Scintille...

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
cane...sciolto
00venerdì 23 settembre 2005 22:14
L'antropologo di Cambridge analizza i motivi della supremazia economica dell'occidente. Sfatando molti luoghi comuni.
La parola compare per la prima volta in un racconto di Thackeray del 1884, quasi contemporaneamente a Marx. Ma il fenomeno ha origini più antiche
.

Scintille di capitalismo.
La parola "capitale" esiste da molto tempo. Il suo impiego nell'acezzione di richezza commerciale (dei mercanti), di cui si avvale per accumulare ancora più ricchezza, risale risale all'inizio del XVIII secolo (1709). Ma il concetto di "capitalista" è databile solo alla fine di quel secolo, quando, dopo la Rivoluzione industriale, lo troviamo utilizzato da ArthurYoung (1792) nella sua relazione sui ricchi francesi che pagavano poche imposte dirette. Nel 1845 Distraeli, in Sybil, descrisse la povertà delle masse in un periodo in cui "i capitalisti prospera[va]no e accumula[va]no immense ricchezze". Il termine "capitalismo", riferito a un sistema generale, compare nel racconto La famiglia Newcome (1854) di Thackeray, nello stesso momento in cui la nozione veniva accolta e approfondita da Karl Marx. Fu Marx a sviluppare il concetto: "La circolazione delle merci è il punto di partenza del capitale". La produzione delle merci e la loro circolazione sviluppata, ossia il commercio,formano le premesse storiche del suo sorgere. Il commercio mondiale e il mercato mondiale iniziano nel XVI secolola storia moderna del capitale". Secondo Marx è possibile rintracciare la produzione capitalistica già nel XIV e XV secolo, ma "l'era capitalistica data solo al XVI secolo". Marx sostiene che il capitale commerciale, di per se stesso, non è in grado di spiegare la transizione da un modo di produzione a un altro, nonostante tra i suoi effetti, ci sia quello della dissoluzione del feudalesimo. Tuttavia, quando emergono mezzi di produzione alternativi, come è accaduto con l'avvento dell'industrializzazione, il capitale mercantile si rende disponibile - si pensi, tra gli altri, al caso dell'India del XIX secolo - a essere investito nel nuovo assetto. Attraverso questo tipo di investimento, si ebbe un trasferimento generale della produzione tessile fondata sul lavoro a domicilio alla lavorazione in industrie meccanizzate, con operai salariati, in gran parte finanziati dal capitale mercantile. Fu la combinazione dei due fattori, il capitale (non solo dei mercanti) e i nuovi mezzi di produzione, a determinare il cambiamento. Prima che quest'ultimo si verificasse, ma in seguito a un incremento dell'attività commerciale, si ebbe un periodo, studiato da Marx, in cui, tra il XV e il XVII secolo, il mondo feudale era ormai in crisi e quello industriale non era ancora sorto. E' un periodo caratterizzato dal predominio dei commercianti e della cultura mercantile, manifesto in quella che Nef chiama la "Prima rivoluzione industriale" (databile intorno al 1540-1640), al quale ci si riferisce spesso con il termine di "capitalismo mercantile". L'analisi di Marx sulle origini e lo sviluppo del capitalismo si basa essenzialmente sull'esperienza europea. Sono stati i servi della gleba medioevale a dare origini ai cittadini privilegiati, dai quali si è poi sviluppata la borghesia. Il capitalismo è stato più genericamente messo in rapporto con il ceto borghese, non solo con i commercianti; un ceto che, tanto in Europa quanto in Asia, comprendeva o una classe subordinata all'interno di società preesistenti o un settore dominante grazie all'espansione delle attività commerciali e delle competenze culturali. Questo sviluppo venne favorito dalla scoperta dell'America, con i suoi metalli preziosi e, più tardi, con i suoi prodotti agricoli, dalla circunavigazione di Capo Horn e dagli scambi commerciali. Sono stati i mercati in ascesa, interni o esterni, a dare l'impulso alla produzione industriale. La trasformazione nel modo di produzione si basò sull'accumulo del capitale alimentando l'importazione di materiali preziosi dall'America e dai profitti del commercio, compreso quello coloniale "E' certo", scrive Marx nel Capitale, "che nel XVI e XVII secolo le grandi rivoluzioni verificatesi nel commercio dopo le scoperte geografiche, e che celermente portano a un alto grado di sviluppo il capitale commerciale, rappresentano un momento di basilare importanza, già che resero più rapida la transizione dal modo di produzione feudale a quello capitalistico". Una tale espansione del commercio (a eccezione di quello coloniale) non era una prerogativa esclusivamente europea, anche se la sccessiva trasformazione in produzione industriale fu inizialmente limitata all'Europa. E più tardi fu l'adozione delle macchine, non il commercio, a produrre unaumento della forza lavoro priva di mezzi di mezzi di produzione propri.

