Capitolo 6!!!! Grazie anche a te Ronall!!!!
Capitolo 6: Il sorprendente Ritorno alla Tana
La notte passò molto velocemente, ed Harry, sebbene ricordasse di aver chiuso un attimo gli occhi alle 2 di notte si ritrovò ad aprirli all’alba. Rimase lì, disteso sul letto, a vedere la luce del giorno che si inoltrava nella stanza. Vide anche Hermione. Erano entrambi ancora vestiti e lei era addormentata appoggiata sulla sua spalla, ma adesso era serena, tranquilla, rilassata anche se ancora dava a vedere di aver pianto. Harry rimase a guardarla con un mezzo sorriso: si stava ancora chiedendo se si fosse ubriacato a tal punto da fargli immaginare tutta quella storia. Ma non avvertiva il minimo malessere, e quindi era chiaro come tutto ciò era successo per davvero. Oggi era il giorno del suo sedicesimo compleanno, e proprio allo scoccare di quell’importante giorno aveva baciato la sua migliore amica.. ma sentì che quella nottata era stata qualcosa di anormale, come un incantesimo imprevisto che esplode in tutta la sua armonia, la sua perfezione, ma anche il suo impeto. La verità però era che tutto ciò apparteneva ad un grosso errore; Hermione lo aveva detto, non potevano... dopo tutto quel tempo... e poi aveva anche menzionato Ron... Harry si chiese ancora una volta cosa diamine c’entrasse il suo migliore amico.. e nella penombra della sua stanza iniziò a riflettere su un certo comportamento dei suoi due migliori amici al Ballo del Ceppo.. e se essi fossero stati in procinto... e se lui avesse interrotto un idillio tra loro.. ma era stato solo un bacio, glielo aveva detto lui stesso... ebbri di divertimento si erano lasciati andare, quella luna, quel panorama... quella mezzanotte fatidica... Non doveva più prendersela.. in fondo, se avessero continuato, in che razza di maniera sarebbe andata a finire? Spiegarlo a Ronald sarebbe stato il guaio peggiore.. Harry rifletté ancora... era dal 4° anno che aveva capito quanto il ragazzo fosse cotto della loro amica... lei stessa gli aveva chiesto solo e unicamente la sua preziosa amicizia..
Iniziò a sentire i primi rumori di movimento in casa... i Granger si stavano alzando...
Eppure era stata una bella avventura, pensò ancora Harry. Aveva vissuto come un babbano, senza sentire il bisogno della magia, comportandosi come un Teenager normalissimo e vivendo come un normale essere umano, senza l’ombra del dolore, della frustrazione, della perdita di chiunque ti é caro... Harry in quel momento iniziò a sentire un pò di malinconia.. gli tornarono alla mente i primi giorni a Privet Drive, quando aveva sofferto tremendamente, tentando in tutti i modi di ricacciare indietro le lacrime e dicendo a se stesso di essere forte, di non cedere alla debolezza del dolore... ma ancora una volta pregò il suo animo con tutte le sue forze di respingere tutto questo. Si rigirò nel letto stando attento a non disturbare Hermione, e vide Edvige che dormiva nella sua gabbia, che da quando si trovava in casa Granger era sempre stata aperta e pronta a fargli spiccare il volo. Era stata fuori per il primo periodo in cui Harry era arrivato a casa Granger e da allora aveva fatto molti viaggetti in giro per Londra per visitare meglio quel territorio. Harry la vide mentre spostava la testa sotto l'ala, forse per proteggersi gli occhi dalla luce del mattino e dormire ancora un pò... Dopotutto, avrebbe potuto dormicchiare anche lui ancora un pò... non avrebbero mica dovuto alzarsi presto obbligatoriamente come per il 1° settembre... le palpebre gli si chiusero pian piano...
E la signora Granger aprì in quel momento (in maniera molto energica) la porta della stanzetta. Sebbene avesse all'inizio espresso le sue preoccupazioni al marito per l'idea del lasciarli dormire nello stesso posto, la madre di Hermione si era dovuta ricredere dopo poco tempo. Harry era un ragazzo perfettamente a posto, e lei stessa si era incredibilmente ritrovata a pensare al ragazzo come al compagno ideale della sua piccola streghetta. Per questo quel mattino, quando aprì la porta e li trovò mano nella mano, nello stesso letto che dormivano insieme teneramente abbracciati, Mrs. Granger emise un gridolino di gioia.
