Jeanloup Sieff

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@Ljuba@
00venerdì 2 giugno 2006 14:32
Parigi, 1933 - 2000.


Jeanloup Sieff è stato una star, uno dei primi fotografi francesi ad affermarsi in America, vincitore di innumerevoli premi , fra il Grand Prix National de la Photographie nel 1992, è un protagonista del mondo della fotografia commerciale e pubblicitaria.

L’altra faccia della medaglia è stata che il mondo dell’arte l’ha sempre trattato con un certo distacco: era troppo considerato un amatore - nella tradizione di Jacques-Henri Lartigue – per essere pienamente accettato dalla comunità artistica ma d’altra parte neppure Sieff stesso era certo di voler farne parte.

Era un “pasticcione” vecchio stile, profondamente appassionato della manualità della fotografia e del suo empirismo. Preferiva una casuale noncuranza sulle sue immagini e non dedicava troppo tempo a quelle che considerava analisi pretenziose o artificiali e si compiaceva di una sua certa “leggerezza”: 'Sono orgoglioso dei due aggettivi superficiale e frivolo', ha scritto nel suo ultimo libro. Amava anche un tocco di volgarità e lo utilizzava per aumentare il suo successo ma chiunque lo abbia incontrato ricorda un uomo di enorme cultura, che citava i brani letterari che amava con una passione ed un garbo rari.

Sieff non trovò immediatamente la sua strada. Due brevi esperienze alla Magnum in 1958 - che chiamò 'prendere gli ordini sacri nella fotografia' e per la quale lavorò a Rom, per la morte di Papa Pio XII, poi in Turchia, Grecia e Polonia - e ad Elle non gli lasciarono alcun segno e alcuni grandi reportages, soprattutto quello sullo sciopero dei minatori in Belgio nel 1959, restano come testimonianza di come avrebbe potuto essere anche un altro tipo di fotografo. Solo all’inizio degli anni 60 si ritrovò alla rivista di moda Jardin de Mode con Frank Horvat e Helmut Newton, e finalmente la moda poteva essere fotografa in situazioni reali, per le strade: Sieff era nel suo elemento.

Fra il 1961 il 1966 Sieff ebbe un grande successo in America, lavorando per tutte le principali riviste: Esquire, Glamour, Vogue, e il rapporto che forse più lo influenzò fu quello con Marvin Israel a Harpers Bazaar. Da allora in poi la fotografia commerciale, soprattutto di moda, divenne il suo campo d’azione che abbandonava solo per svagare e ricaricare alla sua creatività. Queste divagazioni includono i ritratti, che amava particolarmente, una serie di paesaggi della Valle della Morte del 1977 e i nudi, un tema su cui maggiormente si concentrò con l’andare del tempo.

Sieff conobbe un enorme successo in Francia e in tutto il mondo. Le sue immagini sono sempre rimaste inimitabili, qualsiasi fosse il loro soggetto. L’atmosfera dei suoi lavori in bianco e nero, sempre perfettamente stampati, divenne il marchio del suo stile eppure riusciva a permeare ogni sua opera di un senso di disagio psicologico e di dubbio.

Dandy per tutta la sua vita, è sempre stato difficile quanto del suo essere playboy fosse solo apparenza: sapeva certamente godersi la vita ma ha sempre dimostrato il massimo impegno professionale. Quasi ognuno di noi conosce un’immagine o due di Sieff, magari senza neppure sapere che lui ne è l’autore, e questa resta un’eredità straordinaria.

La fotografia di Jeanloup Sieff si delizia del piacevole e l’avvio della sua carriera di fotografo, nel 1954, si basa sulla ricerca del piacere: 'il piacere fisico di rappresentare le forme, il piacere di quelle luci stupefacenti, il piacere di creare e vivere attraverso spazi e incontri'.

Le sue fotografie trasmettono una fascinazione senza fine per il mondo patinato del cinema, delle vite all’insegna del piacere sotto il cielo Hollywood, della fotografia di scena, in cui un attimo di glamour è fermato con ancora lo splendore di tutti gli espressionistici effetti di luce del set cinematografico.

Sieff colse anche innumerevoli opportunità di fotografie di balletto, fra cui forse il lavoro più importante è la sua cronaca dei grandi danzatori che hanno ballato con il Balletto dell’Opéra di Parigi: Rudolph Nureyev, Carolyn Carlson, Claire Motte e Nina Vyrubova. Se c’è un tipico soggetto di Sieff, è una giovane danzatrice con i capelli raccolti, ritratta nell’esecuzione degli esercizi.

Sieff sostiene che i danzatori hanno una 'intelligenza corporea' che li rende capaci di riempire lo spazio con i loro movimenti. 'Fra le modelle che io fotografo per le riviste di moda, riconosco immediatamente quelle che hanno studiato danza: sanno come tenere eretta la testa, hanno un certo modo speciale di sedersi e una eleganza che la padronanza del loro corpo ha reso innata.'

Una delle prime immagini di Sieff è una affusolata ballerina bionda alla scuola di Boris Kniaseff a Lausanne che gli ricordava una scultura di Giacometti e che resta un ideale a cui ha fatto costante riferimento. Inevitabilmente Sieff sente anche l’influenza delle immagini di ballerine di Degas e Seurat, e delle donne al bagno di Rodin e alcune sue fotografie rivisitano pose di modelli di Seurat nel linguaggio della foto di moda.


dal web (eyestorm)

grande perdita aggiungo io..

Ahamiah
00venerdì 2 giugno 2006 14:46
ecco alcune sue "opere"






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