Altri hanno ritenuto un aumento elemento fondamentale sia consistito nell'organizzazione della forza lavoro. Secondo la definizione di Runciman, il capitalismo nasce quando "un lavoro formalmente libero è reclutato per un occupazione regolare da inprese in espansione, che si confrontano nel mercato del profitto". In teoria, un lavoro formalmente libero è riscontrabile in diverse circostanze: in un sistema economico il passaggio al capitalismo ha luogo quando si ha il predominio del lavoro salariato. La contrapposizione, ovviamente, è con il lavoro subordinato, servile e persino con quello degli schiavi, proprio dei sistemi sociali precedenti. Ma il fatto di chiamare il lavoro capitalista, o industriale,"libero" è in un certo senso fuorviante. Nelle società rurali preindustriali, e soprattutto in quelle che praticavano l'agricoltura "della zappa", il lavoro era molto "più libero". A complicare il concetto di capitalismo interviene il problema, tutto europeo, del suo sviluppo sulle ceneri del "feudalismo", definizione in termini di possedimenti e di sistemi di gestione agricola. Gli studiosi occidentali che hanno affrontato la trasformazione tendono a esaminare l'economia precedente dal punto di vista dei signori feudali e delle loro relazioni con la popolazione rurale: è proprio così che il feudalesimo è stato descritto. Indubbiamente, la popolazione agricola era largamente maggioritaria. Ma non dobbiamo trascurare l'altra parte della popolazione dell'epoca, che era in qualche modo coinvolta in complessi rapporti di produzione o di scambio. Già a partire dalla rivoluzione urbana dell'Età del bronzo, alcuni centri, e i loro abitanti, hanno intrapreso attività in settori specifici, le quali hanno poi inevitabilmente portato alla creazione e allo scambio di beni e servizi con altri beni e servizi, o meglio, con danaro, sulla base di valore di scambio, utilizzato per procurarseli con metodi diversi rispetto a quelli con cui ci si avvaleva nelle campagne. Nelle città nessuno è autosufficiente: nessun uomo, o nessuna donna, è un isola. Alcuni di questi scambi avevano luogo all'interno della comunità urbana, altri con il settore rurale, o all'interno di esso, e altri ancora completamente al difuori, è il caso soprattutto di quelli riguardanti il commercio di generi di lusso. Qualsiasi controllo politico potesse essere esercitato, doveva comunque sussistere un elemento di mercato, perchè, in qualche modo, le entrate dovevano compensare le spese: insomma, doveva esserci un qualche calcolo dei profitti e delle perdite. Lo storico dell'economia indiano Habib scrive: "possiamo accettare come fatto univesale che, quando si sviluppa una società agricola, cominci anche lo scambio interregionale di alcuni prodotti agricoli, e che su questa base, ancor più sulla base del prelievo del surplus delle campagne, finisca per emergere un economia urbana"

Continua....

[Modificato da cane...sciolto 23/09/2005 22.22]

[Modificato da cane...sciolto 23/09/2005 22.25]

cane...sciolto
00venerdì 23 settembre 2005 22:29
Continuo...

