Fini: l'orientamento sull'Iraq non cambia
CIAMPI - In un messaggio inviato alla moglie del maresciallo Simone Cola, ucciso in Iraq mentre era in servizio, il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha espresso «profonda tristezza e dolore» e il cordoglio a nome di tutti gli italiani.
PERA - Appresa la notizia della morte del soldato italiano a Nassiriya, il presidente dell'assemblea di palazzo Madama Marcello Pera ha espresso, in una dichiarazione il «profondo cordoglio personale e di tutto il Senato». «Un militare - ha aggiunto Pera - che operava al servizio della sicurezza e del ritorno della democrazia in Iraq, a pochi giorni dalle elezioni che si svolgeranno nel Paese».
CASINI - Il presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini, ha espresso la vicinanza delle istituzioni alla famiglia del militare rimasto ucciso in Iraq. «Solidarietà nel nome di quei principi di pace e di solidarietà che noi cerchiamo di portare nel mondo, anche in Iraq che è alla vigilia di elezioni importantissime. Non ci sono parole se non quelle di dire ancora una volta grazie a questi straordinari ragazzi e inchinarci con commozione nel nome di questo nuovo caduto».
BERLUSCONI - Appena appresa la notizia della morte di un soldato italiano in Iraq, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha espresso il suo profondo cordoglio personale e quello dell'intero governo. Lo si legge in un comunicato diffuso da palazzo Chigi.
FOLLINI - «È una notizia che stringe il cuore. Il governo italiano è vicino alla famiglia di Simone Cola e a tutti i soldati italiani che sono impegnati laggiù a fare il loro dovere, a contrastare il terrorismo e a cercare di dare una mano per costruire la pace e la democrazia». Lo afferma il vicepremier Marco Follini.
FINI - «È il momento del dolore, il nostro pensiero va alla famiglia e alle forze armate che pagano un tributo ulteriore alla speranza di pace, libertà e democrazia per l'Iraq». Così il ministro degli Esteri, Gianfranco Fini da Bangkok, dove si trova in missione, che poi ha aggiunto: «L'orientamento del governo italiano in Iraq non cambia rispetto ai giorni scorsi anche se ci rendiamo conto perfettamente che in questo momento saranno molti quelli che chiederanno il ritiro delle truppe e cercheranno di cogliere l'occasione di questa tragedia per fare valutazioni molto polemiche».
FRATTINI - Franco Frattini, commissario europeo alla Giustizia: «Provo grande dolore per un connazionale ucciso. È la tragica conferma che i terroristi continuano e continueranno nei prossimi giorni a seminare morti per impedire lo svolgimento delle elezioni in Iraq».
MARTINO - Il ministro della Difesa, Antonio Martino, ha espresso il suo «profondo dolore per il decesso del militare» italiano ucciso a Nassiriya. Il ministero della Difesa, si legge in una nota, «si riserva di comunicare le generalità del militare deceduto solo dopo che i familiari saranno stati avvertiti».
CALDEROLI - «Alla famiglia del militare italiano caduto stamani va tutto il nostro cordoglio: il cammino verso la pace e la democrazia è difficile e purtroppo tocca pagare il prezzo anche di sangue innocente», ha detto il ministro delle Riforme Roberto Calderoli.
PRODI E FASSINO - Romano Prodi, leader dell'Alleanza del centrosinistra ha espresso il proprio «cordoglio» ed il proprio «dolore» .«Dolore, cordoglio e solidarietà» alla famiglia e alle Forze Armate sono stati espressi dal segretario nazionale dei Democratici di Sinistra, Piero Fassino.
DI PIETRO - «Esprimiamo la nostra commozione per la morte del militare italiano e la profonda solidarietà dell'Italia dei Valori alla sua famiglia. Resta insoluta la questione di sempre: perché abbiamo mandato e teniamo là a morire delle persone, senza ragione e senza poter contribuire ad aiutare il popolo iracheno?»
ANGIUS E BORDON - Sulla morte del soldato italiano in Iraq i Presidenti dei gruppi parlamentari DS e Margherita del Senato, Gavino Angius e Willer Bordon, hanno chiesto al Presidente del Senato, Marcello Pera, che il Governo venga in Senato per riferire sulla vicenda sollecitando anche la convocazione congiunta delle commissioni Esteri e Difesa.
DILIBERTO - «Esprimiamo tutto il nostro cordoglio alla famiglia del militare rimasto ucciso in Iraq. Anche questa ennesima tragedia ci induce a chiedere con decisione il ritiro immediato delle truppe italiane dall'Iraq. E' necessario che tornino subito a casa i militari italiani impegnati in una guerra che ogni giorno vede aumentare la sua lista di vittime civili e militari».
LA RUSSA - «Ammainiamo le bandiere di fronte a questo sacrificio». Ignazio La Russa espremie «grande dolore» per la morte del soldato italiano in Iraq, «gli italiani - dice - svolgono un lavoro per la pace e sanno che possono andare incontro al sacrificio più grande. Questo - continua - non diminuisce il cordoglio, ma rende ancora più forte la vicinanza a tutti i soldati italiani».
RUSSO SPENA - «Come andiamo dicendo da fin troppo tempo quello iracheno è un luogo di guerra, non di missione umanitaria, il governo vuole fingere a sé stesso e al Parlamento dicendo che i nostri militari non sono in guerra». Lo dice a Radio Radicale il vicecapogruppo del Prc alla Camera Giovanni Russo Spena.
VELTRONI - «Dall'Iraq arriva purtroppo una nuova terribile notizia. Sono profondamente addolorato per la morte del maresciallo Simone Cola, mando la testimonianza del mio cordoglio alla moglie, al figlio e partecipo alla solidarietà che in questo triste momento viene dalla nostra città e da tutto il paese ai suoi familiari e ai commilitoni».
COSSUTTA - Il presidente del Pdci, Armando Cossutta: «Proprio ieri il ministro della difesa Martino affermava, con una certa boria, che i nostri soldati sarebbero rimasti in iraq sino a dopo le elezioni. Oggi arriva la tragica conferma di tutte le nostre preoccupazioni di cui il governo non si avvede e di cui, invece, si deve assumere la piena responsabilità. L'unica strada da seguire è quella del ritiro immediato del nostro contingente militare dall'Iraq».
PECORARIO SCANIO - «Di fronte alla notizia della morte del militare italiano provo dolore e rabbia». Lo ha dichiarato il presidente dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio esprimendo profondo cordoglio ed aggiungendo: «questa guerra folle provoca ogni giorno decine di morti. Non dobbiamo ricordarcelo solo quando muore un nostro connazionale. Purtoppo il nostro governo, e lo ha confermato anche ieri il ministro Martino, non ha un piano di ritiro delle nostre truppe per sganciarci da questo terribile conflitto. È invece sempre più urgente - ha concluso Pecoraro - il ritiro dei nostri militari da un conflitto che sembra non avere fine».
Fonte Il Corriere.it