La confessione di Zlatan

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Barone 57
00giovedì 24 maggio 2007 21:42
IBRA: LA JUVE UN'ALTRA COSA, MORATTI PRENDI MOGGI,IL MIO CONTRATTO...

16:56 del 23 maggio

Sono le tre del pomeriggio.Usciremo
dalla suddetta un’ora e mezza dopo. In
90’ minuti di chiacchiere e confidenze al
pepe, uno dei fenomeni più puri del calcio
mondiale parlerà e parlerà.
Zlatan ci accoglie in tuta e maglietta
(«griffata Nike, altrimenti mi ammazzano!
») e si coccola il terzo vertice del triangolo,
Luciano Moggi, uno «a cui devo
molto: quando ero all’Ajax mi voleva solo
lui, dicevano che segnavo poco». Nell’altra
stanza il piccolo Maximilian, ottomesi
e la stessa faccia furba del padre. «È il
mio piccolo *** raquo; sorride Zlatan, che
strizza l’occhio alla moglie («sto sempre
con lei e con il piccolo, le notti milanesi
non mi interessano») prima di iniziare lo
show.
Molto piacere...
«Aspetta - suona il telefono
- “Ok Mino, a dopo”.
Scusa, era il mio
procuratore».
Problemi?
«Assolutamente no, solo
che oggi va a trovare Moratti:
devono parlare dell’adeguamento
del mio contratto...»
Ripeto: problemi?
«Guarda, l’estate scorsa Moratti è
stato bravissimo, il più veloce di tutti.
Mi voleva anche il Milan, ma i nerazzurri
hanno sbaragliato la concorrenza:
avevano un progetto. Mi piacerebbe
che ci fosse la stessa decisione anche
adesso».
Questione di quattrini?
«Eheheheh. Alla Juve su certe cose erano
più decisi».
Spiegaci.
«Con lui (indica Moggi ndr) era tutto preciso
e stabilito, del resto la Juve era una
squadra abituata a stare al vertice. Non
potevi sgarrare. All’Inter abbiamo appena
cominciato a stare nel “paradiso delle
vincenti”...».
Differenze tra le due squadre?
«Per farti capire: quando entravamo in
campocon la Juve gli avversari se la facevano
sotto. Prima della partita eravamo
già 1-0 per noi. All’Inter questa cosa non
succede».
Fantastichiamo: Juventus 2005/06 contro
Inter 2006/07. Chi vince?
Sono due grandi squadre, ma la Juve aveva
qualcosa di più. Un senso di coesione
che a Milano ancora non c’è».
Questione di caratteri?
«Non saprei. Ma ti posso dire che l’anno
scorso se uno giocava male gli altri lo tiravano
su, qui invece accade il contrario:
chi gioca male trascina gli altri. Te l’ho
detto, bisogna saper stare ai vertici. All’Inter
stiamo imparando. E poi...».
Prego?
«Una grande squadra non può permettersi
di prendere sei gol in una partita.
Neanche quando manca di motivazioni e
in palio c’è “solo” la Coppa Italia».
Servono rintocchi per l’anno nuovo?
«Tre. C’è bisogno di gente di spessoreche
ci faccia fare il salto di qualità».
Un nome?
«Christian Chivu. Giocavamo insieme all’Ajax
e per me è un fenomeno. Fossi in
Moratti non me lo farei scappare».
E Suazo?
«Bel giocatore. Se arriva sono contento.
Anche se siamo già in quattro all’attacco».
In cinque. C’è anche Recoba...
«È vero, ma guarda che non l’ho dimenticato.
In allenamento si impegna come
pochi, quest’anno però ha dovuto fare i
conti con continui infortuni».
Domani (oggi ndr) c’è la finale di Champions.
Ti toccherà guardarla in tv.
«Potevamo esserci anche noi. A Valencia
siamo solo stati sfortunati».
E invece si affrontano Milan e Liverpool.
Chi vince?
«Il Milan. Grande squadra e hanno troppa
voglia di vendicarsi».
Così i maligni diranno: “Anche quest’anno
l’Inter ha vinto meno del Milan”.
«Io dico il contrario. Se vincono i rossoneri
mettiamo a tacere tutti quelli che dicono
che la serieAèuntorneo in discesa libera.
E noi, del resto, saremmo quelli che
hanno battuto due volte i campioni d’Europa.
Mica male no?».
Vero. Chi deciderà la partità?
«Non lo so, ma ti faccio un’altra previsione.
Il Pallone d’Oro andrà a Kakà. Anche
se dovesse perdere la finale».
A te niente?
«Non ci penso. Sono cose che devono arrivare
naturalmente».
A che punto sei della tua carriera?
«Ho vinto 5 titoli nazionali, ma devo ancoracrescere
in molte cose.Quandoavrò
raggiunto il top sarà il momento di smettere.
Si va avanti solo con gli stimoli».
In effetti tecnicamente hai ancora molto
da imparare...
«Eheheheh. Colpa di questo (mostra il
piede nudo ndr). Ho il 47».
Parlavi di cinque titoli nazionali. C’è chi
non è d’accordo...
«Peggio per lui. Ho vinto due titoli con l’Ajax,
due conla Juveequest’anno con l’Inter.
Stop».
Sei affezionato ai tuoi vecchi compagni?
«Sì, a Torino stavo bene e come città la
preferisco a Milano. Poco fa ho sentito
Nedved e sono contento per lui e per la Juve.
L’anno prossimo sarà una bella sfida».
Già, Inter-Juve. Che match sarà?
«Darò il massimo per far vincere l’Inter
naturalmente».
Naturalmente. Il collega che ha inciso di
più l’anno scorso e quello che ha fatto altrettanto
quest’anno.
«Guarda, non riesco a fare distinzioni.
Siamostati tutti bravi sia alla Juve
che all’Inter. Certo quest’anno
Materazzi e Stankovic hanno
fatto meraviglie».
A proposito di Materazzi,
mai avuto problemi con lui?
«Neanche uno. È un grande e
mi dispiace non poterci giocare
contro: avversari come lui mi stimolano».
Meglio Capello o Mancini?
«Capello è bravissimo perché
ha il fare del leader e vuole avere
sempre il polso della squadra.
Mancini è bravissimo
perché parla poco: si aspetta
che i giocatori si comportino
da professionisti. In più ha un
tocco di palla...».
Ti capita di sentire ancora Capello?
«No».
A proposito: l’infortunio all’adduttore?
Per fortuna ci sono le vacanze...
«Sto recuperando, ma ci vuole tempo. Andrò
in vacanza, forse alle Maldive, ma prima
devo giocare due partite di qualificazione
agli Europei con la Svezia...».
(«Pensa a rimetterti Zlatan, altro che partite!
» lo consiglia Moggi). A proposito di
nazionale: hai ricucito i rapporti col ct?
«In ottobre mi caccia dal ritiro perchéuna
notte arrivo con un’ora di ritardo: non ero
ubriaco, nè avevo combinato guai. Poi mi
richiama dopo una settimana e mi fa:
“Vabbè, dimentichiamo tutto”. Col cavolo,
dico io. Sono tornato, ma gioco esclusivamente
per la gente e per tutti quei ragazzini
che in Svezia mi adorano».
Il Mondiale però è andato male.
«Avevo problemi personali: se la mente è
altrove in campo combini poco...».
Gira una leggenda: hai 12 anni, la tua
squadra perde 4-0, entri nelsecondo tempo
e segni 8 gol. Finisce 8-4 per voi.
«Tutto vero. In campo ero il più piccolo».
Grazie Zlatan. Ah... Bella la Bentley.
«È di Vieira. Abita qui sopra e ancora più
su c’è Ronaldo. Anch’io però ho le mie
belle macchine. Una in particolare...».
Scommetto una Ferrari...
«Prima di firmare con la Juve dico a Giraudo:
“Firmo, però voglio una Enzo Ferrari”.
E lui: “Tranquillo”. Dopo un po’ torno alla
carica e Giraudo mi fa: “Ti do la sua, quella
di trent’anni fa...”. Alla fine sono riuscito
ad averla veramente, è bellissima, ce ne
sono solo 399 esemplari al mondo».
Erano forti quelli della Triade.
«Li hanno fatti fuori perché vincevamo
troppo: questione di gelosia. Quando sono
arrivato all’Inter la prima cosa che ho
detto a Moratti è stata: “Se vuoi cambiare
la mentalità devi prendere Luciano”. Per
fortuna abbiamo vinto lo stesso...». (Fabrizio Biasin)

