Il rischio è rimanere a secco.
Il 41% delle terre emerse sul nostro Pianeta è a corto d'acqua. La stima comprende una varietà di ambienti: da quelli sub-umidi del bacino del Mediterraneo a quelli ultra-aridi, come il Sahara. Più di 2 miliardi di persone popolano queste regioni e centinaia di migliaia di loro saranno costretti entro i prossimi 30anni ad abbandonare le proprie case e a emigrare alla ricerca di terreni fertili che garantiscano la sussistenza, perchè i deserti si espandono e i terreni già poco produttivi perdono completamente la loro capacità di sostenere coltivazioni agricole. Il quadro, decisamente negativo, emerge dal rapporto "Ecosystem and human well-being: desertification synthhesis", il terzo di una serie di sette che espongono i risultati dello studio Millennium ecosystem assessement, lanciato nel 2001 dalle Nazioni Unite per valutare lo stato delle risorse biologiche del nostro Pianeta.
L'analisi.
A 11 anni dalla ratifica della Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta alla desertificazione, firmata da 191 Paesi, ogni sforzo fatto per rallentare l'avanzata dei deserti nel mondo è stato vano. "I provvedimenti adottati non sono stati efficaci perchè è mancata finora una valutazione esatta dell'estensione delle zone aride sul nostro Pianeta, dal loro tasso di espansione e dalle cause di questa espansione", dice Zafar Adeel, vice-direttore dell'Internazional network on water della United Nations University, uno degli autori del rapporto. Le cause del fenomeno evidenziate nel documento comprendono i cambiamenti climatici, ma soprattutto lo sfruttamento non sostenibile delle risorse naturali e mal gestita globalizzazione dei mercati, che spinge le popolazioni locali a incrementare la produzione agricola da destinare all'esportazione, a discapito degli equilibri ecologici.
In Italia.
Il problema riguarda anche il nostro paese. In Italia, il rapporto identifica 3 regioni sub-umide a rischi di desertificazione: la Sicilia, Sardegna e Puglia. "Nel bacino del Mediterraneo, i principali fattori che favoriscono la desertificazione sono l'impoverimento del contenuto di materia organica del terreno, dovuto a una sruttamento ecessivo del suolo e all'erosione da parte del vento e dell'acqua, e la salinizzazione, dovuta all'irrigazione con acqua prelevata da pozzi contaminati con acqua marina", commenta Arwyn Jones, ricercatore dell'Istituto per l'ambiente e la sostenibilità del Joint Research Centre della Commisione europea.
Il modello ideale.
"Nelle aree sub-umide, le condizioni ambientali sono adatte sia all'agricoltura sia alla pastorizia-, si legge nel rapporto delle Nazioni Unite-. Per prevenire i processi di desertificazione è necessario integrare strettamente e non farle competere l'una con l'altra. Il modello ideale per mettere a frutto in modo efficente le risorse del suolo è la fattoria che dedica parte del terreno alla coltivazione e parte all'allevamento. In questo modo, gli scarti delle coltivazioni possono integrare l'alimentazione degli animali e rallentare la pressione sui pascoli durante le annate più secche, mentre lo stallatico proveniente dal bestiame può essere impigato come fertilizzante per campi"
41% DELLE TERRE EMERSE E' A CORTO D'ACQUA...
2 MILIARDI DI PERSONE VIVONO IN AREE ARIDE...
Ragazzi, io non invidio proprio chi verrà dopo di noi, di sicuro...
di: Cr. V.
da @lfa il Sole-24 Ore, 15 settembre 2005