00 18/03/2005 17:39
-Primo giorno-

Madame Triboulet è una persona affascinante sotto un certo punto di vista, anche se sarebbe più corretto dire INTERESSANTE, innanzi tutto bisognerebbe fare una piccola biografia della suddetta madame, il nome potrebbe trarre in inganno ma madame Triboulet non è francese nel senso più stretto del termine anche se convive da ventisette anni con il monsieur Triboulet e con lui ha avuto una figlia la cosa assurda e ancora oscura di tutta la vita di madame e monsieur Triboulet è per l’appunto il lavoro che fanno i due conviventi di lunga data ,infatti, monsieur Triboulet taglia i salumi e madame Triboulet taglia i formaggi ma la cosa buffa è che non hanno un lavoro fisso ovvero più tagliano e più guadagnano credo… la figlia che è tanto caruccia lavora in una tabaccheria ma di lei poco c’importa poiché il succo di questa storia non è la figlia né tanto meno (o meglio non in maniera importante né incisiva per la storia!) monsieur Triboulet ma bensì è il rapporto che madame
Triboulet ha con il marito infermo e il resto del mondo e per essere più precisi è la storia dei tribulamenti di madame Triboulet!

Il giorno stava rapidamente finendo e madame Triboulet stava caricando sulla sua macchina utilitaria tutto l’occorrente che ha usato poche ore prima per guadagnarsi la tanto sudata pagnotta per mangiare, l’asfalto trasudava freddo e madame Triboulet venne presa da una scossa d’aria glaciale per sua fortuna portava sempre con sé la piccola viaschetta d’ottimo liquore fabbricato e imbottigliato nel suo lontano paese d’origine, appena aprì il piccolo contenitore l’odore acre e forte del liquoroso liquido, madame Triboulet aspirò a fondo l’odore e se né inebriò il corpo e la mente, la prima sorsata della sera veniva considerato da madame Triboulet un rito degno della messa di mezzanotte di natale, non poteva sprecare quegli attimi di sublime piacere velocemente, ma doveva aspettare il momento giusto ovvero quando tutto il suo corpo e tutti gli atomi del suo organismi erano saturi del delizioso profumo del liquore, aspetto qualche minuto e finalmente si sentì piena del profumo, portò il piccolo contenitore alla bocca e bevve una lunga e odorosa sorsata del forte liquore… in un attimo si sentì completamente riscaldata e felicemente beata, ripose la viaschetta nella tasca interna del suo giubbotto ma non prima di aver bevuto una seconda e più lunga sorsata, caricò con difficoltà il bagagliaio della macchina e si diresse con passo veloce alla portiera della sua macchina, non aveva tanto tempo da perdere, doveva tornare a casa a preparare un delizioso pranzetto per il monsieur Triboulet e per suo fratello, le lancette dell’orologio correvano inesorabilmente veloci come il conta chilometri della sua macchina in poco più di venti minuti madame Triboulet stava aprendo il pesante portone di ferro del condominio dove abitava.
Mentre madame Triboulet stava aprendo il portone monsieur Triboulet stava allegramente attraversando la strada che passava davanti al suo momentaneo posto di lavoro e che lo avrebbe condotto verso la sua macchina… il semaforo da rosso diventò verde e monsieur Triboulet attraversò senza guardarsi attorno… sentì come se fosse uno sparo sparato da un fucile di precisione un suono metallico di freni e l’ultima cosa che vide fu un motorino che gli stava andando addosso… uno schianto, una caduta, una botta e tanto tanto sangue… monsieur Triboulet era riverso al suolo con una profonda ferita alla testa e il sangue usciva da quest’ultima, si formò rapidamente una macchia rossa sotto di lui, il giovane che guidava il motorino dopo lo schianto andò a sbattere frontalmente contro un lampione ferendosi alle gambe e alle braccia per poi svenire… un vecchio negoziante in pensione che vide tutta la dinamica dell’incidente dalla sua finestra chiamò un ambulanza che in poco più di tre minuti arrivò a sirene spiegate, caricò i due corpi e ripartì veloce come un fulmine… il vecchio negoziante in pensione dovette spiegare ai quattro ufficiali dell’ordine la dinamica dell’incidente e fu libero d’andarsene solo dopo tre ore di domande e risposte.
Madame Triboulet seppe la notizia dell’incidente di monsieur Triboulet tramite una solerte centralinista dell’ospedale dove era stato portato d’urgenza il suo convivente… non fece in tempo a realizzare bene cosa fosse successe ma prima d’uscire trafelata e in disordine si sgolò mezza bottiglia di vino bianco liquoroso tipico di una regione del sud Italia… arrivò all’ospedale con il cuore in gola e con in mano ancora il fazzoletto bianco che usò per farsi lasciare libera la strada che conduceva da casa sua all’ospedale… il fiatone creò una macchia di condensa sulle pesanti porte dell’entrata del pronto soccorso… le porte non volevano aprirsi e madame Triboulet bestemmiò più volte prima di capire che non doveva rimanere appiccicata alle porte ma spostarsi leggermente per far sì che le porte automatiche potessero aprirsi… appena entrata nell’hall del pronto soccorso comunicò all’infermiera che era seduta dietro il bancone della reception, il suo nome e il nome di monsieur Triboulet e cercò di farsi spiegare cosa fosse realmente accaduto quella sera… l’infermiera pazientemente comunicò tutto a madame Triboulet e l’accompagnò al piano superiore dove era stato portato monsieur Triboulet dopo l’intervento d’urgenza che aveva subito appena entrato in ospedale… madame Triboulet si sedette faticosamente e stancamente su una poltroncina color rosso sporco nella stanza atta a stanza d’aspetto e ripensò a tutto ciò che avevano vissuto insieme, lei e monsieur Triboulet, era stanca morta ma la tensione la rese immune al sonno e rimase con gli occhi aperti e grossi come dei fanali di un TIR per tutte le sette ore che aspettò nella stanza d’aspetto… aspettò fino a quando un medico non la chiamò per dirle qualcosa sul monsieur Triboulet e la rabbia repressa esplose in tutto la sua apocalittica potenza… madame Triboulet incominciò ad offendere il medico e sua moglie e tutta la sua genia di “sega ossa buoni solo a rompere le palle” dopo mezz’ora buona di sfuriata madame Triboulet si calmò leggermente anche se aveva ancora gli occhi iniettati di sangue e d’odio… finalmente vide il monsieur Triboulet e lo vide come non lo aveva mai visto prima… centinaia di tubi erano inseriti nel corpo del suo convivente, macchine degne di un film di fantascienza facevano risuonare il loro bip bip bip per tutta lo stanzone illuminato a giorno… agli occhi di madame Triboulet lo stanzone sembrava l’inferno e monsieur Triboulet sembrava una povera vittima di quei diavoli di medici… la stanchezza e il sonno si fecero sentire subito dopo la comunicazione a filo di voce di un medico…”suo marito è in coma!”.









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