Tre giorni con il Gipeto (Parco Nazionale dello Stelvio) 6-8/06

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Sittlieb
00martedì 20 maggio 2008 20:28
www.stelviopark.it/Italiano/Locandina_tre_giorni_col_gi...

Due notizie di biologia sul Gippy:

"Il Gipeto (Gypaetus barbatus, Linnaeus 1784), comunemente noto come avvoltoio barbuto, appartiene alla famiglia degli Accipitridae appartenente a sua volta all'ordine degli Accipitriformes (o Falconiformes). Altri nomi comuni sono "avvoltoio degli agnelli", "avvoltoio aquila", "avvoltoio d'oro", "falco barbuto" o "avvoltoio di montagna".

Unico rappresentante del genere Gypaetus (Storr, 1784), è, tra gli avvoltoi del Vecchio Mondo nidificanti in Europa, quello di maggiori dimensioni.

Tipicamente stanziale, nidifica sui dirupi in alta montagna nell'Europa meridionale, in Africa, in India e in Tibet, deponendo una o due uova. Il Gipeto è stato reintrodotto con successo sulle Alpi, ma continua ad essere uno dei più rari avvoltoi d'Europa.

Come altri avvoltoi è un saprofago, e si nutre principalmente di carcasse di animali morti. Un suo comportamento tipico è quello di lasciar cadere le ossa di animali da grandi altezze per romperle e mangiarne il midollo."

(da it.wikipedia.org/wiki/Gypaetus_barbatus )
=joska=
00mercoledì 21 maggio 2008 08:50
Re:
Sittlieb, 20/05/2008 20.28:

http://www.stelviopark.it/Italiano/Locandina_tre_giorni_col_gipeto.pdf

Due notizie di biologia sul Gippy:

"Il Gipeto (Gypaetus barbatus, Linnaeus 1784), comunemente noto come avvoltoio barbuto, appartiene alla famiglia degli Accipitridae appartenente a sua volta all'ordine degli Accipitriformes (o Falconiformes). Altri nomi comuni sono "avvoltoio degli agnelli", "avvoltoio aquila", "avvoltoio d'oro", "falco barbuto" o "avvoltoio di montagna".

Unico rappresentante del genere Gypaetus (Storr, 1784), è, tra gli avvoltoi del Vecchio Mondo nidificanti in Europa, quello di maggiori dimensioni.

Tipicamente stanziale, nidifica sui dirupi in alta montagna nell'Europa meridionale, in Africa, in India e in Tibet, deponendo una o due uova. Il Gipeto è stato reintrodotto con successo sulle Alpi, ma continua ad essere uno dei più rari avvoltoi d'Europa.

Come altri avvoltoi è un saprofago, e si nutre principalmente di carcasse di animali morti. Un suo comportamento tipico è quello di lasciar cadere le ossa di animali da grandi altezze per romperle e mangiarne il midollo."

(da it.wikipedia.org/wiki/Gypaetus_barbatus )




Affascinante il gipeto!
L'ho visto una volta, era molto grande ed in quel contesto sembrava davvero il padrone del cielo.
E' spuntato da un pendio e ci è volato sopra, come per ammonirci. Una splendida apertura d'ali e nell'aria si è sentito come un fruscio. Poi è sparito ed è calato il silenzio. Tutti a bocca aperta! [SM=x948668]
planet bru
00mercoledì 21 maggio 2008 09:17
l'ho visto quella volte che ero su per vedar el giro .. veramente enorme!!


qualcuno ci va?
Sittlieb
00mercoledì 21 maggio 2008 19:44
Re:
planet bru, 21/05/2008 9.17:

l'ho visto quella volte che ero su per vedar el giro .. veramente enorme!!


qualcuno ci va?



Se no fusa per el lavoro di m, che probabilmente mi inchioderà anche di sabato, ci sarei andata molto volentieri.





Sittlieb
00venerdì 6 giugno 2008 20:23
Da l'Adige del 06/06/08

Stelvio Domani in Val Martello la liberazione di due giovani di 90 giorni
Gipeto, ultimi rilasci nel Parco




