L'affaire Cesare Battisti...

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ephrem
00domenica 7 marzo 2004 23:44
desideravo da almeno una settimana postare qualcosa riguardo questo argomento, sono sorpreso che nessuno l'abbia fatto prima di me.

Voglio prima di tutto precisare che la posizione di una grandissima fetta dell'intelligenzia francese mi ha sconcertato, così come non approvavo e non approvo l'atteggiamento della Francia nei confronti di fuori usciti appartenenti ai movimenti direttamente coinvolti o fiancheggiatori delle Brigate Rosse.

Ho ricercato un po' di articoli sul web, volevo inserire anche articoli trovati sui siti di Libération, dell'Humanité o de Le Monde, ma non avendo il tempo di tradurli in italiano, per adesso li lascio in sospeso...

"Da Repubblica:
PARIGI - Cesare Battisti, ex leader dei proletari armati per il comunismo, è stato arrestato a Parigi: sarà presto estradato in Italia. Battisti, che ora è un affermato scrittore di gialli, è stato arrestato secondo su richiesta del ministero della giustizia italiano, sulla base di due condanne definitive all'ergastolo relative a diversi omicidi tra cui quello del gioielliere Torreggiani.

51 anni, Battisti è uno dei superlatitanti degli anni di piombo fuggito dall'Italia e rifugiato in Francia.
Nel 1990 dopo essere fuggito in Messico, tornò a Parigi.
L'arresto di Battisti è un altro effetto della linea dura scelta dal governo francese (grazie alla quale è stato estradato Paolo Persichetti).

E' stato condannato all'ergastolo dalla Corte d'assise e d'appello di Milano per aver personalmente ucciso il gioielliere Torreggiani, ferito suo figlio oggi paraplegico, per l'omicidio di un maresciallo degli agenti di custodia, Santoro, e di un agente della Digos, Campagna. Faceva parte inoltre del commando che fece irruzione nella sede del Msi a Mestre, uccidendo un membro del partito, Sabbadin. Finito in carcere a Frosinone per l'omicidio Torreggiani, ne evase clamorosamente nel 1981, dileguandosi nel nulla.

dal Manifesto:
Il comune di Parigi in sua difesa
Cesare Battisti, ex leader dei Pac (Proletari armati per il comunismo), è da oggi «sotto la protezione della città di Parigi». Battisti, scrittore di romanzi gialli finito agli arresti nella capitale francese il 10 febbraio scorso, rischia di essere estradato in Italia, dove è stato condannato a due ergastoli. In attesa che domani il tribunale si pronunci sulla sua istanza di scarcerazione, il consiglio comunale parigino (a maggioranza di sinistra) ha adottato un inedito provvedimento di «protezione», tramite la nascita di un «comitato di vigilanza». I consiglieri di sinistra si recheranno domani in corteo al palazzo di Giustizia, dove alle 13 sarà esaminato il caso Battisti. All'Hotel de Ville, socialisti, verdi e comunisti, hanno poi convocato una conferenza stampa per chiedere il rispetto della «dottrina Mitterrand» (asilo ai rifugiati italiani degli «anni di piombo» in cambio della rinuncia alla lotta armata), la «liberazione senza condizioni né ritardi di Cesare Battisti», «la garanzia che tutti gli altri rifugiati politici italiani non siano estradati».

dal sito del ministero degli interni:
Il terrorista Cesare Battisti, condannato in Italia all'ergastolo per omicidio e banda armata, è stato arrestato, il 10 febbraio, nella sua abitazione parigina dagli agenti della Dnat, la direzione nazionale dell'antiterrorismo francese.
Ex leader dei Proletari Armati per il Comunismo, era superlatitante dal 1990 quando, negli anni di piombo, si rifugiò in Francia.
Il Ministro dell’Interno Pisanu confida nell’accoglimento della domanda di estradizione da parte delle autorità francesi.
Da La Padania:

Il ministro Castelli: deliranti le critiche della sinistra all'estradizione di Battisti

