00 28/11/2003 08:36
III

La sveglia suona diabolicamente, il primo impulso logico sarebbe quello di scaraventare il malefico oggetto fuori dalla finestra o prenderla a martellate ma purtroppo per le sue orecchie la spegne e basta, si sveglia, si stiracchia seduta sul letto, s’infila le ciabatte e si dirige verso la cucina.
Non è capace di preparare il caffè quindi opta ogni mattina per una ciotola abbondante di cereali stracolmi di zucchero pur sapendo che per la linea non sono proprio un toccasana, mangia svogliatamente, va in bagno e apre l’acqua della doccia e si lascia pigramente cullare dal rumore di pioggia che produce la doccia… stamattina si sente che la sua vita gli appartiene, è felice, e realmente e totalmente felice e non ne sa il motivo… ma la sua mattina non è fatta per questi quesiti ma per lavorare, si veste ed esce nel traffico caotico di Londra.
Ha sempre odiato il traffico, calcolando poi che vive appena fuori Londra e che ogni mattina per raggiungere lo studio legale dove lavora deve per forza di cose percorrere tutta la città non gli fa bene hai nervi… i clacson e gli insulti volano come angeli in paradiso… è ancora presto e quindi decide appena parcheggiata la macchina di andare a fare un po’ shopping per Piccadilly Circus… si ferma davanti a negozi luminosi con vestiti super trendy appesi dietro le vetrine, ma vuole andare nella libreria dove si reca di solito dopo il lavoro per vedere se il libro di Don De Lillo che aveva ordinato una settimana prima è arrivato… il commesso guarda svogliato lo schermo del computer con gli ordini e con aria annoiata annuncia che il libro sarebbe arrivato in serata… il commesso per la prima volta alza lo sguardo dallo schermo… si guardano per una frazione di secondo e la bomba esplode.
Il pomeriggio passò lentamente, i pensieri affluivano tutti al suo viso, alle sue mani… al complessivo che formava la sua persona… non riusciva a non pensarci!
Lavorava distrattamente e senza voglia e attendeva impazientemente la chiusura dello studio per andare a comprare il libro e rivederlo…
Rintoccarono le sei nel grande orologio dello studio, salutò tutti e uscì quasi correndo per arrivare prima in libreria… per sua fortuna chiudeva tardi.
“Scusi è arrivato il libro?”
“Si… adesso glielo vado a prendere…”
Uscì e ritornò velocemente senza toglierli gli occhi di dosso, si guardarono per parecchi secondi (o minuti?) e all’unisono si chiesero se quella sera erano impegnati… nessuno dei due lo era…
“Perfetto allora alle otto stasera qui davanti…”
“Ok…”












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