"Oh ragazzi... scusatemi tanto... ma é ora di alzarsi piccoli... ehm... ragazzi.. su su forza é mattino, la Tana vi aspetta ed avrete molto di cui parlare..." scaraventò queste parole con foga, mentre faceva finta di ordinare un cassetto lì vicino e annunciava la colazione di lì a poco fiondandosi fuori dalla stanza. Dal canto loro, i ragazzi avevano avuto ben altre reazioni. Harry Potter non si era mai vergognato tanto in vita sua, e si sentì arrossire in un maniera tale che anche se la sig Granger li avesse trovati a baciarsi si sarebbe sentito così maledettamente in imbarazzo. Hermione, d'altra parte, si alzò lentamente e tranquillamente, stropicciandosi gli occhi con una mano e non accorgendosi affatto di avere l'altra ancora unita a quella di un Harry rosso come la luce del sole al tramonto. Solo quando si ficcò la mano di harry nell'occhio insieme alla sua in un gesto da dormiveglia si accorse di tutto il resto.
"Scusa!" disse anche lei prossima alla tinta porporina e togliendo la mano dalla sua. Harry sentì il palmo sudato e le dita ad un tratto fredde... erano state strette a quelle di Hermione per tutta la notte dopotutto.
"Di niente... Hermione... tua madre... ci ha visti... ehm..." incominciò Harry, ma quando non riuscì a continuare rispose alzando la mano verso la curiosa amica che ancora non aveva afferrato il significato delle parole. Ma lo capì molto velocemente, e di sicuro quello fu uno shock per lei. Si alzò come un fulmine, gli disse di vestirsi per primo e di non preoccuparsi, che avrebbe pensato lei a parlare con i suoi. Chiedendosi come mai avrebbe potuto uscire da quella cameretta ed andare a fare colazione, Harry si diede una lavata nel bagno affiancato alla stanzetta e si vestì lentamente. Con passi di piombo, entrò in cucina dieci minuti più tardi. La colazione era senz'altro più robusta delle altre mattine nell'attico, ed Hermione stava concludendo un'animata conversazione con sua madre proprio in quel momento:
"... Perciò promettimi che non penserai nulla di male, ti ho spiegato tutto ok?" finì Hermione agitata.
"Daccordo, daccordo... ma tesoro ti sei scatenata troppo! Io non avrei avuto nulla in contrario se..." accennò la sig. Granger con un largo sorriso.
"NON finire quella frase! Siamo d'accordo, quindi Basta!! Harry, scusami, ho già preso un pò di roba mentre ti vestivi... facciamo a cambio, pensa a mangiare che io volo a sistemarmi... sono ancora con questi vestiti addosso..". e detto questo uscì dalla stanza. Harry si girò lentamente... immaginò di guardare la madre della sua amica mentre in sottofondo risuonava un organo spaventoso ed uno sguardo omicida... ma ciò non avvenne. Quella donna era anzi lo specchio della felicità vivente ed harry ne immaginava il motivo. Si sedette comunque a tavola e cominciò a mangiare, proprio mentre il signor Granger entrava con un abbigliamento decisamente più sportivo della settimana prima nella cucina. Dopotutto le ore prima delle partenza furono abbastanza tranquille, anche se lo sguardo gioioso della madre di Hermione scintillò più volte in direzione di Harry. Deciso a non pensarci più di tanto, sistemò le ultime cose nel suo baule e ripulì la gabbia di Edvige, pronto a portare tutto di sotto insieme alla ragazza, che stava sistemando Grattastinchi nel famoso cesto che usava tutti gli anni per portarlo in giro e aveva il baule accanto ai suoi piedi. Alla fine, con un pretesto, Hermione ed Harry riuscirono ad allontanarsi dall'attico scendendo per primi nel giardino della villetta ed aspettando i signori Granger per partire. Si sedettero sulla panchina accanto ai gelsomini e alle rose dello splendido cortile ed Harry percepì subito un senso di disagio a stare seduto accanto ad Hermione, ma fu lei che gli rivolse la parola con fare deciso:
"Allora... quello che é successo ieri... é successo, giusto?" disse un pò confusa ma ancora con quel preciso tono di determinazione.