«Ho letto con soddisfazione l'articolo con cui il quotidiano francese Le Figaro ha preso posizione criticando la pesante campagna stampa della sinistra francese contro l'arresto del terrorista Cesare Battisti. Un campagna stampa, alla quale la sinistra italiana non è certo estranea, infarcita di insulti e che ha cercato di presentare il nostro governo alla stregua di una dittatura». Questa l'opinione del ministro della Giustizia Roberto Castelli, in merito alle polemiche seguite all'arresto in Francia dell'ex leader dei "Proletari armati per il comunismo", Cesare Battisti.«Ho trovato deliranti le affermazioni del segretario del partito socialista francese Francois Hollande, a cui non ho voluto rispondere perché credo che le sue parole si commentino da sole e perché sono sicuro che lui rappresenti solo una parte esigua dell'opinione pubblica francese, come le ultime elezioni hanno dimostrato - afferma il Guardasigilli - . L'articolo de Le Figaro fa giustizia delle vergognose argomentazioni finora sostenute da parte della sinistra francese. E' comunque preoccupante che, nel momento in cui si vuole costruire uno spazio comune europeo di sicurezza, libertà e giustizia, ci siano rappresentanti di partiti europei che la pensano come lui».«Le parole di Hollande dovrebbero far riflettere gli "euro-entusiasti" di maniera - prosegue Castelli - egli, infatti, è sicuramente un entusiasta sostenitore del mandato d'arresto europeo, della proposta di decisione quadro sul mandato europeo di confisca dei beni e della proposta di decisione quadro contro il razzismo e la xenofobia, che in realtà rischia di essere uno strumento di limitazione della libertà di pensiero. D'altro canto -conclude il Guardasigilli - il modo di ragionare della sinistra non solo francese che emerge da questo caso è evidente: chi la pensa come noi sia libero, anche se è un assassino; chi non la pensa come noi, invece, in galera». Corriere della Sera:Arrestato a Parigi Cesare BattistiL'ex leader dei proletari armati per il comunismo verrà estradato su richiesta del ministero della Giustizia italianoPARIGI - Cesare Battisti, ex leader dei proletari armati per il comunismo, è stato arrestato stamane a Parigi nella sua abitazione, a fini estradizionali. Lo si è appreso da fonti della Dnat, la direzione nazionale dell'antiterrorismo. Battisti, che si è affermato come scrittore di gialli, è stato arrestato secondo le fonti su richiesta del ministero della Giustizia italiano, sulla base di due condanne definitive all'ergastolo relative a diversi omicidi tra cui quello del gioielliere Torreggiani.CONDANNATO ALL'ERGASTOLO - Cesare Battisti, 51 anni, è uno dei superlatitanti degli anni di piombo fuggito dall'Italia e rifugiato in Francia. Nel 1990 dopo essere fuggito in Messico, torna a Parigi e viene arrestato. Cinque mesi di carcere, poi la libertà perché la Francia non concede l'estradizione verso Paesi dove i condannati in contumacia non sono riprocessati. Ciò era valido fino a quando, nel settembre 2002- dopo l'estradizione-lampo di Paolo Persichetti- la Francia di Jacques Chirac ha deciso di voltare la pagina della tolleranza verso i rifugiati italiani aperta dal suo predecessore Francois Mitterrand. Dopo un incontro con il collega italiano Roberto Castelli, il Guardasigilli Dominique Perben annunciò che avrebbe esaminato «caso per caso» la situazione di chi è condannato in Italia. In pratica, avvertì allora il ministro, i fatti di sangue, gli omicidi, i gambizzati, cioè i reati del terrorismo militante «sul campo», comporteranno l'estradizione in Italia anche in deroga al «colpo di spugna» per i delitti più antichi. È stato condannato all'ergastolo dalla Corte d'assise e d'appello di Milano per aver personalmente ucciso il gioielliere Torreggiani, ferito suo figlio oggi paraplegico, per l'omicidio di un guardiano di prigione, Santoro, e di un agente della Digos, Campagna. Faceva parte inoltre del commando che fece irruzione nella sede del Msi a Mestre, uccidendo un membro del partito, Sabbadin. Finito in carcere a Frosinone per l'omicidio Torreggiani, ne evase clamorosamente nel 1981, dileguandosi nel nulla. Vent'anni di latitanza, prima Parigi poi nuova fuga nel timore dell'estradizione, verso il Messico, con la compagna Laurence che gli dette due figli dalla quale è oggi separato."


