MANIFESTO DEL PARTITO DELLA SINISTRA EUROPEA

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Pertinax
00martedì 21 marzo 2006 18:01
MANIFESTO DEL PARTITO DELLA SINISTRA EUROPEA

http://www.sinistraeuropea.it/


Una nuova speranza sta nascendo in Europa. Una nuova visione del mondo sta ispirando un numero crescente di europei e li unisce in grandi mobilitazioni nell’opposizione alla via a senso unico capitalista, un tentativo di riportare l’umanità in una nuova regressione sociale e culturale. La condizione dei popoli, dei soggetti sociali e degli individui è segnata da insicurezza, incertezza e precarietà. Una nuova resistenza contro lo sfruttamento capitalista sta emergendo con forza. C’è una nuova opportunità di cambiamento che attraversi la vita di donne e uomini sempre più colpiti dai disastri prodotti dalle politiche della globalizzazione capitalista.
Le nuove forme del potere a livello mondiale portano alla crisi negli stati nazione, dei sistemi di alleanze e dell’ordine nato dopo la Seconda Guerra Mondiale. La teoria e la guerra permanente, così come descritta dalla dottrina Bush, la spirale della violenza terrorista che la guerra alimenta causano crescenti ingiustizie e la riduzione degli spazi democratici.
Per noi l’Europa è uno spazio per la rinascita della lotta per un’altra società. Il raggiungimento della pace e la trasformazione dell’attuale società capitalista è lo scopo di questa impresa. Noi lottiamo per una società che superi il capitalismo e la logica patriarcale. Il nostro obiettivo è l’emancipazione umana, la liberazione delle donne e degli uomini da ogni forma di oppressione, sfruttamento ed esclusione.
Ci richiamiamo ai valori e alle tradizioni del movimento socialista, comunista e dei lavoratori, del movimento femminista e dell’uguaglianza di genere, del movimento ecologista e per uno sviluppo sostenibile, della pace e della solidarietà internazionale, dei diritti umani, dell’umanesimo e dell’antifascismo, del pensiero liberal-progressista, sia a livello nazionale che internazionale.
Ruolo e compito della sinistra politica in Europa deve essere contribuire alla formazione di un’ampia alleanza sociale e politica per un cambiamento radicale che sviluppi alternative e proposte concrete per la necessaria trasformazione dell’attuale società capitalista. In questo senso ci vediamo responsabili e misuriamo la nostra capacità di coinvolgere tutti coloro si battano per una società più giusta come condizione per il libero sviluppo e l’autodeterminazione di ognuna/o. Vogliamo costruire una politica di sinistra durevole come progetto politico indipendente che contribuisca allo sviluppo di alternative solidali, democratiche sociali ed ecologiche.
Per questo l’Unione europea, così come l’intero continente europeo, stanno sempre di più diventando uno spazio importante per politiche di alternativa, accanto ai tradizionali livelli politici degli stati nazione, delle regioni e dei comuni e interconnessa agli sviluppi mondiali. Assistiamo ad un impatto su scala mondiale del movimento dei movimenti, per un’altra globalizzazione, alla crescita delle sue relazioni, cooperazione così come della sua influenza con e dentro i tradizionali movimenti sociali, dei lavoratori, femministi, ambientalisti e democratici nei termini di una nuova partecipazione al conflitto per il cambiamento.
Tutti questi movimenti oppongono allo "spazio privato" dei poteri forti mondiali uno "spazio pubblico" abitato da differenti soggetti che reclamano diritti fondamentali: pace, democrazia, giustizia sociale, libertà, eguaglianza di genere e rispetto per la natura. La sinistra politica è parte di questi. Tutto ciò dà nuove risorse per una politica di trasformazione.
Nei diversi paesi europei straordinarie esperienze politiche e culturali e lotte sociali hanno segnato il carattere originale del modello sociale europeo. Facciamo riferimento a queste radici politiche e culturali e non ai valori del mercato che oggi materialmente definiscono l’Europa, in particolare attraverso le politiche del trattato di Maastricht e le decisioni della Banca centrale europea.
In Europa, in ciascuno dei nostri paesi, i popoli stanno subendo le politiche del capitalismo globalizzato, portate avanti dai governi nell’interesse del grande capitale e di lobbies, che minano la solidarietà e le conquiste sociali frutto di grandi battaglie. C’è un attacco generalizzato ai sistemi pensionistici, lo smantellamento e la privatizzazione dello stato sociale, settori pubblici essenziali come la sanità, l’educazione, la cultura e beni comuni come l’acqua e le altre risorse naturali sono sottomessi alla legge del mercato. Il mercato del lavoro è sempre più deregolamentato e sempre di più il lavoro diventa precario.Vi è un incremento della repressione antisindacale e una politica criminalizzazione dell’immigrazione.