"Beh... si... Hermione, tranquilla... dobbiamo solo smetterla di pensarci..." azzardò Harry "ok... non sarà esattamente la cosa più facile del mondo ma... abbiamo affrontato Voldemort così tante di quelle volte da sapere come non ci si debba perdere in stupidaggini!" disse deciso.
"Così per te ieri é stata solo una stupidaggine?" disse lei con una voce fredda e leggermente incrinata.
Fa che non pianga... si ritrovò a pensare Harry.
"No Hermione... non lo é stato... anzi é stata una delle esperienze più emozionanti della mia vita... anche di più che con Cho..."
"Evidentemente quella gallina non era ai miei livelli!" scherzò hermione pesantemente sollevata.
"Forse no..." sorrise Harry a sua volta "Beh... mi riferivo a questo, ad oggi, al futuro... é inutile rovinarsi per colpa di un bel ricordo capitato in un brutto momento non credi?! Tutto quello che ci resta da fare é riessere Harry ed Hermione... ok, forse un pò più 'Intimi'..." e qui Hermione fece un altro sorriso pieno di graditudine e sollievo "ma la nostra amicizia non ne uscirà provata... ce ne sono capitate tante al nostro trio... facciamo finta che questa sia stata un ennesima avventura... ma solo io e te... come al terzo anno, non fu facile salvare quei due vero?" disse Harry. Il paragone era adatto, ma il soggetto terribile per la mente.
"Si é vero... ricordo ancora come rimase Sirius quando ci vide in groppa a..." ma tacque all'istante. Harry contrasse per un attimo il volto come se qualche malessere lo avesse lievemente colpito, ed Hermione Granger divenne parecchio nervosa. Harry per fortuna si trovò preparato:
"Lascia perdere. Non ti preoccupare. Ho tirato fuori io l'argomento... non fare quella faccia" gli disse lentamente.
"Fa male vero?" chiese semplicemente Hermione.
"Molto" rispose Harry... ma quello non era ne il luogo, ne il momento... non ancora. "Ma non importa, cambiamo discorso e basta... ti chiedo solo questo..." gli disse, mentre dentro di lui c'era ancora quella rabbia che veniva domata per l'ennesima volta dal suo IO cosciente, come un domatore che con la frusta costringe la tigre in gabbia.
Per fortuna, in quel momento, i Granger scesero, e ben presto si ritrovarono tutti in macchina, pronti a partire ed a lasciare quel posto, quella magnifica villetta che tanto per Harry era stata un'esperienza parallela...
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"Ottery St. Catchpole Nord.. accidenti, stanno davvero fuori mano... ma se ce l'avevamo fatta tempo fa con quella monovolume, il mio 4x4 da vero gioiellino dell'automobilistica reggerà con le sospensioni in titanio..." commentò il Sig Granger, mentre si avvicinava l'ora di pranzo ed il piccolo paesino con i territori della famiglia di Ron si avvicinavano sempre più. Il padre di Hermione era un appassionato, ed Hermione gli aveva già raccontato di quella volta che avevano accompagnato Hermione alla Tana al secondo anno con la loro vecchia monovolume (al quarto anche lei aveva utilizzato un caminetto con la polvere volante... ma almeno il suo non era murato!) e le sospensioni in quel tratto di strada sterrato erano letteralmente partite. I granger erano rimasti a pranzo dai Weasley, e lo stesso padre dei rossi fece un incantesimo sulle sospensioni per rimetterle a posto il pomeriggio seguente. In quel periodo Arthur Weasley si intendeva molto di macchine... ed a Harry venne in mente una certa Ford Anglia...
Ma adesso Mr. Granger era pronto a ripercorrere quel rally con un mezzo adatto a resistere persino ad Indianapolis... e ce l'avrebbe fatta! Esclusi da quella prova di coraggio erano però i due ragazzi, che invece stavano discutendo tranquillamente sui sedili di dietro... Harry si ritrovò ad apprezzare il discorso di Hermione sul matrimonio dei maghi adesso che non era più con la fretta di lasciare la sua adorabile residenza estiva; ed adesso hermione stava facendo notare ad Harry un dettaglio molto curioso:
"Beh, certo che i weasley hanno fatto centro, sai Harry? Ne ricaveranno molto e molti regali da tutto questo..." disse Hermione ridacchiando forte...
