resti di un fuoco. C'è anche la riva di un lago, che fa capolino dalla sinistra del quadro... sarà a una decina di metri da lei... La donna sta sulla destra."
    "Bene. E' proprio così. Adesso dimmi... che cosa si vede, oltre il bosco?"
    Il ragazzo notò che un'altra persona, intanto, era entrata nella sala. Era una donna sulla quarantina, molto alta, capelli castani raccolti da un grosso pettine bianco a forma di pesce, coperta per metà del busto da uno scialle rosso, sotto cui indossava un maglione di lana arancione a collo alto, una gonna di camoscio ed un paio di stivali in cuoio, coi quali camminava con eleganza, fermandosi davanti ad ogni opera. Avvicinava il viso alla tela, si toglieva gli occhiali, li rimetteva, cercava qualcosa tra le pagine della guida che teneva fra le mani e dopo un po' si allontanava, osservava il quadro da una distanza di cinque o sei metri, si guardava un po' in giro, come se dovesse valutare l'opportunità di trovargli una nuova collocazione, infine passava al dipinto successivo.
    "Allora? Che cosa vedi, oltre il bosco, ragazzo?"
    "Un attimo, signore... mi ero distratto. Che cosa vedo? Mi pare... che tra le montagne sullo sfondo e l'inizio della foresta vi sia una città... ne vedo le mura merlate, il ponte levatoio, una costruzione imponente che potrebbe essere un castello e che sovrasta una miriade di piccole case... e poi vi è una strana... altissima torre, con delle luci... come dei fuochi, in cima, sulla via che dal ponte conduce al bosco. Da questa torre, se vede, gettano qualcosa..."
    "Naturalmente. Solo... osserva meglio. Vedrai che non si tratta di qualcosa... piuttosto, di qualcuno."
    La donna, che si era intanto avvicinata a loro, chiuse la guida e si mise alle spalle di Michele ad osservare il dipinto. Lui riusciva a sentirne il profumo. Era molto buono, sapeva di frutta esotica. Vagamente eccitato riportò l'attenzione a ciò che veniva lanciato dalla torre.
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    dueanime
    Sesso: Femminile
    00 13/11/2006 20:51



    “Non so”, disse Michele “potrebbe in effetti essere qualcuno, magari piegato in avanti. Un uomo?” azzardò.
    “Oreste” disse la voce della donna dietro di lui.
    Michele e il vecchio si voltarono, la donna abbozzò un sorriso.
    “Scusate se mi intrometto”, proseguì la donna sistemando impercettibilmente gli occhiali “ma la mia guida dice che si tratta di Oreste”.
    Michele arrossì, il vecchio aumentò leggermente la pressione sul suo braccio.
    “Ragazzo” disse “non c’è vergogna nell’ignoranza, finché la curiosità è viva”.
    Michele concluse che il vecchio ci vedeva fin troppo bene e rispose “So chi è Oreste, l’uccisione di sua madre e via dicendo, ma allora cosa ci fa questo quadro in una galleria d’arte moderna?”
    “Non è forse moderna, la vendetta?” rispose la donna tra sé e sé.
    Il silenzio della sala sembrò amplificare le sue parole.
    Un lembo dello scialle le scivolò lungo il braccio, il vecchio passò il bastone nell’altra mano e con quella libera prese lo scialle e lo riaggiustò con delicatezza sulle spalle della donna.
    Michele pensò che quel gesto somigliava ad una carezza.
    “Ma certo” disse il vecchio, e tutti e tre riemersero come da un sogno.
    “Il nostro giovane amico” continuò “non può sapere troppe cose, sulla vendetta. Però sulla bellezza sì, non è vero?”
    Michele arrossì di nuovo.
    La donna piegò la testa di lato e disse “E’ vero, è proprio un bel quadro”.