Tutto è mercificato. Dal lavoro all’intero ciclo vitale. Nell’Europa attuale la disoccupazione e l’insicurezza stanno aumentando. Assistiamo ad una militarizzazione esterna, come dimostrato nelle guerre dei Balcani , in Afghanistan ed Iraq, e ad una militarizzazione interna attraverso leggi liberticide e repressive contro chi si oppone alle politiche neoliberiste. Questo processo sta allontanando settori crescenti della società dalla politica e producendo guerre tra poveri, il rinascere del populismo, del razzismo e dell’antisemitismo.
La terza via socialdemocratica in Europa è fallita, poiché è stata incapace di opporsi e queste tendenze e, non avendo alternative, le ha promosse. Questo fallimento apre nuove spazi e anche grandi responsabilità per la sinistra che vuole cambiare questo mondo. Ma non possiamo percorrere lo stesso cammino del 20 secolo, che ha portato a grandi conquiste ma anche a grandi sconfitte e tragedie per le forze di ispirazione rivoluzionaria.
Per cambiare la società dobbiamo ampliare la nostra azione. In Europa la sfida è la costruzione di una sinistra alternativa, radicale, femminista e ambientalista. La natura plurale dei movimenti può essere attraversata da questa nuova forza politica in quanto vogliamo costruire un nuovo rapporto tra politica e società.
Vogliamo costruire un progetto per un’altra Europa e per dare altri valori e contenuti dell’Unione Europea, autonoma dall’egemonia degli USA, aperta al sud del mondo, alternativa al capitalismo nel suo modello sociale e politico, fortemente contraria alla militarizzazione e alla guerra, a favore della protezione ambientale e del rispetto dei diritti umani, inclusi quelli sociali ed economici . Noi siamo a favore del diritto di cittadinanza per tutti coloro che risiedono in Europa.
Vogliamo un’Europa libera dalle politiche antidemocratiche e neoliberiste del WTO, della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale, che rifiuti la NATO, la presenza di basi militari straniere e qualsiasi modello di esercito europeo che punti ad aumentare la competizione militare nel mondo e la corsa al riarmo. Vogliamo un’Europa di pace e solidarietà, libera dalle armi nucleari e di distruzione di massa, un’Europa che ripudi la guerra come strumento di soluzione delle controversie internazionali. In particolare ciò riguarda il conflitto israelo-palestinese che va risolto in base alle risoluzioni delle Nazioni Unite.
Noi, forze politiche di sinistra di questo continente, vogliamo contribuire alla nascita di una nuova forza di cambiamento.
Noi, partiti e organizzazioni politiche di ispirazione comunista, socialista, femminista, democratica, ambientalista, antiliberisti e per la trasformazione sociale, vogliamo dar vita ad un nuovo soggetto politico: Il Partito della Sinistra Europea.
Vogliamo dar corpo a questa speranza per affrontare in termini nuovi le questioni della globalizzazione, della pace mondiale, della democrazia e della giustizia sociale, dell’uguaglianza di genere, dell’autodeterminazione delle persone disabili, di uno sviluppo bilanciato e sostenibile, del rispetto delle specificità culturali, religiose, ideologiche, e dell’orientamento sessuale.
Vediamo la necessità di una profonda trasformazione sociale e democratica in Europa. Sì, è venuto il tempo di intensificare la lotta per modificare il dogma della "sacrosanta" "libera economia di mercato", del potere dei mercati finanziari e delle multinazionali, e di rendere i nostri cittadini e le nostre cittadine protagonisti e protagoniste delle politiche portate avanti in loro nome.
Di fronte alla recessione e alla crescita della disoccupazione, il Patto di stabilità, le politiche e gli orientamenti della Banca centrale europea devono essere cambiati per lavorare ad altre politiche sociali ed economiche con priorità sociali in favore della piena occupazione e della formazione, dei servizi pubblici e per una politica ambiziosa di investimenti, per l’ambiente. Deve essere imposta la tassazione dei flussi di capitale. Le priorità devono essere cambiate, in favore delle persone, non del denaro.