"Perché dici questo?" fece Harry di rimando incuriosito...
"Ho notato sulla lettera che mi hai fatto vedere della Sig. Molly che, come nella mia... non vuole assolutamente che facciamo regali... mettendo però nome, via e titolo lista nozze nelle lettere..." concluse divertita..
"Mi sembri Malfoy!" disse Harry ridendo: ovviamente, Hermione non parlava sul serio... anzi, forse voleva solo ricordare il suo caro nemico di sempre...
"A proposito di purosangue!" rammentò Hermione "Sarei davvero curiosa di sapere il caro vecchio Draco come sta! Papino Lucius sarà ancora in cella... no??"
"Sai che era parecchio che non ci facevo caso?" ammise Harry onestamente "Credo proprio che non se la stia passando molto bene, a quanto pare... ma davvero ben gli sta... dopo la storia del gruppo dei cagnolini della Umbridge... mi da ancora il sangue alla testa!" disse il ragazzo accolorandosi.
"Calmati! Ogni volta che pensi alla Umbridge ti vengono le vampate! In questo momento sarà al S. Mungo... chissà che bella compagnia starà facendo al vecchio Allock!" rispose Hermione divertita. Ad Harry l'idea piacque molto.
"Cambiando discorso... non ti senti un pò emozionato?" chiese ancora Hermione maliziosa.
"Per cosa?"
"Beh... rivedrai la tua ex rivale del tremaghi... la mezza Veela... Fleur Delacoeur!" esclamò lei.
"Ah! Beh... si... insomma, quando ho ricevuto la lettera non credevo ai miei occhi... ma poi mi sono ricordato di Fred, George, e la storia dell' ameliorare il suo anglese... ed ho capito che in fondo... fortunato Bill! E di Percy cosa ne pensi??" fece Harry di rimando.
"Tutto il più scusante possibile!" esclamò la ragazza toccando a lei stavolta di surriscaldarsi "Se non chiede scusa a tutti noi per tutto quello schifo dell'anno scorso... a te poi mi aspetto faccia un baciamano davanti a tutti il giorno del matrimonio!!!"
"Su dai... " incominciò Harry, che in verità avvertiva quella prospettiva come molto piacevole "Non esageriamo... non l'ho mai tanto preso sul serio... ehi stiamo arrivando!" Il ragazzo lo poté affermare dagli sbalzi ammortizzati che indicavano la stradina che portava alla Tana.
E cinque minuti dopo la magica casa che tanto spesso lo aveva ospitato, rendendolo uno della famiglia a tutti gli effetti, si stagliò sulla strada. Ma harry la vide sin da lontano molto più trafficata: un tendone enorme si stagliava accanto alla Tana, come un campo base militare vecchio stile, e un gran via vai di gente si distingueva già che entrava e usciva, taluno con dei fiori in mano, qualche altro con un assaggio di dolci oppure con un menù rilegato.
"Benvenuti alla Tana!" riuscì a pronunciare solenne hermione.
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Scesero dal fuoristrada all'inizio del cortiletto ed Harry si accorse che quella vista da lontano non era solo confusione: era un putiferio! gente dappertutto, gli animali di casa weasley chiusi in un recinto che si lamentavano; persone che parlavano francese da tutte le parti ed altrettante con i capelli rossi che possedevano molti accenti diversi, ma tutti inglesi per fortuna. Di fronte a tutto ciò i Granger si sentirono spaesati come non mai, e persino i due giovani maghi restarono ipnotizzati.
"Eeeeeehiiiiiiiii!!!!!" urlò qualcuno in mezzo a tutta quella calca. qualcuno molto alto, dinoccolato, con i capelli rossi ed un naso lentigginoso. Quel qualcuno era Ronald Ron Weasley.
"Era tempo che arrivaste!" gli disse oramai vicino a loro. Harry ed hermione si stupirono molto: da vicino, Ron superava di tutta la fronte il suo amico, ed in quanto ad hermione, forse poco meno di tutta la testa.
