Sempre meno risparmi per i ceti medi

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Ipsos
00giovedì 4 novembre 2004 12:32
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Ricerca Ipsos per l'Acri nella Giornata mondiale del risparmio

Sempre meno risparmi per i ceti medi

Continua il trend di declino, famiglie sempre più esposte con i mutui. Per il resto puntano sulla liquidità, fuga dalla borsa
MILANO - Italiani sempre più lontani dal risparmio. Si comprano più case, si mettono i soldi in attività liquide (come i conti correnti) e si sta lontani da borsa e fondi di investimento. Ma soprattutto, si fatica a trovare i soldi da «mettere via», soprattutto se si appartiene ai ceti medi. E' questo il bilancio tracciato dall'istituto di ricerca Ipsos per conto dell'Acri (l'organizzazione che oggi
Presentato il rappoto Acri (da Internet)
rappresenta le Casse di risparmio e le fondazioni bancarie) in occasione della Giornata mondiale del risparmio di domani, 5 novembre. La ricerca si basa su 1.000 interviste presso un universo rappresentativo della popolazione italiana adulta.

POCHI SOLDI - E' proprio il dato sulla scarsità di risorse rimaste in mano alle famiglie, in tempi di caroeuro e carovita, a preoccupare di più. Il 48% degli Italiani dichiara infatti, secondo Ipsos-Acri, di aver consumato tutto il proprio reddito e solo il 34% afferma di essere riuscito a risparmiare, contro il 38% del 2003, il 47% nel 2002 e il 48% nel 2001. Circa il 20% delle famiglie italiane si trova poi in seria difficoltà, e il 13% ha dovuto utilizzare risparmi accumulati o addirittura, nel 4% dei casi, è dovuto ricorrere a prestiti.
Ancor più cupe le previsioni per il futuro: solo il 15% degli italiani pensa di risparmiare di più nel prossimo anno, contro il 32% del 2001. Il 44% delle famiglie pensa, invece, di risparmiare meno (erano il 29% nel 2001). Molto negative anche le previsioni per il futuro dei giovani.

RICERCA DELLA SICUREZZA - In questo quadro, secondo la ricerca, mattone e materasso (pur nella più moderna versione telematica) sono le certezze dei risparmiatori italiani, scottate dal crollo delle borse. Nel 2004 è infatti quasi raddoppiata la quota di coloro che, rispetto al 2001, ritengono che una casa sia il modo migliore per salvaguardare i propri risparmi. Se tre anni fa erano il 39%, oggi sono il 70%. E la "scottaturà" delle famiglie italiane sul risparmio brucia ancora e le tiene lontane dagli strumenti finanziari: la percentuale di italiani che tiene i risparmi liquidi è salita quest'anno al 68% dal 57% del 2003.

19% DI FORTUNATI - La ricerca divide poi la popolazione italiana in classi, in funzione delle proprie possibilità di accedere al risparmio. La prima riguarda le famiglie con trend positivo, che sono il 19% e che hanno risparmiato nell’ultimo anno e lo faranno anche nei prossimi 12 mesi. Seguono le famiglie in risalita, il 6%, ossia quelle che hanno speso tutto senza fare ricorso ai risparmi, ma nei prossimi 12 mesi pensano di risparmiare di più. In terzo luogo ci sono le famiglie che ’galleggiano’, quel 23% che ha speso tutto senza fare ricorso ai risparmi oppure ai debiti e pensa che lo stesso avverrà nel prossimo anno, oppure che ha fatto ricorso ai risparmi e debiti ma pensa di risparmiare di più nei prossimi 12 mesi.

CETO MEDIO IN CRISI - La quarta categoria è quella delle famiglie in discesa, che rappresentano il 14% e che sono quelle che sono riuscite a risparmiare, ma risparmieranno meno nei prossimi 12 mesi. Questa categoria si concentra nei ceti medi più abbienti, rappresentati da professionisti, lavoratori autonomi, impiegati e insegnanti, dove si registra una concentrazione decisamente maggiore delle famiglie «in discesa», come le definisce il rapporto. Di quei nuclei cioè che perdono man mano solidità e potere d'acquisto. Sembra quindi confermarsi - è scritto tra i risultati dell'indagine - «l'impoverimento dei ceti medi».
Infine ci sono le famiglie in crisi moderata, il 21%, che hanno consumato tutto il reddito e nei prossimi 12 mesi pensano di risparmiare di meno, e le famiglie in crisi grave, che hanno fatto ricorso ai risparmi oppure ai debiti e pensano che la situazione del prossimo anno sarà identica o si aggraverà. Sono il 14%.
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