Ci proponiamo di lavorare in tutta Europa per far avanzare i diritti dei lavoratori dipendenti nei loro posti di lavoro. Consideriamo i servizi pubblici come indispensabili per garantire a tutti il diritto di uguale accesso all’educazione, all’acqua, al cibo, alla salute, energia, alla mobilità. Siamo a favore di servizi pubblici democratizzati, decentralizzati e moderni che garantiscano eguali diritti sociali per tutti e tutte.
Oggi dieci nuovi paesi stanno entrando nell’Unione europea e altri hanno espresso il loro desiderio di fare altrettanto. Ma ci sono significative forze politiche e sociali, sia in questi paesi che in quelli già membri dell’Unione, che vedono l’allargamento con delle riserve se non con aperta ostilità. Queste tendenze sono rafforzate dall’impasse causato dalle attuali scelte strategiche dell’Unione.
Il Partito della Sinistra europea vuole far fronte anche alle sfide poste dai paesi ora fuori dall’Ue – come i paesi balcanici e i paesi dell’est – soprattutto a causa della loro trasformazione e del crescente dilemma della scelta tra uno sviluppo autonomo e l’adesione all’Europa capitalista, come strategia di medio termine per affrontare i conflitti sorti in queste società come risultato dei cambiamenti passati e presenti. La sinistra europea è pronta a cooperare con tutte le forze democratiche di questi paesi in favore della democrazia, della pace e della giustizia sociale, dello sviluppo sociale ed economico e di rafforzare le istituzioni democratiche.
Lotteremo affinchè le istituzioni elettive, il Parlamento europeo e i parlamenti nazionali, e i comitati rappresentativi, come il Comitato economico e sociale e il Comitato delle regioni, abbiano più potere di azione e controllo. Oggi, qualsiasi possa essere il nostro parere definitivo sul "Trattato costituzionale" in discussione, ci opponiamo ad un direttorato dei poteri forti. Non accetteremo che ci vengano imposti criteri ultraliberali e di militarizzazione che producono una sostanziale regressione sociale.
Ci batteremo incessantemente per ampliare l’azione, la partecipazione e il potere di controllo dei cittadini in ogni fase e livello della costruzione europea.
Infine, ciò che è il cuore della crisi dell’Unione europea è la democrazia. Per decenni è stata costruita dall’alto, senza curarsi della sua grande diversità di culture e linguaggi, senza le sue popolazioni e spesso contro di esse.
Ma finalmente qualcosa sta cominciando a cambiare. Le grandi lotte sociali, dei lavoratori e dei sindacati, le lotte della società civile contro la guerra, hanno iniziato a cambiare la situazione. In pochi anni hanno contribuito a creare una grande mobilitazione in sostegno della pace, dell’uguaglianza dei diritti umani, del rispetto per il pianeta. Come forze politiche della trasformazione sociale, vogliamo contribuire a queste nuove spinte che si oppongono risolutamente alle politiche neoliberiste. I Social Forum sono stati momenti fondamentali di dibattito, di confronto e di costruzione di alternative popolari all’attuale Europa neoliberista. I movimenti sociali, le lotte sociali e dei cittadini hanno proprie dinamiche, autonomia di analisi, proposta e iniziativa. Siamo in favore non solo della difesa dei diritti dei lavoratori, del movimento sindacale contro qualsiasi discriminazione ma anche della creazione di nuovi diritti dei lavoratori, compresi disoccupati e precari, dell’allargamento della democrazia nei luoghi di lavoro e nella vita economica a tutti i livelli, compreso quello europeo.
Sosteniamo un modello di sviluppo sociale, ecologico e sostenibile ed una ristrutturazione dell’economia basata sulla difesa dell’ambiente e del clima, fondata sul principio di precauzione., attraverso l’utilizzo di tecnologie a favore dell’ambiente, della solidarietà sociale, creando nuovi lavori e il sostegno alle regioni svantaggiate del pianeta.
Nell’ambito del processo decisionale in Europa, promuoviamo un ruolo di maggior rilievo per il Comitato delle Regioni e il Comitato Sociale ed Economico, in quanto organi statutari rilevanti per le politiche regionali democratiche nell’Ue.
Nell’Unione europea ci sono molti interessi in conflitto. Per noi, ciò crea un nuovo spazio politico per la lotta di classe e per difendere gli interessi dei lavoratori e della democrazia, di una società europea con le sue organizzazioni e istituzioni, compreso il Parlamento europeo.
La Sinistra Europea si impegna a lottare per far sì che i grandi cambiamenti auspicati diventino realtà, in un contesto di costante rafforzamento della pace, della democrazia e della giustizia sociale.
Lottiamo insieme per una nuova società, per un mondo di giustizia libero dalla guerra e dallo sfruttamento.
Insieme diciamo: Un’altra Europa è possibile , il futuro è qui, la storia non finisce