"hai intenzione di giocare nell'Nba, amico? la statura ce l'hai..." gli disse Harry dandogli il cinque con un gran sorriso sulle labbra
"No grazie! Mi basta il ruolo di portiere di quidditch!" esclamò Ron. Si vedeva che era molto felice di essere di nuovo con i suoi amici.
"Perché weasley é il nostro re..." intonò Hermione molto scherzosamente, e per fortuna Ron raccolse l'umorismo, fece un gran sorriso e salutò anche l'amica raggiante.
Ron incominciò a far strada a tutto il gruppo spiegando mano a mano:
"E' un macello totale da una settimana ormai... quel tendone é il luogo dove ospitiamo le nostre famiglie, tutti i Weasley d'Inghilterra ed i Delacour di Francia e Corsica inclusa. Siamo e sono veramente tanti... casa nostra non é mai stata così incredibile... gente che viene e va... tutti i negozi, i menù, le liste e le ordinazioni... persino le prove del vestito! stavo dando di matto... Fred e George vengono alcune volte... ma anche loro ora si stanno dando da fare..."
"Fred e george? Wow! Come gli vanno gli affari?" chiese Harry.
"E secondo te questo doppio matrimonio come lo organizzavamo se non con il loro aiuto?! Guadagnano soldi a palate Harry, e la loro fama si inizia a sentire anche fuori dal Regno Unito... hanno fatto restaurare la Tana quando siamo tornati a casa... ed ora c'é tutto questo trambusto!! Mia madre é agitata come non mai, ma felice... mio padre é l'orgoglio in persona... tutti felici per il ritorno di Percy..." mentre parlavano erano alla fin fine quasi arrivati all'interno della casa...
"Allora, come va con il fratello ritrovato?" chiese ironicamente Hermione
"Onestamente, non é che me ne freghi tanto... saluti, abbracci... scusa promesse per Harry... tengo di più a Bill..." disse con strana aria sognante...
"A tuo fratello o a suo moglie, Ronald?" fece maliziosa Hermione.
Ron cadde dalle nuvole, ma non se la prese più di tanto. Erano appena entrati in casa, che già la cascata dei saluti e dei benvenuti era cominciata a farsi sentire.
"HARRY CARO! HERMY!" la sig. Weasley corse piena di gioia ad abbracciare stretti stretti i due, che soffocarono molto presto... "Oh che gioia rivedervi... oh, signori Granger, prego, accomodatevi... oh sono così felice come non lo ero da molto... Figgy é già qui sai Harry... mi sta dando una mano... abbiamo molto di cui parlare... ma le spose aspettano, con i loro vestiti... ci vediamo dopo..."e corse su per le scale con delle forbici in mano.
"Non vi ha fatto aprir bocca, come fa spesso di questi tempi..." sentenziò divertito Ron. "Venite, vi faccio rivedere gli altri!" passarono dal salotto, dalla cucina e dalla sala da pranzo e in ciascuna c'era almeno un gruppetto di persone indaffarato a fare qualcosa... e fuori in giardino, c'erano un pò tutti. Ma ciò che era il meglio, era lo striscione che tutte quelle persone a lui care stavano attaccando: "Happy Birthday, Harry Potter, Our Adult sixteen Boy!". Ed Harry vide i gemelli, Fred e George, che lo salutavano allegramente vestiti con tuniche da mago davvero riccamente decorate, Ginny weasley con Lupin e Tonks raggianti, Mundungus... Bill, Charlie, Percy... ed ancora molti dell'ordine della fenice... Malocchio Moody, che stava proprio per bere dalla sua personale fiaschetta... Kingsley... tutte quelle persone che aveva fantasticato di rivedere... erano tutte lì, pronte a fargli la festa e ad acclamarlo... perché quella sera avrebbero davvero festeggiato il suo compleanno.
"Ciao Harry!"
"Ehilà Potter!"
"Piacere di rivederti, Harry!"