    "Non mi fido molto delle statistiche, perché un uomo con la testa nel forno acceso e i piedi nel congelatore statisticamente ha una temperatura media". (Charles Bukowski)
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    lemieparole
    Sesso: Maschile
    00 15/11/2006 08:47
    Poi indietreggiò di qualche passo, gli occhi restarono sul quadro. Il vecchio e il ragazzo come scossi da un richiamo fecero lo stesso.
    Lo sguardo di Michele andava nervosamente dal teschio al fuoco. La donna, invece, parve mantenere la sua attenzione sulla torre o comunque verso quella parte del dipinto. Soltanto il vecchio sembrò guardare oltre, da un altro angolo, quasi facesse parte del quadro egli stesso. Fu il primo a parlare.
    -Oreste, dice?- Pronunciò queste parole rivolto alla donna.
    -Ne è proprio sicura? Lei non ha l'aria di una che crede a tutto quello che dicono le guide.-
    La donna sorrise sembrò volesse aggiungere qualcosa, ma il vecchio proseguì.
    -Certo la vendetta è una verosimile chiave di lettura ma, credetemi, non è la sola.-
    La donna e Michele lo guardavano affascinati e, in un certo senso, intimoriti.
    Lei si strinse nello scialle come percorsa da un brivido e il ragazzo affondò ancora di più le mani nelle tasche dei jeans e mosse un passo verso di lei.
    -E quale sarebbe quest'altra spiegazione trascurata dalla guida?- disse la donna.
    Il vecchio abbozzò un sorriso
    -Ad esempio, ma badate è solo un esempio, la sospensione fra la vita e la morte. O, peggio ancora, la demarcazione fra la vita sulla terra e la discesa all'inferno. Questo quadro è una linea di confine.-
    Detto questo ruotò il bastone, assecondando forse un vezzo, e si diresse verso l'uscita.
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    pierrot--
    Sesso: Femminile
    00 16/11/2006 14:59
    lo videro sulla soglia, esattamente dove finiva l’ombra della sala e iniziava la luce del giorno. Immobile, sembrava ascoltare l’aria intorno, farla vibrare, per assorbirla, toccarla, restituirla intatta ma compresa.
    - Sei qui per studio? Disse lei
    - Si, per una ricerca - Rispose Michele nuotando nell’imbarazzo.
    - Cosa sceglierai? La bellezza di Elena e la vendetta di Oreste o un significato più inquieto e profondo. -
    - Sono confuso, l’amore nell’arte è sempre una tragedia e rende fragili o cattivi. Mentre penso che la realtà non sia così, anzi, spero il contrario. -
    La donna chiuse gli occhi per un attimo, si strinse nelle spalle, lievemente, poi lo guardò senza esitare.
    – Forse, quando non è nel giusto posto chiarisce il nostro stare tra la vita e la morte e diventa una caduta infernale. E’ il suo destino. Ti va di parlarne davanti ad un caffè? Potremmo invitare anche quel signore, se vuoi, che ne pensi? Credo di aver aumentato la tua confusione. –
    Michele non riusciva a toglierle gli occhi di dosso. – Si, no, naturalmente. -
    Il vecchio sentiva dietro di sé, sempre più vicino, un profumo di fiori, e vedeva parole, gesti, di mille colori diversi.

    [Modificato da pierrot-- 16/11/2006 16.56]

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    raelmax
    Sesso: Maschile
    00 16/11/2006 17:38
    - Aspetti un attimo ancora, le va? - chiese la donna al vecchio, - Vorrei capire. Anch'io ritengo questo quadro fuoriluogo, ma tanto qui quanto negli altri spazi in cui in passato è stato esposto, lo sento... "fuori" dal tempo, da sempre. Ha detto bene, lei... sul confine.

    A pochi passi dalla porta, come fiaccato all'improvviso da un infarto, gli occhi puntati sulla punta delle scarpe, le suole un poco strascicanti sul parquet, con gravità e stanchezza, senza fiato, il vecchio la guardava. Piegati il busto e la testa di lato, senza mostrarle il volto, in ombra sotto la tesa del cappello, parlò con una voce che pareva non arrivare più da lui ma da qualcuno o da "qualcosa dietro al quadro del presente" pensò Michele...

