Riscaldamento globale, in calo i principali fiumi

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
princepsoptimus
00giovedì 23 aprile 2009 20:03
GANGE, Niger, Colorado: i fiumi più importanti del mondo stanno perdendo acqua. La riduzione della portata riscontrata in alcuni dei principali corsi d'acqua della Terra è un'altra delle conseguenze dei mutamenti climatici, che rischia di avere ripercussioni pesanti sull'ambiente e per l'uomo, mettendo a rischio l'approvvigionamento stesso di cibo e acqua. Un tema che nei prossimi anni diventerà sempre più centrale, assicurano gli scienziati, e costringerà a sviluppare precise strategie per arginare i danni.

A fare il punto della situazione è uno studio che sarà pubblicato il 15 maggio sulla rivista americana Journal of Climate, dell'American Meteorological Society, condotto dagli scienziati del National Center for Atmospheric Research di Boulder, in Colorado.

Analizzando il flusso dei fiumi più grandi della Terra - sono 925 - in un arco di tempo dal 1948 al 2004, affiancando le misurazioni rilevate a modelli computerizzati, gli scienziati hanno trovato mutamenti significativi in almeno un terzo dei casi. Nella maggior parte si tratta di un calo delle acque. Solo in alcuni casi la portata è aumentata, ma si tratta soprattutto di corsi d'acqua vicino alle zone artiche, scarsamente popolate, che "beneficiano" dello scioglimento di ghiacci e nevi.

Decisamente diverso il discorso per il Fiume Giallo in Cina, il Gange indiano, il Niger nell'Africa occidentale o il Colorado americano, che interessano zone altamente popolate: questi sono tutti in calo. "Essendo l'acqua dolce una risorsa vitale, la tendenza al ribasso è molto preoccupante", avverte lo scienziato del Ncar Aiguo Dai, primo autore dello studio.

Se la variazione nella quantità di acqua portata dai fiumi è influenzata da diversi fattori - dighe e deviazione dei corsi per favorire l'agricoltura o l'industria, prime fra tutti - gli scienziati sono convinti che i mutamenti climatici stiano giocando un ruolo non secondario, con l'alterazione dei ritmi delle precipitazioni e l'aumento del tasso di evaporazione, legato all'innalzamento delle temperature. Tesi confortata anche da studi precedenti, che sottolineavano l'inaridimento e la siccità in zone rurali sempre più ampie.

Dai e colleghi rilevano come, nell'arco degli anni presi in esame, la quantità annuale di acqua dolce confluita nell'Oceano Pacifico sia calata del 6%, una quantità pari a 526 chilometri cubici. Nell'Oceano Indiano, l'afflusso annuale di acqua dolce è calato del 3%. Di segno opposto, la situazione nell'Artico, dove l'acqua fluviale scaricata è cresciuta del 10%, equivalente a 460 chilometri cubici.

L'afflusso di acqua fresca nei mari dai fiumi più grandi crea depositi minerali e influisce sulla circolazione all'interno degli oceani, con conseguenze sulla salinità e la temperatura che influiscono poi, più in generale, sul clima globale. Anche se i mutamenti rilevati sono relativamente circoscritti e mostrano i loro effetti, per il momento, soprattutto in corrispondenza delle foci fluviali, gli scienziati raccomandano di non tralasciare il fenomeno. Perché anche le situazioni più favorevoli o quantomeno stabili, rischiano di riservare sorprese: è il caso del fiume Brahmaputra, in Asia, o dello Yangzte, in Cina, che sono risultati stabili o leggermente in crescita. Oggi, avvertono i ricercatori, non sono a rischio, ma nei prossimi decenni potrebbero anch'essi ridursi, con la graduale scomparsa dei ghiacciai himalayani che li alimentano.

fonte: Repubblica.it
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 23:13.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com