Dovunque si voltasse c'era gioia e serenità... una sensazione benefica per Harry... e furono momenti magici... tutti. Persino quando Percy venne personalmente a chiedergli scusa per tutto quello accaduto l'anno prima. Tutto questo era incredibile... un bellissimo sogno, da cui non vorrei mai più svegliarmi aveva pensato Harry. dieci minuti dopo si ritrovava un bicchiere di limonata fredda nella mano e lo sorseggiava chiaccherando un pò con tutti.. almeno fino a quando Lunastorta non chiese ai ragazzi di andare a chiamare Silente, che era di sopra con le spose... ad harry si smosse lo stomaco.
Così Harry, Hermione e Ron si ritrovarono sulle scale dell'ingresso.
"Finalmente ci siamo rivisti ragazzi... trio al completo!" dichiarò Ron.
"Già.. ma é come essere in un mondo parallelo... anche la Tana é più luminosa..." disse Hermione.
"Tutto questo é super incredibile... e pensare che due mesi prima eravamo in quel periodo di guerriglia... incredibile..." era stato Harry a parlare...
"Tranquillo amico, ti spiegherà tutto Silente, parola del preside! almeno, così a me ha dichiarato..." rispose Ron.
Arrivarono nei pressi della stanza da letto dei Signori Weasley, che già a porta chiusa sembrava essere diventata una boutique della sposa. Ron bussò sonoramente ed una voce familiare, ma con un accento molto migliore disse serenamente "Avaaaanti!". Harry trasalì, riconosceva davvero quella voce. Entrò nella camera a letto, e la prima cosa che vide fu Stoffa. Seta, veli, raso... e tanti strumenti da cucito magici che lavoravano in un angolo da soli. Vicino alla finestra, davanti ad un grande specchio ovale, c'erano quattro o cinque donne tutte affaccendate attorno a due eleganti ragazze in abiti da sposa, due graziosi abiti da sposa prossimi agli ultimi ritocchi indossati da Penelope Light, donna di Percy dai tempi della scuola, e quella splendida ed affascinante creatura che era Fleur Delacour. Con quei bellissimi capelli biondi, il viso divino, il corpo e la carnagione lisci e candidi, bisognava ammettere che Penelope a confronto veniva leggermente oscurata. Ma quando Harry entrò, se Penelope gli aveva rivolto un distratto e cordiale "ciao" Fleur era scappata al suo dovere di "modella" per correre ad abbracciare Harry, che arrossì finsopra la cicatrice.
"Harry Potter, come va? Sono così felisce di vederti... hai visto la novitéà?" evidentemente Bill le aveva dato davvero parecchie lezioni... le parole almeno ora erano collegate ed i verbi coniugati... magari solo alcune cadenze nelle parole la tradivano sul fatto che fosse una francese. Di sicuro, era felice.
"E que nous... che abbiamo qui? oh, la signorina Gransger... un piascere rivederla... ed il mio piccolo... cognatino..." concluse chinandosi a carezzare Ron, che in effetti sarebbe presto diventato il cognato della ex studentessa di BeauxBatons, in quanto fratello di Bill. Ron era estasiato. Harry salutò anche Arabella Figg che doveva proprio essersi ambientata presto, ed in quel momento stava aiutando quelle che sembravano essere le madri di Penelope e di Fleur... la signora Weasley era invece assieme ad una ragazza che a quanto pareva, doveva essere qualche assistente di Madama McClan che si intendeva di abiti.
La situazione parve così ingarbugliata nei veli e nella seta che Hermione chiese subito dove fosse il loro preside. A quanto pareva, si era recato in soffitta, con Caramell, Arthur Weasley ed anche Hagrid in persona per discutere di qualcosa di importante... ed a quel punto i tre uscirono "dall'atelier".
"Ron" disse Hermione un pizzico risentita dalla faccia imbabambolata del rosso "ricordati che oramai é una tua parente!" .
"Si ma cosa costa sognare?!" disse il ragazzo estasiato "in quanto parente, l'avremo spessissimo qui a Londra ed almeno potrei anche farmi... cocc.. consigliare..."
"Coccolare??? stavi davvero dicendo..." Hermione stava semplicemente infiammandosi. Harry lo notò, e per un attimo tornò alla nottata prima... ma il pensiero di una riunione di Silente nella soffitta della Tana fu più forte per Harry, e svegliati i due prima che potessero battibeccare, li tirò di sopra. Fuori dalla stanza si udivano strani rumori, e i tre si incuriosirono molto.