    - Prima del tempo - disse, - ero un Dio. Ero del cielo il cielo stellato, e dell'amata mia madre lo sposo. Con il mio pianto fertile la resi, non solamente di Titani e di Ciclopi, e Centimani ma dei frutti che voi siete. Falciato insieme al grano, sul mio sangue crebbi il più ardito ed affamato dei miei figli. Ma pure lui non ebbe pace, il primo a vendicarsi di suo padre, dal suo cavo... cavò sventura e morte, e distruzione! -

    A quelle tre parole il vecchio prese a tremare orribilmente, ma né il ragazzo né la donna parevano in grado più di distinguere la voce interna al dipinto da quanto stava intorno a loro accadendo.

    - Oreste! Oreste solo in Apollo... e in Afrodite sarai tu compiuto: uccidi il padre, e la madre, siano loro! Siano le Erinni a cadere, non tu! -

    Con ciò il bastone sfuggì alla stretta della mano, quindi il suo corpo si tese all'indietro, lanciò nel vuoto della sala un mugolio, come se stesse per piangere, e cadde.

    [Modificato da raelmax 16/11/2006 17.41]

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    lemieparole
    Sesso: Maschile
    00 17/11/2006 11:50
    Anna Sastri era la direttrice della Galleria d'arte da trentanni . Benché non fosse la proprietaria, la sentiva sua più di qualsiasi altra cosa. Ne aveva curato la progettazione, scelto gli arredi, assunto e sostituito il personale di volta in volta. Soprattutto era lei che curava tutte le mostre. Sceglieva cosa esporre e quando. Chi fossero gli artisti più adatti ad assecondare il percorso che lei aveva in mente. Non aveva mai dato troppa importanza alla fama dei pittori, lei sceglieva i quadri. Cercava di capirne la storia, le sfumature che stavano dietro la creazione dei dipinti prima ancora di quelle dei colori.
    Il motivo per cui aveva deciso di esporre "Confine apparente" era dovuto al fatto che ancora adesso dopo anni di studi non l'aveva compreso del tutto. L'affascinava tutto di quel quadro. L'alternarsi del chiaroscuro ai colori vivi, il meraviglioso senso della prospettiva, la cura nella disposizione dei personaggi, dei simboli. Più di tutto, però, era stregata dalla multistraticità del quadro, come se fossero più livelli sovrapposti, più tormenti e idee fuse in una sola tela.
    Riemerse dai suoi pensieri e guardò le due persone sedute sul divano del suo studio. La donna e il ragazzo, pensò, erano veramente male assortiti. Lei emanava uno strano fascino ad ogni gesto, sguardo o esitazione. Era incantevole. Il ragazzo, a prima vista, sembrava un ventenne come tanti. Jeans, scarpe da tennis e capelli assurdi. Lo sguardo, no, aveva una bella luce negli occhi.
    -Non preoccupatevi per Guido, si riprenderà presto-
    I suoi occhi si spostarono all'altro divano dove avevano fatto distendere il vecchio, che adesso pareva dormire.
    -Lo conosco da quando eravamo ragazzi, ogni tanto gli vengono questi attacchi, deliri, come dice chi non lo conosce. Credetemi è meno strano di quello che sembra.-


    [Modificato da lemieparole 17/11/2006 11.54]

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    pierrot--
    Sesso: Femminile
    00 17/11/2006 18:17
    Michele non ascoltava, aveva nello sguardo la caduta e le parole del vecchio. Echi tra le pareti grigie e asettiche della sala. Si era sentito soffocare e aveva seguito la direzione dei fari tesi ad illuminare un punto preciso, solo uno. Il quadro. Parte di vita legata ad altre vite ,ed ora, solo, per farsi raggiungere dal bianco e spiegarsi in esso. Il ragazzo ricordava anche la freddezza di quella donna insolita che aveva accanto. Imponente, fasciata nel suo scialle, lei non si era mossa nella confusione, ma aveva perso quello strano fermaglio che le tratteneva i capelli. Sulle sue spalle, sciolti, erano strade. Infinite strade mosse nelle onde del rosso, del castano fino al nero più fondo, e pronte a risalire nel biondo dell’oro.