Roma 9 maggio 2005

Pertinax
00martedì 21 marzo 2006 18:18


I Congresso della Sinistra europea
Atene, 29-30 ottobre 2005
DICHIARAZIONE DI ATENE

Noi, la Sinistra europea, riunita ad Atene il 29/30 ottobre 2005 abbiamo preso atto che la crisi che attraversa l’Europa non ha confini e i cui responsabili sono le politiche neoliberiste decise a Bruxelles e quelle decise dai governi nazionali. Queste scelte si sono ripetute anno dopo anno, e il risultato è ora di fronte ai nostri occhi.








Constatiamo anche il fatto che i popoli che ne sono vittime sono anche quelli che lottano alla ricerca di un’alternativa. L’Europa deve essere rifondata sulla pace, sulla democrazia e sul pieno rispetto dei diritti umani e sociali. Questo noi auspichiamo e per questo ci impegniamo: le cittadine e i cittadini europei devono riprendersi in mano il proprio destino.

Questa dichiarazione di iniziativa e solidarietà è anche un appello alla convergenza di tutti i movimenti e delle forze politiche di sinistra che lottano per rovesciare le priorità e cambiare le politiche fin qui perseguite.

La Sinistra europea e i suoi partiti membri sono impegnati a lottare insieme ai movimenti, ai sindacati, alle forze politiche di sinistra perché un’altra Europa è possibile. In questo quadro diamo il nostro pieno sostegno a tutte le mobilitazioni e le iniziative a livello europeo contro il neo liberismo e la guerra, e in particolare al IV Forum sociale europeo che si terrà ad Atene.


Ci impegniamo a sradicare il dramma della disoccupazione e della precarietà del lavoro.


Siamo impegnati a lottare contro l’esclusione sociale e a sostenere programmi per l’occupazione, per la creazione di nuovi posti di lavoro, la riduzione dell’orario di lavoro e la conversione del lavoro precario in lavoro stabile e dignitosamente remunerato.

