25.08.2008, Karlsbaderhütte
Ed eccoci purtroppo all’ultima gita Austriaca… decidiamo di andare a mettere il naso (ok, il nasone…il mio..) nelle Dolomiti di Lienz, quindi ambiente totalmente diverso! Scendiamo a Lienz, quindi per una strada in parte a pedaggio saliamo al parcheggio a pochi minuti dalla Dolomitenhütte 1615 m. Scarpe da trekking e zaino in spalla ci incamminiamo per una bella stradicciola scavata nella montagna, alta su una boscosa e cupa valle. Contrastano, in alto, le rocce slavaride delle Lienzer Dolomiten appunto.
Raggiungiamo una radura dove pascola un rumoroso gregge di pecore.. pecore che risalgono pure in un canalone di ghiaia cercando chissà cosa.. L’ambiente diventa presto da umido e boscoso, ad arido e calcareo, ambiente da dolomiti! Le pareti incombono da ogni lato, usciamo dal bosco e si presentano in tutta la loro bellezza! Ci sono molti sentieri, che portano a diversi colli, ma la nostra meta di oggi vuol essere una tranquilla passeggiata..
Si apre una piccola valletta che ricorda l’ambiente carsico, dove pascolano mucche e pecore, al fondo della quale, su un dosso, appare la Karlsbaderhütte, che raggiungiamo con uno sgrebening ed una ripida rampa di sentiero ciottoloso. Dal rifugio escono effluvi mangerecci, ma il laghetto sottostante attira di più la nostra attenzione.. esce un po’ di sole da dietro una nube, e il luogo diventa magico, con le finestre bianco-rosse della capanna che si riflettono nelle acque turchesi del lago, circondate dalle pareti chiare. Che meraviglia!!
Poco oltre c’è un altro lago, più grande, il Lasersee, ed è qui che ci spaparanziamo per un buon paio d’ore di relax! Manco a farlo apposta la solita nube fantozziana, alla fine, ci infreddolisce e ci fa scappare… sgrunt! Ripartiamo verso valle quindi, non senza un’altra sosta rilassante su dossi erbosi per ammirare ancora una volta queste verticali pareti, dove puntini colorati ci fanno capire che molti stanno arrampicando.. la roccia deve essere ottima!
Ci riportiamo nel bosco, la temperatura aumenta repentinamente, arriviamo all’auto abbastanza accaldati a metà pomeriggio, con un velo di malinconia perché l’indomani, ahimè, dovremo rientrare in Italia.. sigh!