ephrem
00lunedì 8 marzo 2004 10:14
Fonte: Corriere della sera 8 Marzo 2004
POLITICA
Intervista con l'esponente ds sull'ex terrorista
Violante: «Battisti è un assassino, paghi»
«Ora la Francia lo rimandi in Italia. La sinistra francese sbaglia, Castelli fa bene a chiedere l'estradizione»
ROMA - «Lo Stato non può essere titolare del perdono davanti a delitti di sangue di questa ferocia: chi siamo noi per esercitare questo potere?». Se lo chiede Luciano Violante, ex magistrato in prima linea durante gli anni di piombo, ora capogruppo ds alla Camera, che in questa intervista definisce la «dottrina Mitterrand» incompatibile con lo spazio giuridico europeo e accusa la sinistra francese di sostenere una battaglia «infondata e sbagliata» sul caso di Cesare Battisti: «Lo Stato italiano ha processato e condannato per omicidio questa persona e, adesso, sulla base di quale principio non dovrebbe chiedere la sua estradizione?». Quindi, sorpresa, Violante dice anche che «bene ha fatto il ministro Castelli a insistere».
Il direttore di Le Monde , Edwy Plenel, dice che «è sbagliato accanirsi su un mondo dei vinti». Qual è il difetto di analisi della sinistra francese sui nostri anni di piombo?
«Secondo la cosiddetta dottrina Mitterrand, doveva essere tutelato anche chi era stato condannato per delitti di sangue commessi per ragioni politiche, e poi aveva ottenuto rifugio in Francia. Nel ’91, sulla base di questo principio, la Corte d’Appello di Parigi ha respinto la richiesta di estradizione di questo personaggio. E adesso, giustamente, le autorità italiane hanno ripetuto la richiesta».
Ma a Parigi si allarga il fronte «garantista»: giornalisti, scrittori, politici. Tutti contro la richiesta italiana.
«Qual è il punto? Si ritiene che la Francia verrebbe meno con la parola data a un cittadino che ha trovato rifugio sul suo territorio, se correggesse la decisione presa nel ’91. Ma questo è un punto di vista francese che a noi interessa solo marginalmente. E quando si dice che non bisogna estradarlo perché il processo era sbagliato, o si assume che quegli omicidi furono commessi per ragioni politiche tutelabili, credo che non ci siamo proprio».
Nel 2002 il Guardasigilli Castelli incontrò il collega Perben e sulla dottrina Mitterrand ci fu una svolta: Paolo Persichetti è stato estradato e ora la richiesta cade su Battisti.
«Per quanto ci riguarda, il tipo di polemica che sta facendo una parte della cultura francese è infondato e sbagliato. Lo Stato italiano ha processato e condannato per omicidio questa persona. Sulla base di quale principio ora dovrebbe non richiedere la sua estradizione? Lo Stato democratico non può sostituirsi alla propria legalità e ai sentimenti delle vittime. Qui ci sono persone che sono state uccise: un gioielliere, un agente di custodia e un macellaio. Un giovane è condannato alla sedia a rotelle. Che Battisti sia un assassino non c’è dubbio. E’ pure evaso da un carcere italiano».
Sul Manifesto Rossana Rossanda sostiene che quello contro Battisti fu un processo tutto indiziario.
«Battisti è stato condannato in seguito a un processo del tutto regolare e più garantista di quello che, ad esempio, avrebbe potuto avere in Francia una persona imputata dei suoi stessi delitti. Il nostro processo penale, anche durante gli anni del terrorismo, è sempre stato più garantista del processo francese. E anche oggi è così».
La dottrina Mitterrand è compatibile con lo spazio giuridico europeo?
«Oggi si tratta di principi incompatibili con l’unità politica europea, con la collaborazione nella lotta al terrorismo e al crimine organizzato. Guai, se atti di terrorismo compiuti in uno Stato europeo fossero tutelati in un altro Stato. A quel punto, salterebbe l’unità politica europea».
Castelli, dunque, ha fatto bene a insistere con le richieste di estradizione?
«Ha fatto sicuramente bene. Peccato, però, che abbia fatto male su altri fronti».
Vendetta o perdono: la Rossanda ipotizza che Erich Priebke possa scontare gli arresti domiciliari a Bariloche, in Argentina, accanto a sua moglie. E’ una strada praticabile?
«Se è per questo, la moglie di Priebke può anche trasferirsi a Roma. Priebke si trova qui a 91 anni perché si è sottratto alle sue responsabilità per molti decenni: non ho alcun senso di commiserazione per il responsabile delle Fosse Ardeatine».
Il perdono dipende sempre dalla volontà delle famiglie delle vittime?
«La volontà delle vittime ha un peso che lo Stato non può ignorare. Io contesto che lo Stato sia titolare del perdono per delitti commessi nei confronti dei privati cittadini. Per esempio, mentre la famiglia Calabresi ha detto che non ha più nulla da chiedere a Sofri, la famiglia Torreggiani (i parenti del gioielliere ucciso da Battisti; ndr) si è espressa in modo diverso. Mentre Priebke ha commesso un delitto contro l’umanità. Sono tre casi completamente differenti e lo Stato non può essere titolare del perdono davanti a delitti di sangue di questa ferocia: chi siamo noi per cancellare un reato?».
Lei, da presidente della Camera, parlò di pacificazione...
«No. Non ho mai parlato di pacificazione. Molti mi attribuiscono questa parola ma io dissi un’altra cosa: siamo in pace e non abbiamo bisogno di nessuna pacificazione né è possibile alcuna parificazione tra nazifascismo e Resistenza. Ho chiesto di capire le ragioni di scelte profondamente sbagliate. Dissi che, senza parificazioni e revisionismi, bisognava capire le ragioni per le quali migliaia di giovani invece di scegliere la Resistenza scelsero Salò: chi nel ’44 faceva la guardia ai vagoni piombati non poteva non sapere dove andavano a finire quei prigionieri. Eppure, la guardia la faceva lo stesso. Che cosa scattava nella cultura di quel pezzetto di generazione? E perché, altre volte, settori della gioventù italiana hanno ritenuto di usare la violenza alimentando il terrorismo? Questo è il ragionamento, ma non ha niente a che fare con il perdono».
Sofri, Mambro, Fioravanti e tanti altri meno noti: costituiscono solo un problema in sospeso?
«Noi continuiamo ad avvitarci sul passato utilizzato continuamente come arma del presente, ma non ne usciremo finché non avremo una classe dirigente capace di proporre un futuro al Paese. Spero che alle prossime elezioni le cose cambino e, a quel punto, ognuno di questi problemi assumerà una sua esatta dimensione. Oggi il centrodestra non ha nulla da proporre per il futuro del Paese: ha tolto ogni sicurezza, premia la frode e punisce il merito frantumando la coesione civile: così, ad esempio, è accaduto sui condoni e con le leggi vergogna».
L’Ulivo, se vincerà, potrebbbe proporre un atto di clemenza per chiudere gli anni di piombo?
«Non ne vedo né la necessità né l’opportunità» .


