d'alema: berlusconismo in una fase estrema e decadente

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DarkWalker
00martedì 14 luglio 2009 20:41



Obiettivo del Pd non deve essere «solo l'alternativa a Berlusconi», ma «costruire una coalizione democratica in grado di affrontare questa fase estrema del berlusconismo che sarà anche l'apice del berlusconismo come massima espressione del suo potere personale». A dirlo è Massimo D'Alema parlando a un convegno del Centro riforma per lo Stato. Una fase, ha aggiunto, di declino che «è difficile che sia lineare».
È questo che intendeva, ha puntualizzato, quando ha parlato di scosse: «non era l'annuncio di eventi ma una semplice analisi politica».

Il leader Pd si è detto umiliato nel leggere la stampa straniera. E ha parlato di quella che ha definito «la fine del ciclo dell'egemonia liberista» che sembra dover «sfociare a sinistra in gran parte del mondo a partire dagli Usa, mentre invece in Europa sembra prevalere una risposta imperniata su una nuova destra populista e nazionalista». Qualcosa, ha aggiunto, «che ci ricorda quello che avvenne dopo la crisi del '29 con il New Deal da un lato e il nazionalismo dall'altro». «Il risultato - ha precisato - però è diverso: non voglio dire che siamo alle porte del nazismo ma molti ingredienti sono simili».

Il Partito democratico
L'ex premier ritiene che il Pd debba «andare a un congresso fondativo che liberi questo partito progettato su un modello di leaderismo plebiscitario». E ha criticato il fatto «che lo si riproponga ora». «Perseverare è diabolico - ha aggiunto - come se non fossimo passati per due disastrose sconfitte elettorali». D'Alema ha attaccato il fatto che queste sconfitte vengano addebitate «alla barbarie degli apparati». Perchè questo tipo di ragionamento, ha aggiunto, porta solo alla ricerca di «eliminare i cattivi» e così «si finisce male». Contrario alla vocazione maggioritaria che Walter Veltroni ha appena rilanciato D'Alema ha precisato: «non credo nel bipartitismo semplicemente perché non c'é nella realtà italiana».
Ma l'ex premier spera che il Pd «rinasca anche dandosi delle regole da partito». Perchè oggi, ha sottolineato, l'impianto del partito è «anti-politico» e leaderistico. «Il regolamento del congresso - ha attaccato - prevede che non si possa parlare di politica. Se ne può parlare solo in quanto sostenitori di un candidato. Se c'è un poveretto iscritto al Pd e che non sostiene uno dei candidati non può farlo.

Sulla riforma della legge elettorale Massimo D'Alema si è detto favorevole «a soluzioni miti, a un sistema con uno sbarramento ragionevole che porti a un pluralismo moderato corredato da cancellierato e sfiducia costruttiva per garantire stabilità». Tutto questo anche in una chiave di «rafforzamento di una idea di neo-parlamentarismo» che possa portare a «uscire dalla logica mostruosa del leader padrone del partito, del governo, del Parlamento».
Lux-86
00martedì 14 luglio 2009 23:31
facendo un paragone matematico direi che berlusconi è arrivato al o è in prossimità del punto più alto della parabola, fisicamente non può rubare di più o diventare più potente, ora dovrà calare.
princepsoptimus
00mercoledì 15 luglio 2009 00:53
sottovaluti l'indole di molti italiani ad essere sodomizzati ripetutamente ed instancabilmente, caro lux...
Riccardo.cuordileone
00mercoledì 15 luglio 2009 08:42
Ha anche 73 anni... cioè tra un pò si deve levare dalle scatole!!! [SM=x751537]
princepsoptimus
00mercoledì 15 luglio 2009 13:04
ma se vuole vivere fino a 120 anni...
Lpoz
00mercoledì 15 luglio 2009 14:48
diciamo che il tutto è limitato alla sua scadenza naturale..
-Giona-
00mercoledì 15 luglio 2009 17:48
Re:
DarkWalker, 14/07/2009 20.41:




Obiettivo del Pd non deve essere «solo l'alternativa a Berlusconi», ma «costruire una coalizione democratica in grado di affrontare questa fase estrema del berlusconismo che sarà anche l'apice del berlusconismo come massima espressione del suo potere personale». A dirlo è Massimo D'Alema parlando a un convegno del Centro riforma per lo Stato. Una fase, ha aggiunto, di declino che «è difficile che sia lineare».
È questo che intendeva, ha puntualizzato, quando ha parlato di scosse: «non era l'annuncio di eventi ma una semplice analisi politica».

