Il Caravaggio ritrovato

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vanni-merlin
00martedì 13 novembre 2007 01:00
Il Caravaggio ritrovato


Scoperta dal leggendario Denis Mahon una versione del dipinto “I bari” si è rivelata autentica



MARIA CHIARA BONAZZI

LONDRA
La prima versione originale de I bari di Caravaggio, scoperta soltanto qualche mese fa dal leggendario storico dell’arte inglese sir Denis Mahon è stata presentata per la prima volta al pubblico all’Istituto Italiano di Cultura di Londra. La studiosa italiana Mina Gregori ne ha autenticata ufficialmente l’attribuzione davanti a un pubblico estasiato.

La serata era un omaggio a sir Denis, che compie in questi giorni 97 anni. Il «nuovo» Caravaggio era visibile nella sala conferenze, «La prova del nove - ha spiegato la professoressa Gregori - è l’occhio destro del baro che sbircia le carte. Caravaggio lo aveva dapprima dipinto, ma ha avuto un pentimento e lo ha coperto con il cappello del giovane gabbato, come risulta dalla radiografia che ho fatto eseguire: siamo dunque sicuri che non si tratta dell’opera di un copista».

Era stato proprio il fiuto di sir Denis a capire che il dipinto, recentemente messo all’asta da Sotheby’s da un collezionista, era un originale di Caravaggio, e non, come si credeva, una copia di quello conservato nel Kimbell Art Museum di Fort Worth, negli Stati Uniti. Lo studioso, che l’anno scorso aveva autenticato un altro Caravaggio relegato in uno scantinato della collezione della regina, afferma: «Roberto Longhi soleva dire che un genio non si ripete mai, ma questo è un errore fondamentale. Così, per molto tempo, quando c’erano due o tre quadri di uguale qualità, si pensava di dover decidere quale fosse l’originale e quali le copie, ma invece le cose non stavano affatto così». Il quadro è già stato donato all’Ashmolean Museum di Oxford.

Spiega la professoressa Gregori, venuta appositamente a Londra per presentare la scoperta: «Ho visto questo dipinto all’inizio dell’estate, l’ho studiato attentamente nelle sue qualità pittoriche e mi sono convinta che fosse un originale di Caravaggio. Le radiografie e riflettografie hanno confermato le mie prime impressioni. I due quadri sono diversi anche dal punto di vista dell’impostazione prospettica, che nella seconda versione taglia l’immagine sopra le figure e si concentra sul primo piano, il che è importantissimo per lo sviluppo del metodo caratteristico di Caravaggio. La prima versione è questa».

Oltre al colore della manica del baro seduto, che nella prima versione è verde mentre in quella conservata a Fort Worth, probabilmente eseguita qualche mese dopo la prima, fra il 1594 e il 1595, è blu, Caravaggio osserva la scena da un punto di vista più basso, tant’è vero che non è possibile vedere la tovaglia sotto il magnifico piatto frapposto fra i due giocatori.

«La freschezza è la stessa, ma il primo quadro è più dettagliato e libero, per esempio nel drappeggio della manica della camicia del baro seduto, mentre l’altro è più semplificato. La mia idea è che il cardinal Del Monte ha visto la prima versione e gli ha detto: adesso ne fai uno anche per me. Da giovane Caravaggio era disponibile alla copia: le faceva per venderle».



da: www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/arte/grubrica.asp?ID_blog=62&ID_articolo=688&ID_sezione=117&sezi...

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