Dino Martirano


beren erchamion
00venerdì 12 marzo 2004 22:09
mio fratello conosce il figlio paraplegico del gioielliere , ogni tanto si trovano in un circolo giocando a carte, e qualche volta lo ha accompagnato a milano allo stadio ,entrambi tifosi milanisti, io nn l'ho mai incontrato di persona, ma me ne ha parlato come di una persona segnata da un destino che lo accompagnerà per tutta la vita, un ragazzo, un uomo ormai ,dolce che paga un prezzo cosi alto, e il suo "carnefice" scrive libri di successo in francia, l'ho visto in tv una faccia che personalmente tirava solo schiaffi, di quali pseudoideologie si faceva schermo costui nn sò , ma certo chi uccide a sangue freddo innocenti, credo debba assumersene almeno la responsabilità personale , se avesse un minimo di dignità si costituirebbe lui stesso, ma chi non è altri che un assassino,si nasconde dietro parole vuote, "scontro sociale, anni di piombo,lotta di classe, bla bla...e poi rapine e prendi i soldi e scappa messico ,francia pure il successo letterario ,una vita nuova...e la coscienza di questo individuo? dov'è ora , il combattente di non si sa quali cause...alle sue vittime innocenti una lapide di un cimitero e una carrozzina...
ephrem
00sabato 13 marzo 2004 08:57
...

Aldilà degli aspetti giuridico-legali tra Francia ed Italia, quello che mi ha particolarmente disgustato é l'assoluta certezza da parte di questo (viscido) personaggio di non dovere fare i conti neppure con la propria coscenza nessun gesto di "pietas" nei confronti delle vittime dirette o indirette delle sue azioni, ma evidententemente costui non conosce neppure il significato di tale termine. Quasi come se, rifacendosi una vita sotto il governo Mitterand egli avesse pagato il tributo per il suo passato più che discutibile...

grazie beren della tua testimonianza...



[Modificato da ephrem 13/03/2004 9.07]

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