    [Modificato da pierrot-- 17/11/2006 18.31]

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    dueanime
    Sesso: Femminile
    00 18/11/2006 11:11



    - ….e qualcuno lo prese per pazzo – diceva la direttrice della galleria.
    Michele si riscosse, guardando in direzione del vecchio.
    - Finché non mi decisi ad intervenire – continuò la donna - Guido è sempre stato un uomo schivo, non avrebbe mai chiesto il mio aiuto, né quello di chiunque altro. Per sua fortuna, ebbe il secondo attacco proprio qui in galleria, e lo feci vedere ad un mio amico psichiatra. Avete mai sentito parlare della sindrome di Stendhal? -
    Michele fece di no con la testa, la donna con lo scialle, invece, annuì gravemente.
    -La sindrome di Stendhal – proseguì Anna Sastri – colpisce persone particolarmente sensibili di fronte ad opere d’arte che per qualche motivo evocano in loro qualcosa di molto privato e doloroso. E si manifesta così, tachicardia, capogiri, allucinazioni, a volte.-
    - Parlava di uccidere il padre e la madre – disse Michele con un filo di voce.
    Le due donne rimasero in silenzio.
    - La vendetta – disse Michele guardandosi le mani – ma allora lei aveva ragione! – disse ancora rivolgendosi alla donna con lo scialle.
    Lei si alzò e si diresse verso la finestra. Le luci della sera addolcivano la piazza sottostante.
    - Tutti abbiamo qualcuno o qualcosa di cui vendicarci – disse.
    Poi si portò distrattamente una mano sui capelli e sussultò –Il mio fermaglio! –
    In quella il vecchio emise un gemito ed Anna Sastri corse da lui.


    "Non mi fido molto delle statistiche, perché un uomo con la testa nel forno acceso e i piedi nel congelatore statisticamente ha una temperatura media". (Charles Bukowski)
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    raelmax
    Sesso: Maschile
    00 30/11/2006 09:21
    Michele notò che il pettine d'osso che la donna teneva sulla nuca non era più al suo posto, probabilmente caduto a terra nel trambusto seguito al collasso del vecchio. Con un brivido s'accorse che in quel punto, tra le poche ciocche scoperte, stranamente ancora composte, era un curioso rigonfiamento, forse una cisti, che la donna tentava di nascondere con le dita della mano destra, mentre con passo veloce si dirigeva, di stanza in stanza, verso la grande sala del dipinto.

    La Sastri guardò Michele senza parlare, dritto negli occhi. A lui sembrò che stesse per dirgli o chiedergli, o comandargli qualcosa. Ebbe una strana sensazione, come di poche esatte parole sussurrategli in un orecchio da indicibili lontananze, poi l'inquietante imperativo, diretto al suo giovane cuore, che in quel momento pareva stesse per tradirlo: di non lasciare andare sola la signora con lo scialle, che nella sala sarebbe accaduto qualcosa... di spaventoso? Oppure di restare, lui accanto a Guido, che alla signora avrebbe pensato Anna... Non era chiaro, così in risposta al suo nolente limitarsi ad osservarla ottenne uno stizzito, nervoso movimento del capo, di quelli che invitano a darsi da fare, mettersi dietro alla preda, muoversi!

    E così fece, Michele: la seguì. Prima chiamandola piano - Signora! - poi con più foga - Signora, aspetti! - quando, a distanza da lei di una stanza, capì che magari era il caso di correre, che di sicuro altrimenti la perdeva. La vide andare in direzione del disimpegno antistante la sala, poi all'improvviso su, per quella rampa elicoidale di scale in marmo nero che ora vedeva aprirsi sulla destra del corridoio, un po' rientrata, in penombra. Avrebbe giurato che prima non c'era, pensò poggiando con cautela il piede sul terzo di quei sottili gradini, lucidi come specchi, che immaginò sospesi nel buio. Pochi di quelli e lo raggiunse un senso d'insostenibile vertigine, mai provato, a cui s'accompagnava però una stordente, smisurata eccitazione: si percepiva, adesso che inseguiva quella donna, con inaudita intensità l'inebriante fragranza del suo profumo... che non sapeva dire né quando né cosa gli ricordasse della sua infanzia, seppure con estrema precisione.
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    lemieparole
    Sesso: Maschile
    00 27/07/2007 15:17
    eppure questo, massimo e barbara, e chi vuole....dovremmo trovare il modo di continuarlo.....
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    LadyOrx
    Sesso: Femminile
    00 21/08/2007 16:10
    Questo racconto è molto coinvolgente ed anche secondo me vale la pena proseguirlo...


