Articolo da "L'Adige" del 08/08/2007
La Sat: «Basta sci estivo sui ghiacciai»
Il Presena si sta ritirando ad una media di due metri l'anno Neve artificiale, solo un palliativo per legittimare il business
di DANIELE BATTISTEL
Solo palliativi per far proseguire il business. La Sat torna a scagliarsi contro lo sci estivo sui ghiacciai. Toccherà ai giudici stabilire, se esistono, le responsabilità, ma intanto le indagini avviate nei giorni scorse dai carabinieri - che hanno portato al sequestro delle pompe che prelevano acqua dai laghetti Monticelli per produrre neve artificiale da sparare sul piede del ghiacciaio della Presena - offrono il pretesto agli alpinisti trentini per una serie di riflessioni sulla situazione, sempre più allarmante, dei ghiacciai trentini. Ricordiamo che l'indagine è scattata a seguito di una segnalazione alla Procura e da un'interrogazione in Consiglio provinciale del consigliere dei Verdi Roberto Bombarda, che fa parte anche del Comitato glaciologico della Sat. Proprio la Sat affida la parte «politica» del ragionamento sul futuro dei ghiacciai alle parole del presidente Giacomoni. «
Noi - afferma - l'avevamo detto già da tempo che lo sci estivo in ghiacciaio va fermato. È una pratica ormai finita. Non mi si dica che gli impianti di risalita vengono tenuti aperti per garantire il lavoro agli addetti perché non è certo un problema in Trentino trovare un impiego per una decina di persone». Una presa di posizione che va in direzione opposta a quella degli albergatori del Tonale che in una lettera alla Provincia chiedono invece il prolungamento della stagione sciistica estiva. Tocca invece a RobertoSeppi, collaboratore del Museo di scienze naturali di Trento e componente del Comitato glaciologico della Sat, fare delle osservazioni dal punto di vista scientifico. «La neve artificiale - spiega - non serve per mantenere in vita il ghiacciaio perché alimenta soltanto la parte bassa». Seppi parla di «palliativi» riferendosi al sistema di prelevamento di acqua tramite pompe per sparare neve sul bacino perenne. Ma lo sci estivo rovina effettivamente i ghiacciai? «Se c'è molta neve no - risponde - Il problema è che, assottigliandosi sempre più il manto, per mantenere le piste si devono fare grandi movimentazioni di neve togliendola dalla parte alta e spostandola in basso». Ciò, di fatto, taglia l'alimentazione del ghiacciaio e ne decreta il suo inesorabile declino. Il Presena, per la cronaca, si sta ritirando di un paio di metri all'anno nonostante l'apporto della neve artificiale. Un rimedio, tra l'altro, tutt'altro che naturale, visto che per pompare l'acqua e mettere in moto i cannoni si utilizza energia. «Pensiamo ai costi, facciamo un bilancio e vediamo i risultati» propone Seppi. In Presena ciò che viene contestato è il fatto che i prelievi d'acqua siano stati fatti dai laghetti anziché dal rio Pisso più a valle, come autorizzato dalla Provincia ancora nel 1992. Dal punto di vista ambientale cosa succede a parte, naturalmente, il rischio di prosciugamento dei laghi stessi? «Premesso che non conosco nello specifico la questione, direi che trattandosi dello stesso bacino idrografico non cambia molto. Il problema, però, è un altro e sta a monte: l'operazione dello sci estivo è sbagliata perché ha un bilancio energetico negativo». Come quello in Presena, anche gli altri ghiacciai trentini e in generale tutti quelli delle Alpi soffrono l'aumento delle temperature. In Svizzera e in Austria (ma pure in Presena), per preservare lo spessore del bacino durante l'estate si copre il «piede» con speciali teloni. «Sono tutti sistemi per mantenere il piano sciabile durante la stagione - conferma Seppi - Di sicuro sono metodi più naturali dell'innevamento artificiale che io, personalmente, non ho mai visto da altre parti fuorché in Presena». Funzionano? «Secondo me il ghiacciaio andrebbe lasciato alla sua naturale evoluzione, che in questo momento è negativa e sulla quale noi, nel nostro piccolo, non possiamo fare nulla, se non guardarla e studiarla».