Potrebbe sembrare che l'introduzione del concetto di surplus porti a ignorare il problema dell'accumulo di capitale attraverso l'appropriazione di un'eccedenza, come il risultato del lavoro salariato. Tale accumulo ha avuto luogo in sistemi preindustriali, per esempio nella realizzazione dei terrazzamenti nell'agricoltura avanzata. Potrebbero essere stati gli stessi lavoratori a occuparsene o i loro subordinati, le cui prestazioni erano sottopagate. In entrambi i casi c'è un accumulo che si risolse in investimento produttivo. E' possibile che una parte fosse impiegata per l'acquisto di oggetti di lusso o di altri beni di consumo ma, già nelle culture appena successive all'Età del bronzo, un'altra quota poteva essere reinvestita in nuovo potenziale produttivo. E' questa la ragione per la quale, a partire da quel momento, le imprese commerciali, produttive e agricole hanno iniziato ad aumentare, anche se, è logico, lo hanno fatto assai più rapidamente con l'incremento della meccanizzazione e della produzione industriale. La crescita economica costante, però, stata inventata nell'Europa del XVIII secolo, anche se il suo ritmo è diventato sempre più veloce con l'espansione delle opportunità di capitalizzazione.

di Jack Goody.
................................

Una rivoluzione tutta europea.
Antico come l'uomo o invenzione europea dello scrso millenio? La fine dell'eurocentrismo ha riaperto la discussioni sulla origine del capitalismo, in un'ottica rovesciata rispetto a quella ottocentesca di Sombard e Marx. Oggi come allora, la parola capitalismo sottende un concetto solo apparentemente preciso. Ciò rende un pò vago il compito di chi cerca di individuare l'origine, comunque non recente. Se capitalismo è separazione dei produttori dai mezzi di produzione, non mancavano, nell'età del bronzo, salariati agricoli privi di terra. Se capitalismo è sinonimo di scambio e di mercato, la ragnatela delle carovane e dei nodi di scambio si perde nella preistoria. Se il capitalismo si connota per l'emergere di una classe di mezzo, una borghesia urbana caratterizza tutta l'Asia millenni prima di Cristo. Una nuova storia globale sta confermando, con ricchezza di particolari, che mercati, città, moneta, accomulazione, protofabbriche, innovazioni tecniche, cambiamenti nei processi di produzione e di consumo sono caratteri tipici di tutte le civiltà evolute, non si limitano all'Europa del secondo millenio. Stimolata dalla fine della centralità dell'occidente, questa rilettura della storia dell'umanità - della quale Jack Goody offre un godibilismo affresco (Capitalismo e modernità. Il grande dibattito, pagg. 210, € 19,00 a giorni in libreria per Raffaello Cortina editore, di cui pubblichiamo un brano in questa pagina) - si basa su documenti convincenti. Procederebbe più spedita senza l'ingombro di categorie sfuggenticome, appunto, capitalismo e modernità. Eppure, i conti con l'Europa non possono essere fatti solo scoprendo che quanto in essa germogliò a partire dall'anno mille, era già successo altrove. Perchè la vitalità economica e sociale dell'Asia e del mondo musulmano, così come quella dell'Europa medievale, per straordinaria che fosse, non cambiò in radice il modo di vivere, di produrre, di consumare delle grandi masse. Il mondo è stato radicalmente trasformato solo da quel fenomeno tutto europeo che alcuni chiamano rivoluzione industriale. La trasformazione apparve all'epoca lentissima, impercettibile ai più, ma - nella prospettiva plurimillenarianella nella quale si colloca Goody - rileva la sua forza travolgente. C'è dunque qualcosa di intrisicamente europeo nel cambiamento epolcale che ha investito parte dell'umanità nell'ultimo secolo e che tutti cercano di emulare e adattare. Goody spiega la crescita della vita moderna con lo sviluppo a lungo termine di "costellazioni globali" di interscambio di beni, servizi e idee. E' una prospettiva necessaria ma non sufficiente. Resta parziale, come quella che vuole sostituire, radicalmente eurocentrica. Nella secondà metà dello scorso millenio, è successo qualcosa in Europa con esiti rivoluzionari mai ottenuto altrove nei millenni precedenti. Fu solo l'effetto del caso? O anche fu la presenza di elementi che si trovano in quantità sufficiente solo nelle società europee: cultura empirica, stati-nazione impiegnati a valorizzarela produzione, mercati finanziari complessi, legislazioni amiche dei mercanti, spirito di avventura non alieno alla durezza imperialista?