    Più saliva quei gradini, più l'oscurità ed il profumo si facevano intensi, ma la preoccupazione per la sorte di quella donna si era ormai sostituita quasi del tutto al senso di vertigine e di turbamento.
    Le scale terminavano in una piccola stanza che faceva da ingresso agli uffici della galleria. Michele intravide subito il rosso vivace dello scialle attraverso l'opaco vetro di una porta e comprese che la donna si era rifugiata nell'ampia terrazza che si apriva oltre la vetrata.
    Spinse con forza la porta dai cardini rigidi ed uscì all'aperto. L'aria frizzante lo risvegliò dal disorientamento di cui era caduto vittima salendo quegli insoliti gradini e scorse la donna appoggiata al parapetto con la testa tra le mani e lo sguardo perduto verso l'orizzonte. Lo scialle giaceva a terra, dimenticato, come una macchia di colore su di una tela grigia, ed il ragazzo lo raccolse dirigendosi verso la donna.
    - Signora, si sente bene? - Chiese appoggiandole dolcemente la mano sulla spalla.
    Lei si volse di scatto. Forse non lo aveva sentito avvicinarsi. Gli occhi colmi di lacrime ed i lunghi capelli castani spettinati e mossi dal vento, le donavano un'aria meno sofisticata ma ugualmente gradevole, quasi infantile. E fu proprio con una sorta di goffa spontaneità che lo implorò di cercare il fermaglio che le era precedentemente caduto.
    Era come se la mancanza di quell'oggetto, che l'aveva resa così elegante e raffinata fino a pochi attimi prima, avesse causato quell'evidente cambiamento nel suo atteggiamento.
    - Sì, signora, vado subito... ma, prima, mi dica come si sente. Non la posso lasciare qui da sola... - Michele posò lo scialle che teneva in mano, sulle spalle della donna con fare protettivo e lei, come sovrappensiero, si allontanò dalla balaustra per sedersi su uno degli scalini di cemento dove erano appoggiate le piccole colonne del parapetto.
    - Sto bene, grazie. - Rispose cortesemente la donna, riprendendo la sua condizione di persona adulta.
    - Quel fermaglio... quel fermaglio mi serve... sono affetta da una grave malattia, una di quelle che vengono chiamate "malattie rare" e di cui nessuno cerca una cura a causa dell'esiguo numero di persone che ne sono colpite e dell'alto costo delle ricerche. L'ho ereditata da mia madre. E' morta quando aveva poco più di quarant'anni ed anche io farò la sua stessa fine, però... però, non è questo che mi rende triste e nervosa... non è questo. Ho vissuto felicemente gli anni che Dio ha voluto concedermi, ho amato e sono stata amata a mia volta e da tempo ho accettato questa amara sorte con serenità... c'è, però, una cosa che vorrei fare prima che la mia vita volga al termine, o meglio, c'è una persona con la quale vorrei parlare. - Il ragazzo era affascinato dalla tranquillità con la quale ella parlava della vita e della morte. La stessa serenità che scaturiva dai vividi colori del quadro.
    In quell'istante si rese conto che anche il tema del quadro era il sottile confine tra la vita e la morte, quell'infinito eppur troppo breve istante di attesa, che quella donna stava attraversando: la consapevolezza di dover morire presto e la coscienza di aver vissuto fino ad allora nel migliore dei modi, ma di non aver portato a termine tutto ciò che riteneva essenziale.
    _ LadyOrx _______ _
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    pierrot--
    Sesso: Femminile
    00 23/08/2007 12:49
    Cercò con attenzione tra i chiaroscuri della sera. E quando trovò il fermaglio si accorse della forma e della materia. Un fiore di petali appuntiti. Vuoto nel centro, senza cuore.
    Lo restituì alla signora, vide le mani tremare mentre lo indossava con cura, i capelli acquistare riflessi profondi. E nuova sicurezza sul volto. Michele era stanco avrebbe voluto tornare a casa. Ma restava lì, non era più l’imbarazzo di non sapere come andare via, piuttosto sentiva, senza capire, la necessità della sua presenza.
    Lo guardò precisa. Sguardo di alghe e lago scuro.
    – Grazie, è un po’ il mio marchio e un portafortuna. Alle volte i segni contrari diventano la nostra normalità, e un destino da guardare.
    Il ragazzo ascoltava. Lei cambiò voce.
    - Ha la tua età, credo. E lo stesso colore negli occhi. Così lontano, eppure è nei miei fianchi.. Parlami di te Michele, raccontami..
    Ma spiegazioni e richieste furono interrotte.