Domattina, le guardie del Parco nazionale dello Stelvio risaliranno la Valle di Sluder, una laterale della Val Martello, trasportando una cassa. All'interno ci saranno gli ultimi due giovani gipeti che saranno reintrodotti nel Parco in adesione al progetto internazionale che, dal 1987, ha riportato sullo spazio alpino circa 140 esemplari di Gypaetus barbatus . Il maestoso avvoltoio, che a causa della persecuzione dell'uomo, all'inizio del '900 era considerato estinto sulla catena alpina, ha dunque superato la «soglia critica». Ogni anno, sulle Alpi, si conta una decina di nuove nascite. I due esemplari che saranno posti in un nido sul versante altoatesino del Parco (un luogo ideale, scelto per la posizione favorevole e protetta) hanno circa 90 giorni di vita. Verso il 110° giorno cominceranno a volare attorno al sito, sempre sorvegliati dagli agenti del Parco, per poi allontanarsi a «conquistare» la loro libertà sulle Alpi. A fine giugno o ai primi di luglio, i due giovani avvoltoi potrebbero già essere avvistati in volo su cime e vallate. Grazie alle reintroduzioni, attuate in varie località delle Alpi distanti fra loro 2-300 km, ogni anno ci sono nuove nascite di gipeti in libertà. Da anni il Parco dello Stelvio si fa carico, in alternanza con il Parco nazionale Svizzero, della liberazione in natura di giovani nati in cattività. «Dato l'ottimo risultato raggiunto dal progetto sull'intero arco alpino, in cui sono tornate a nidificare spontaneamente circa 10 coppie (e quattro di queste sono nel Parco dello Stelvio) - spiegano a Glorenza - non si ritiene più necessario integrare la popolazione naturale delle Alpi centrali con il rilascio di individui nati in cattività». Quella di domani, pertanto, è l'ultima occasione per assistere alla liberazione dei giovani gipeti nello Stelvio e per poterli osservare da vicino. Per l'avvenimento, il Parco ha organizzato una giornata di festa all'insegna della natura, permettendo a chiunque lo vorrà di salire ad assistere al rilascio nel nido dei due giovani esemplari. Durante la mattinata, al Maso Stallwies in Val Martello, sono previsti momenti istituzionali e di intrattenimento, in attesa della presentazione al pubblico dei giovani gipeti. Chi volesse partecipare può raggiungere il centro visite del Parco «Culturamartell» di Martello dalle ore 7.30 alle 11, per salire sul bus navetta gratuito predisposto per l'occasione. Il rientro del bus è previsto fra le 13.30 e le 17. Il ritorno del gipeto sulle Alpi è ormai un fatto quasi consolidato, grazie ad uno dei più riusciti interventi di reintroduzione a livello mondiale. Partendo da coppie di avvoltoi in cattività, i rilasci di oltre 140 giovani esemplari hanno dato vita a coppie territoriali e alla nascita dei primi gipeti in libertà, vittime tuttavia di varie cause di morte (la collisione sui cavi, l'elettrocuzione, il bracconaggio, l'avvelenamento da piombo nelle carcasse degli animali morti). Ma il ritorno del maestoso avvoltoio, dall'apertura alare di 2,70-2,80 metri, e del peso di 7 chili, rimane un fatto straordinario, grazie al quale la specie non dovrebbe per ora rischiare una seconda estinzione. L'uomo lo ha eliminato, l'uomo lo ha fatto tornare. F. T.


06/06/2008


ps: la val di Sluder è FAVOLOSA, l'abbiamo fatta l'anno scorso di ritorno dalla Punta di Lasa! [SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811]


***


Stelvio Una femmina di gipeto rilasciata nel 2004 ha girato tutte le Alpi
Storia di Ortler, dalla Val Venosta alla Francia


Dalla nascita in un centro specializzato alla libertà. È il destino dei gipeti rilasciati sulle Alpi dagli anni '80, esemplificabile nella storia di Ortler , avvoltoio femmina che alla nascita, il 24 febbraio 2004 in un centro spagnolo pesava 152 grammi. Il 5 giugno del 2004, Ortler è stata portata in Val Martello e, il 22 giugno, marcata con un'emittente satellitare. A fine giugno Ortler decide di tentare il primo salto nel vuoto: il primo volo dura solo 30 secondi, ma già un mese dopo i giri sono molto più estesi attorno alla montagna vicina al nido. In agosto, insieme all'altro gipeto rilasciato nello stesso luogo, la femmina volteggia, gioca, compie rincorse nel cielo. Sopra la Val Martello compaiono prima un terzo, poi addirittura un quarto gipeto, ed Ortler trascorre le sue giornate con i nuovi arrivati, volando sempre più lontano e sempre più in alto. Il 9 ottobre, Ortler viene avvistata alla frontiera fra l'Italia e la Svizzera, l'11 vola attorno alla cima che le ha dato il nome, a 3900 metri di quota. Il 16 è sopra Vermiglio, in Val di Sole, in novembre viene vista al Passo del Bernina e da lì si sposta verso Tirano, poi nella zona dell'Adamello. In dicembre è in Austria, nella valle di Lech e nella primavera del 2005 il suo raggio d'azione è ormai di 6 mila chilometri. Fra luglio e agosto del 2005, Ortler si sposta di 300 km fino in Savoia francese, poi nel Vallese e nel Parco nazionale del Gran Paradiso. Nel settembre 2006, un guardiapacro francese la fotografa nella parco della Vanoise.
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