Il leader Pd si è detto umiliato nel leggere la stampa straniera. E ha parlato di quella che ha definito «la fine del ciclo dell'egemonia liberista» che sembra dover «sfociare a sinistra in gran parte del mondo a partire dagli Usa, mentre invece in Europa sembra prevalere una risposta imperniata su una nuova destra populista e nazionalista». Qualcosa, ha aggiunto, «che ci ricorda quello che avvenne dopo la crisi del '29 con il New Deal da un lato e il nazionalismo dall'altro». «Il risultato - ha precisato - però è diverso: non voglio dire che siamo alle porte del nazismo ma molti ingredienti sono simili».

Il Partito democratico
L'ex premier ritiene che il Pd debba «andare a un congresso fondativo che liberi questo partito progettato su un modello di leaderismo plebiscitario». E ha criticato il fatto «che lo si riproponga ora». «Perseverare è diabolico - ha aggiunto - come se non fossimo passati per due disastrose sconfitte elettorali». D'Alema ha attaccato il fatto che queste sconfitte vengano addebitate «alla barbarie degli apparati». Perchè questo tipo di ragionamento, ha aggiunto, porta solo alla ricerca di «eliminare i cattivi» e così «si finisce male». Contrario alla vocazione maggioritaria che Walter Veltroni ha appena rilanciato D'Alema ha precisato: «non credo nel bipartitismo semplicemente perché non c'è nella realtà italiana».
Ma l'ex premier spera che il Pd «rinasca anche dandosi delle regole da partito». Perchè oggi, ha sottolineato, l'impianto del partito è «anti-politico» e leaderistico. «Il regolamento del congresso - ha attaccato - prevede che non si possa parlare di politica. Se ne può parlare solo in quanto sostenitori di un candidato. Se c'è un poveretto iscritto al Pd e che non sostiene uno dei candidati non può farlo.

Sulla riforma della legge elettorale Massimo D'Alema si è detto favorevole «a soluzioni miti, a un sistema con uno sbarramento ragionevole che porti a un pluralismo moderato corredato da cancellierato e sfiducia costruttiva per garantire stabilità». Tutto questo anche in una chiave di «rafforzamento di una idea di neo-parlamentarismo» che possa portare a «uscire dalla logica mostruosa del leader padrone del partito, del governo, del Parlamento».



Secondo me in questo discorso D'Alema dice alcune cose giuste ma prende anche degli abbagli. Ha ragione quando dice che "Se c'è un poveretto iscritto al Pd e che non sostiene uno dei candidati non può farlo.", ma per me sbaglia se vuole "regole da partito" all'interno del PD: probabilmente ha nostalgia del PCI della sua giovinezza, che comunque aveva diverse correnti e diverse anime, ma questo per me è inapplicabile nei partiti attuali, nati dopo il grande sconvolgimento della vita politica italiana e il rimescolamento delle esperienze politiche. "Regole da partito" come quelle che vuole provochebbero inevitabilmente la scissione del PD e non sarebbe più nemmeno immaginabile farvi coesistere il cattolicesimo democratico, il socialismo democratico e il liberalismo democratico come hanno cercato di fare con difficoltà fino ad oggi; senza contare che un partito strettamente irregimentato sarebbe poco attraente verso gli elettori che non siano già fortemente ideologizzati in una certa direzione.
Quando sembra meravigliarsi che «la fine del ciclo dell'egemonia liberista» sembra dover «sfociare a sinistra in gran parte del mondo a partire dagli Usa, mentre invece in Europa sembra prevalere una risposta imperniata su una nuova destra populista e nazionalista» deve considerare che in questo periodo i programmi economici della "destra populista e nazionalista" (immagino ci metta dentro anche il centro-destra italiano) sono improntati a tutt'altro che al liberismo, che invece negli ultimi anni è stato sostenuto anche da governi di centro-sinistra.
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