18/10/2009 Il giro dei rifugi nella val delle Seghe- sent.attr.Donini (Brenta)
E' da diverso tempo che desideravo fare questo giro; due anni fa, proprio con Claudio, lo tentammo, ma un temporale imminente ci fece, saggiamente, ritornare sui nostri passi.
Così partiamo da Lavis verso le 8,30 e ci dirigiamo a Molveno, contrariamente alle previsioni il cielo è terso e le bianche guglie del Brenta emergono dai boschi che si stanno tingendo di rosso.
Parcheggiamo l'auto nei pressi del cimitero di Molveno (832 m) – l'unico parcheggio non a pagamento; il termometro oscilla tra il -1 e lo 0.
Intabarrati di tutto punto partiamo alla volta della val delle Seghe.
La val delle Seghe è la principale e più diretta via d'accesso orientale al Brenta, addentrandosi verso nord ovest porta, nel giro di pochi chilometri, dalla rive del lago di Molveno al mondo di dolomia. Il nome della valle deriva dalle numerose segherie che un tempo sorgevano sugli argini del Rio Massò. La parte inferiore della valle è serrata a est dall'imponente Croz dell'Altissimo, a ovest dai contrafforti del Croz di Selvata e dal Monte Daino.
Giungiamo al rifugio Ciclamino (926 m) e poco oltre imbocchiamo il bivio per il sentiero attrezzato Donini.
Risaliamo per comoda e ripida mulattiera, incontriamo solo un cacciatore, tutto il resto è “silenzio”, o meglio canto del vento che smuove rami e foglie in una melodia infinita.
Ecco i primi tratti attrezzati: risaliamo un erto canalone la cui salita è agevolata da grandi scalini in legno, segue un sentiero esposto che sale a zig zag ed ecco l'ultimo tratto, una cengia assai esposta. Spendo due parole per quanto riguarda questo sentiero: se uno è esperto lo può fare tranquillamente senza attrezzature, anche se un casco, vista la roccia friabile che incombe sopra la crapa, non ci starebbe poi tanto male.
Saliamo a Malga Andalo (1357 m); l'imponente parete sud del Croz dell'Altissimo rifulge tra i tronchi dei larici e degli abeti. Proseguiamo sempre per sentiero, poi per strada forestale ed ecco un'ultima cengia attrezzata ci porta al rifugio Selvata (1667 m).
In alto a sinistra appare l'inconfondibile sagoma del Campanil Basso e la Cima Brenta Alta.
Nel frattempo il cielo s'è coperto e la temperatura è ri-precipitata, ci vestiamo pesantemente e mangiamo sulle panchine del rifugio; poco dopo un simpatico e cortese signore si ferma a far due chiacchiere.
Il freddo è assai fastidioso, decidiamo così di scendere celermente al rifugio Croz dell'Altissimo (1430 m) dove ci aspetta un ottimo, ma soprattutto caldo, cappuccino.
Rinfrancati ridiscendiamo così la val delle Seghe lungo la strada forestale (sent. 322). All'albergo Ciclamino imbocchiamo la strada che percorre la sinistra orografica della valle e in breve eccoci all'auto.