di Gianni Toniolo.

il tutto da; "Il domenicale, il sole24 ore" 18 settembre 2005
.Hio.
00venerdì 23 settembre 2005 22:32
ma come fa uno a leggere tutta sta roba! gli occhi se ne vannO![SM=x751537]
Vota DC
00venerdì 23 settembre 2005 22:36
Considera....
che i cani sono daltonici!
cointreau il possente
00sabato 24 settembre 2005 13:11
@cane

bell'articolo. Se in qualche modo 'sto libro ti passa tra le mani, devi farmelo avere (al momento ne ho troppi che rischiano di finire nella sezione "da leggere a data da destinarsi"): potresti scannerizzarlo e inviarmelo [SM=x751545] . Altrimenti speriamo che la mano della provvidenza divina guidi i fili del book crossing...
headcracker
00sabato 24 settembre 2005 17:06
caschi male, cane non ha lo scanner[SM=x751545] é vero lo sfondo ti fotte gli occhi cazzo[SM=x751543]
cane...sciolto
00sabato 24 settembre 2005 22:49
ALLORA, BELLE FIGHETTE PROLETARIE...asdasdasd!!(come dice il mio amico destroide Balmungx), IO NEANCHE HO LO SCANNER, QUINDI VUOL DIRE, STUPIDI BABBEI COMUNISTI (mi ci metto io fra i primi...[SM=x751545] ), che COPIO IL TUTTO da un giornale, o da qualunque altra fonte cartacea(non copia /incolla CAPITOoooo, leggo prima, ma poi mi copio il tutto, parola per PAROLA, non ho scanner, se questo non è amore...[SM=x751608] Grazie Head. per avermi anticipato...[SM=x751530]

[Modificato da cane...sciolto 24/09/2005 23.21]

cane...sciolto
00sabato 24 settembre 2005 22:55
Piu che volentieri...

[/
bell'articolo. Se in qualche modo 'sto libro ti passa tra le mani, devi farmelo avere QUOTE]...Possente!!
cane...sciolto
00sabato 24 settembre 2005 23:04
Re:

Scritto da: .Hio. 23/09/2005 22.32
ma come fa uno a leggere tutta sta roba! gli occhi se ne vannO![SM=x751537]

E se mettessimo un bello sfondo bianco?? NO, NO ED ANCORA NO, PICCINO...mi raccomando...scherSo... stampati il tutto, e se non puoi... leggi, TESTA DI PIGNA...
cane...sciolto
00sabato 24 settembre 2005 23:14
Re: Considera....

Scritto da: Vota DC 23/09/2005 22.36
che i cani sono daltonici!

BELLA..[SM=x751579] [SM=x751553] [SM=x751538] [SM=x751555],BRAVOOOO[SM=x751532] [SM=x751525] [SM=x751524] [SM=x751526] [SM=x751611]
.Hio.
00sabato 24 settembre 2005 23:30
Testa di pigna a me.... brutto pidocchioso! pussavia! [SM=x751546] [SM=x751525]
cane...sciolto
00domenica 25 settembre 2005 18:48
Re:

Scritto da: .Hio. 24/09/2005 23.30
Testa di pigna a me.... brutto pidocchioso! pussavia! [SM=x751546] [SM=x751525]

Hio, attento a te, o ti scateno la mia orda di fidate pulci...[SM=x751578] sono senza pietà, quindi, inizia a tremare...[SM=x751573]
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 21:27.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com