Siamo a favore di tutte quelle politiche che lottano per fermare i licenziamenti e condannare le bancarotte fraudolente e le delocalizzazioni. Riteniamo siano indispensabili la salvaguardia e la ricostruzione dello stato sociale, compreso il sistema previdenziale, e consideriamo una priorità la formazione durante l’intero arco della vita.

Chiediamo un nuovo modello di produzione, distribuzione e consumo.


Lottiamo per l’immediato ritiro della direttiva Bolkestein e del Gats (accordo generale sul commercio e i servizi).


La deregolamentazione del mercato del lavoro in Europa e il dumping sociale nei paesi in via di sviluppo sono due facce della stessa medaglia. Entrambe sono ad esclusivo beneficio delle multinazionali, perché incrementano la concorrenza tra i lavoratori e colpiscono le donne. C’è bisogno di un programma che instauri un nuovo rapporto tra lavoro produttivo e lavoro riproduttivo, e parità di salario in modo da superare la divisione sessuata del lavoro.

Diciamo no alle delocalizzazioni con il miglioramento delle condizioni di lavoro e anche dell’orario, la realizzazione di condizioni di produzione a tutela e valorizzazione dell’ambiente e il potenziamento dello stato sociale e dei salari. Requisito fondamentale sono trasparenza, democrazia nei luoghi di lavoro, e nuovi poteri per i lavoratori.

E’ attraverso la difesa dei diritti e non contro di essi che si può realizzare un mondo giusto.


Insistiamo su un urgente riorientamento delle politiche monetarie e di bilancio della Ue.


Una Banca centrale europea sotto controllo democratico dovrebbe essere messa al servizio dell’occupazione e di uno sviluppo libero dalla pressione delle richieste dei mercati finanziari, con particolare attenzione alle regioni meno sviluppate dell’Ue. Chiediamo la fine del patto di stabilità, a favore di politiche sociali a livello europeo.


Promuoviamo il rafforzamento dei servizi pubblici a livello locale regionale, nazionale ed europeo.


Contro le privatizzazioni e le direttive neoliberiste che promuovono la mercificazione dei beni comuni come l’acqua, l’energia, la cultura, l’educazione, l’assistenza sanitaria. I servizi fondamentali non possono essere regolati dal profitto e devono basarsi sui livelli di qualità richiesti dalle popolazioni.


Ci opponiamo a politiche di migrazione orientate alla repressione poliziesca o antiterroristica.



Le recenti vicende di Lampedusa, Amsterdam e Melilla, la situazione di centinaia di cosiddetti “boat people” in Italia e in Grecia e le insopportabili condizioni dei centri di permanenza per i migranti rivelano la crudeltà e il fallimento dell’Europa fortezza.

Bisogna creare una nuova politica basata sul rispetto della dignità umana, di uguali diritti dei lavoratori, che sono una parte essenziale del movimento dei lavoratori in Europa, che regolarizzi tutti i migranti e chieda un sostegno strategico al miglioramento delle loro condizioni.


Siamo a favore di un mondo senza guerra e chiediamo una politica di pace europea contro la logica militare della guerra delle superpotenze.


Lottiamo per lo sviluppo di qualsiasi cooperazione e solidarietà da parte europea in promozione della pace.

L’Europa non ha bisogno di alleanze aggressive che lacerino e mettano in discussione il ruolo dell’Onu, ma deve invece assicurare la pace, instaurando relazioni pacifiche con tutti i paesi del mondo. Facciamo appello ai popoli europei affinché chiedano la sospensione dell’adesione alla struttura militare della Nato e lo smantellamento di tutte le basi militare della Nato e statunitensi. La Nato nella sua forma attuale è inaccettabile ed è urgentemente necessario il suo scioglimento.

Il disarmo deve diventare la questione principale in un’Europa basata sulla pace.


La Sinistra europea chiede la riduzione delle spese militari a livello nazionale. L’Europa deve essere un continente libero da armi di distruzione di massa.