"Pensate che stia accadendo qualcosa?" Ron era preoccupato.
"No Ron... questi sono rumori magici... ascolta..." e difatti erano delle vere scintille e delle risacche di onde magiche che scintillavano con il loro suono cristallino nella stanza.
"Dovremmo entrare davvero?" chiese ron adesso timoroso...
"Si! voglio vedere che stanno combinando... adesso é un mio diritto!" proclamò Harry, e prima che qualcun'altro potesse aggiungere altro, aprì la porta della soffitta.
Lo spettacolo era stranissimo. Arthur Weasley, Hagrid e Caramell erano messi proprio accanto alla porta dell'ingresso, rivolti con attenzione proprio verso Albus Silente, in una sfavillante tunica dai colori vivaci, con la barba bianca come la neve ed un grosso libro che levitava accanto a Silente... Candele Rosse e blu si stagliavano a terra, e disegnato con quello che sembrava gesso un cerchio magico con una stella al centro... Hermione sussurrò qualcosa che suonava davvero come "rito magico" prima che Arthur si voltasse per scoprire i tre ad assistere alla scena...
"e voi tre che ci fate qui?" chiese sorpreso il signor Weasley. "Fuori ragazzi, non mi sembra il caso che stiate a guard..."
"Arthur." la voce di Silente era più profonda, quasi come se fosse in Trance "Lascia stare... adesso loro hanno il diritto di vedere... Harry per primo deve sapere tutto... lasciali guardare..." Il sig Weasley annuì, e tornò al suo posto vicino ad un Hagrid che li salutava allegramente ed ad un caramell imbarazzato alla vista di Harry. I tre fecero un passo avanti. Silente mosse una mano verso di loro... e la porta si richiuse alle loro spalle. Il preside allorà si voltò di nuovo, chiuse gli occhi profondamente e lesse alcune parole dal libro davanti a lui. Harry non capì una sola sillaba, ma vide Hermione aggrottare la fronte. evidentemente, lei capiva. Ad un tratto, le candele tutt'attorno a SIlente presero a levitare, e divennero fiammelle magiche, incredibili alla vista. Iniziarono a ruotare e sembrava che Silente le stesse guidando, da come roteava lentamente le braccia...
"Sta cercando una frequenza..." sussurrò Hermione e Ron la guardò stupefatto...
"Ma tu sai sempre TUTTO?!" gli chiese stupito.
"Shhhhh!" fece Harry.. voleva vedere fino in fondo...
E le candele si fermarono. Come quando si ci sintonizza su una stazione radio. Silente chiuse gli occhi e si concentrò... e delle onde vere e proprie, delle strisce curvilineee sottilissime si diffusero su tutto il pavimento con uno spettacolo davvero sorprendente. Tutti (anche i grandi) guardarono stupefatti quello spettacolo e Silente ad un certo punto cominciò ad annuire... come se stesse vedendo.. e stesse annuendo.
"Hagrid... portami qui il mio blocco degli appunti... ho visto qualcosa di interessante!" disse veloce Silente. Hagrid con passo svelto (e da terremoto) porse a SIlente una piuma di falco ed un agenda per gli appunti al preside che iniziò, seppur ad occhi chiusi, a segnare appunti. dopo circa cinque minuti riconsegnò il blocco al custode delle chiavi.
"Allontanatevi un attimo di un passo.. stacco il collegamento..." annunciò il vecchio. Raccolse le mani incrociando le punte delle dita vide le candele spegnersi a poco a poco fluttuando verso terra. Silente prese la copertina del libro levitante tra le mani e con uno schiocco richiuse il libro.
Fu come un cavallone. Una corrente improvvisa con direzione verso il libro spostò tutti i presenti di un passo avanti mentre il rito evidentemente terminava. Silente prese la bacchetta, se la passò sulle dita e scandì: "Evanesco!" tutte le candele ed i segni sul pavimento svanirono. Silente ripose il libro in una tasca interna della tunica, fece un lungo sospiro ma si girò con un sorriso molto ampio:
"Beh, Harry, cosa ne dici dei riti magici?" fu tutto quello che disse