(Libero)
Barone 57
00lunedì 28 maggio 2007 21:49
Evitiamo di scrivere cose assurde,parliamone con sportività.
Grazie
MaxNeroAzzurro
00mercoledì 30 maggio 2007 09:15
l'intervista...
secondo me è stata manipolata a dovere dagli organi di stampa che pur di vendere qualche copia in più regalerebbero la propria mamma!
Il collegamento su moggi, scagiona a mio avviso, almeno i giocatori juventini perchè traspare che effettivamente erano all'oscuro delle manovre dietro alle quinte di big luciano.

Questione contratto: Chiede un'adeguamento a mio parere giusto dopo la grande stagione. Pensiamo che kakà, ad esempio, rimanga al milan per amore?

Questione scudetti: Nell'intervista fa rimangiare quintali di parole spese dai suoi ex tifosi che gli hanno dato del mercenario traditore. Lui sa che il primo scudo l'ha vinto con la juve e non si vanta mai di averlo portato sul petto quest'anno con l'inter, nonchè non nega mai che l'efficienza della classe dirigente juventina era molto buona.

Siamo di fronte all'ennesimo tentativo di tirare fuori del marcio dove non c'è! Un intervista genuina...trasformata in yogurt acido!
Barone 57
00mercoledì 30 maggio 2007 10:30
Zlatan ha dimostrato in questa intervista che nella vita come sul campo è un istintivo e non un riflessivo,una grande qualità nel calcio,ma nella vita bisogna pensare sempre a quello che si dice soprattutto se sei un personaggio pubblico.
Il giornalista si sà come tutti i lavoratori deve produrre qualcosa che poi deve essere venduto altrimenti.....
Poi c'è chi vuole fare carriera a tutti i costi e si comporta disonestamente,ma questo in tutti i lavori.
Non sono d'accordo a dare delle colpe a Luciano Moggi,in questi giorni ho sentito per radio il giornalista,ha detto che aveva chiesto il permesso all'ufficio stampa dell'inter,perchè così è la prassi,
per evitare storie potevano chiedere che il giocatore venisse intervistato alla pinetina in presenza di un addetto stampa dell'Inter che ne sò.
Più volte la società c'è cascata bonariamente,sarebbe il caso che si svegliassero....girano troppi soldi e infiniti interessi.
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