    - Si deve toccare il vuoto, passo dopo passo, per poter stringere l’inizio tra le mani..

    Guido era lì con loro. Le parole bruciavano nel suo sguardo d'acqua..
    [Modificato da pierrot-- 23/08/2007 13:01]
  • OFFLINE
    lemieparole
    Sesso: Maschile
    00 23/08/2007 12:56
    apprezzo i tentativi di lady e pierrot...ma temo che questo racconto sia irrecuperabile (ho sbagliato nel credere il contrario)...a un certo punto ha perso qualcosa, non so...
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    pierrot--
    Sesso: Femminile
    00 23/08/2007 13:02
    già..probabilmente la fine.. [SM=g27822] [SM=g27823]
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    LadyOrx
    Sesso: Femminile
    00 26/08/2007 00:39
    Non sono assolutamente d'accordo.
    Non sono assolutamente d'accordo.
    Questo racconto è molto intrigante ed è stata la curiosità di conoscerne il finale, che mi ha spinta ad inserire un proseguimento. Era accattivante l'inizio e molti misteri sono rimasti irrisolti. Vendette e profondi significati nascosti... e quel profumo... cosa riportava alla mente di Michele? Quando sono venuta in questo forum ed ho letto questo racconto, mi è venuta la curiosità di sapere a cosa la vostra fantasia avrebbe portato. Per questo il primo messaggio che ho inserito è stato proprio il proseguimento di questo racconto.
    Certo... se non vi sembra interessante, non importa. Dobbiamo però ammettere che è molto complesso scrivere un racconto in questo modo, cioè senza consigliarsi, senza discuterne, scrivendo solo quello che la fantasia detta... al buio. E' ovvio che, alla fine, non risulti il perfetto racconto che ognuno si aspettava: ogni persona che scrive un seguito, ha un modo di vedere le cose ed una fantasia diversa dagli altri. Ci vuole pazienza ed accettazione verso il modo di vedere altrui. La sfida sta proprio nel trasportare il racconto in direzioni diverse da quelli verso cui è rivolto, nell'essere originali ed unici nello scrivere il brano, nel lasciarsi trasportare dalla fantasia o nell'avere l'idea più originale.
    Forse mi sbaglio, ma se pensate che scrivere un racconto a più mani, sia un modo di giungere al termine di una narrazione, vi sbagliate. Si tratta solamente di una sfida, di una comunione di menti ed intenti volti verso uno stesso fine, il termine del racconto, che però può essere molto distante dall'essere raggiunto in maniera concreta.


