Garcia Marquez si confessa "Sono in crisi, non scrivo più"

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vanni-merlin
00mercoledì 16 agosto 2006 16:06
Il Nobel dopo diversi anni accetta un'intervista e rompe il silenzio: "Non ho più ispirazione, e la gente si accorge se non ci metti l'anima"

Garcia Marquez si confessa
"Sono in crisi, non scrivo più"




MADRID - "Nel 2005 ho smesso di scrivere", non per rinuncia ma per mancata ispirazione. Così Gabriel Garcia Marquez, premio nobel per la Letteratura nel 1982, spiega al magazine del quotidiano spagnolo "La Vanguardia", in edicola domani, il suo lungo silenzio.

"Il 2005 è stato il primo anno della mia vita in cui non ho scritto una sola riga", ammette lo scrittore colombiano, che per la prima volta dopo molto tempo ha fatto un'eccezione alla sua politica di non rilasciare interviste.

Durante la lunga chiacchierata, l'autore di "Cent'anni di solitudine" confessa anche alcuni suoi problemi personali, tra i quali il difficile rapporto con il computer. Poi si dice molto felice di aver avuto la possibilità di scroprire i piaceri di una pausa creativa.

Parlando, poi, della sua casa a Città del Messico, Marquez ammette di non escludere che l'ispirazione possa tornare, anche se si dice pessimista al riguardo. "Con la pratica che ho potrei scrivere un nuovo romanzo senza problemi - ammette - però la gente si accorge se non ci hai messo l'anima".

Garcia Marquez è considerato il padre del realismo magico ed è uno degli scrittori più importanti del Sudamerica. Tra le sue opere più famose, oltre a "Cent'anni di solitudine", "L'autunno del patriarca" e "Cronache di una morte annunciata", anche l'ultimo libro, "Memoria delle mie puttane tristi", del 2004.

Gli ultimi anni dello scrittore si sono succeduti tra lutti e memorie. Garcia Marquez, come ha confermato il fratello Xaime recentemente, pare sia riuscito a sconfiggere il cancro linfatico che lo aveva colpito tempo fa. E mentre l'autore combatteva la sua lotta contro la malattia nel 2001 è morto, proprio di cancro, il fratello Eligio; l'anno dopo è venuta a mancare la madre Luisa (che tanto era stata importante, per lui, nella nascita della sua vocazione di scrittore).

Oltre ai lutti Gabo (così lo chiamano gli amici) è stato anche al centro di alcune polemiche legate alla sua antica amicizia con Fidel Castro: nel 2003 venne accusato, prima da Susan Sontag, poi dal peruviano Vargas Llosa, di tacere sulla realtà cubana e di essere "un cortigiano" di Castro.


(25 gennaio 2006)

da: www.repubblica.it/200

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