Si devono immediatamente ritirare tutte le truppe dall’Iraq.

Il movimento per la pace non deve abbassare la guardia. Noi ci impegniamo al raggiungimento dei suoi obiettivi, in particolare la mobilitazione dell’opinione pubblica per la solidarietà nei confronti del popolo palestinese e delle forze pacifiste israeliane.

Non ci sarà pace nella regione senza una soluzione politica del conflitto israelo-palestinese basato sulle risoluzioni Onu. Questo deve essere una priorità per l’Europa all’interno del quadro del quartetto responsabile per la “road map” come la distruzione del muro e l’immediato ritiro dai territori occupati.


Ci opponiamo all’offensiva autoritaria contro le libertà civili e i diritti sociali, democratici e dei lavoratori.



Le leggi straordinarie approvate dai governi sono un’offensiva contro i diritti individuali e collettivi, che sono il risultato di lunghe battaglie democratiche. Lottiamo per fermare questa pericolosa tendenza, perché non si può creare sicurezza contro la libertà e la democrazia.


Sì, noi possiamo cambiare l’Europa!



Noi, la Sinistra europea, siamo pienamente impegnati in questa sfida.

La nostra è una prospettiva di pace socialista, ecologista e per la democrazia radicale.

La nostra è una prospettiva anche femminista, perché l’uguaglianza e la democrazia di genere in tutti i settori della vita sono ben lungi dall’essere realizzate.

La nostra è una prospettiva che riconosce la diversità nelle scelte di vita individuali.

La nostra è una prospettiva internazionalista che apre l’Europa al mondo e promuove lo scambio tra culture, la cooperazione e una nuova solidarietà.

La nostra è una prospettiva che considera lo spazio del Mediterraneo fondamentale per la pace.


E’ necessario il cambiamento. C’è una grande separazione tra cittadini ed élite politiche. La vittoria del NO contro il trattato costituzionale esprime le dimensioni di questa frattura. La maggioranza della popolazione non è contro l’Europa. La maggioranza ha votato contro le politiche liberiste e arroganti a causa delle quali la crisi investe quotidianamente la vita delle cittadine e dei cittadini europei.


Oggi il trattato è politicamente morto. Da qui inizia un dibattito allargato sul presente in modo che in Europa ci possa essere una nuova prosperità.

Noi prenderemo parte ad un ampio movimento di cittadini e cittadine che lotta per un manifesto o una carta dei diritti sociali e politici ad immagine dell’Europa che vogliamo.


Sì, noi possiamo cambiare l’Europa!


[SM=x751611] [SM=x751611] [SM=x751611]
Pius Augustus
00martedì 21 marzo 2006 22:16
Ma siamo sicuri che la causa della bocciatura della costituzione siano le politiche liberiste? non centra proprio nulla l'allargamento indiscriminato?
Pertinax
00giovedì 23 marzo 2006 20:02
vuoi sapere perchè l'allargamento è stato cosi repentino? bene, le uniche nazioni in cui i nostri cari capitalisti possono delocalizzare sono la romania e i paesi balcanici... [SM=x751526]
Lux-86
00giovedì 23 marzo 2006 20:17
Re:

Scritto da: Pertinax 23/03/2006 20.02
vuoi sapere perchè l'allargamento è stato cosi repentino? bene, le uniche nazioni in cui i nostri cari capitalisti possono delocalizzare sono la romania e i paesi balcanici... [SM=x751526]



[SM=x751532] [SM=x751532] [SM=x751532]

conciso ed esauriente.
.Lev.
00giovedì 23 marzo 2006 21:46
c'è da dire che la sinistra europea, di cui a dirla tutta non dovremo discuterne forse in questa sezione dato che non è esplicitamente un raggruppamento comunista, sostiene tacitamente il capitalismo europeo contro quello americano prospettando una migliore regolazione sociale al fine di una competizione più vantaggiosa all'UE.
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