    Alice.
    _ LadyOrx _______ _
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    dueanime
    Sesso: Femminile
    00 26/08/2007 16:30
    Non sono d'accordo...

    con il tuo disaccordo [SM=g27828]

    Voglio dire. Scrivere un racconto a più mani è un esercizio molto difficile, al quale serve una massiccia dose di umiltà, e della quale, secondo me, qui abbiamo difettato tutti.
    L'umiltà serve a garantire la coerenza, tenendo conto di tutto quanto è stato detto prima ed evitando di forzare il racconto ed i personaggi verso i propri scopi.
    Qui, secondo me, non è accaduto, e ne è uscito un minestrone. E credo che sia questo il motivo per cui la narrazione si è spontaneamente arenata.
    Peccato, mi dispiace per il racconto, che prometteva bene, ed anche per rael, che ci aveva regalato un ottimo spunto...

    poi per carità, se qualcuno vuole provare a proseguire lo stesso, sarò tutt'occhi [SM=g27828] [SM=g27828]


    barbara
    "Non mi fido molto delle statistiche, perché un uomo con la testa nel forno acceso e i piedi nel congelatore statisticamente ha una temperatura media". (Charles Bukowski)
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    pierrot--
    Sesso: Femminile
    00 27/08/2007 11:28
    ho letto solo ora..

    La prima volta è veramente difficile, anche perché i contenuti non erano semplicissimi.
    Intanto cancello un errore grossolano nella forma del fermaglio…e qui mi scuso per la superficialità, mi era sfuggito il già detto.
    Tentavo di riallacciarmi nel mistero della donna con una figura di figlio che potesse poi racchiudere una storia di uccisione metaforica e vendetta in senso lato.
    Umiltà di scrittura..? Non so, forse è mancata per mancanza di esperienza e sicuramente in questo rientro, anche per il tempo trascorso.
    Tuttavia ringrazio Rael. Ho provato comunque grande piacere e utilità.

    Lucia
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    pierrot--
    Sesso: Femminile
    00 27/08/2007 11:30
    Non si può..e ripensandoci, è giusto così [SM=g27822] [SM=g27823]
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    raelmax
    Sesso: Maschile
    00 28/08/2007 17:09
    Revisioniamoci!

    Quanto già scritto può essere comunque ripreso, ove, identificati i punti "critici" e dibattendone, ci si accordi sulla necessità di operare delle revisioni, ciascuno per la parte a suo carico.

    Dovremmo solo sfruttare uno spazio - ad esempio, un post riservato ai partecipanti, evidenziato in testa alla cartella - ove chiarirsi, magari orientandoci una traccia "di massima".

    Io NON credo che questo racconto sia irrecuperabile: più complesso è il tema affrontato, più facile è peccare in umiltà (o, più semplicemente, sbagliare registro), ma non è detto che i temi complessi non possano essere affrontati a più mani, magari per piccoli passi.

    Writing: not only is entertainment. [SM=g27828]


    P.S.:

    Ci ho pensato.

    L'idea potrebbe essere quella di creare una discussione ad hoc, sempre nella cartella dei racconti a più mani, dal titolo: "Flamen Furinalis - commenti, partecipazioni, suggerimenti".

    Ad essa potremmo destinare i post che non sviluppano il racconto (come questi ultimi) ma ne individuano le criticità, ivi esprimendovi aspettative e dubbi, per poi schematizzare i passaggi e gli elementi fondamentali della trama (così da non dovere ogni volta rileggere il tutto, per riprenderne il filo).

    E' necessario accordarsi su quali elementi - ad esempio della storia personale e del carattere dei personaggi - risulti essenziale approfondire, e quali invece nascondere, affinché venga mantenuta un'adeguata tensione alla lettura.

    Se siete d'accordo partiamo con questa modalità di revisione che, quando si rivelasse efficace, potremmo applicare ai futuri esperimenti di scrittura a più mani.

    Un caro saluto.

    M.
    [Modificato da raelmax 29/08/2007 17:29]
  • sei di nove
    00 09/10/2008 22:22
    uhmmm
    io a queste cose a più mani non ho mai guardato con occhio benevolo.
    Mi spiego, quando inizio a leggere un racconto, un romanzo, ma anche un saggio, mi abituo allo stile. Questo è valido soprattutto per il romanzo, che per me diventa veramente un virtual enviroment circoscritto fra me e la narrazione. Mi ci butto dentro tutto tutto, e cambiarmi lo stile ogni tre pagine equivale a disconnettermi ogni volta dal contesto.
    Si capisce quello voglio dirvi o mi state tirando i pomodori?
    [SM=g27828]