25 GIUGNO - ABILITAZIONE DIRETTA: L'ORA DELLA VERITA'

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Luigi Levita
00venerdì 23 maggio 2003 09:48
Pubblicato ieri in GU il famigerato DL.


Adesso vediamo cosa succede.






DECRETO-LEGGE 21 maggio 2003, n.112
Modifiche urgenti alla disciplina degli esami di abilitazione alla
professione forense. (GU n. 117 del 22-5-2003)

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Visti gli articoli 77 e 87 della Costituzione;
Ritenuta la straordinaria necessita' ed urgenza di modificare le
disposizioni concernenti l'effettuazione della pratica forense e
dell'esame di abilitazione alla professione legale, al fine di
razionalizzare lo svolgimento ed i contenuti della prova d'esame ed
evitare, altresi', fin dalla prossima sessione, il persistere della
costante e significativa disomogeneita' tra le percentuali di
promossi nelle diverse sedi d'esame;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella
riunione del 16 maggio 2003;
Sulla proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri e del
Ministro della giustizia, di concerto con il Ministro dell'economia e
delle finanze;

E m a n a
il seguente decreto--legge:

Art. 1.
Istituzione dell'articolo 9 del decreto del Presidente della
Repubblica 10 aprile 1990, n. 101

1. L'articolo 9 del decreto del Presidente della Repubblica 10
aprile 1990, n. 101, e' sostituito dal seguente:
«Art. 9 (Certificato di compimento della pratica). - 1. Il
certificato di compiuta pratica di cui all'articolo 10 del regio
decreto 22 gennaio 1934, n. 37, viene rilasciato dal consiglio
dell'ordine del luogo ove il praticante ha svolto la maggior parte
della pratica ovvero, in caso di parita', del luogo in cui la pratica
e' stata iniziata. Il certificato di compiuta pratica non puo' essere
rilasciato piu' di una volta.
2. In caso di trasferimento del praticante, il consiglio
dell'ordine di provenienza certifica l'avvenuto accertamento sui
precedenti periodi.
3. Il certificato di compiuta pratica individua la Corte d'appello
di appartenenza di ciascun candidato ai fini del sorteggio della sede
d'esame, secondo quanto previsto dall'articolo 15, commi sesto e
settimo, del regio decreto 22 gennaio 1934, n. 37.»".


Art. 2.
Modifiche all'articolo 15 del regio decreto 22 gennaio 1934, n. 37

1. All'articolo 15 del regio decreto 22 gennaio 1934, n. 37, dopo
il quinto comma sono aggiunti i seguenti:
«Con successivo decreto, il Ministro della giustizia determina,
mediante sorteggio, gli abbinamenti tra le commissioni esaminatrici
istituite presso ciascuna Corte d'appello e i candidati, individuati
ai sensi dell'articolo 9, comma 3, del decreto del Presidente della
Repubblica 10 aprile 1990, n. 101. Le prove scritte si svolgono
presso la Corte d'appello di appartenenza dei candidati; la prova
orale ha luogo presso la sede d'istituzione della commissione
esaminatrice.
Il sorteggio di cui al comma precedente e' effettuato previo
raggruppamento delle sedi di Corte d'appello che presentino un numero
di domande di ammissione sufficientemente omogeneo, al fine di
garantire l'adeguatezza tra la composizione delle commissioni d'esame
e il numero dei candidati di ciascuna sede.».


Art. 3.
Modifiche all'articolo 23 del regio decreto 22 gennaio 1934, n. 37

1. All'articolo 23 del regio decreto 22 gennaio 1934, n. 37, sono
anteposti i seguenti commi:
«Esaurite le operazioni di cui all'articolo 22, il presidente della
commissione ne da' comunicazione al Presidente della Corte d'appello
il quale, anche per il tramite di persona incaricata, dispone il
trasferimento delle buste contenenti gli elaborati redatti dai
candidati alla Corte d'appello presso la quale e' istituita la
commissione esaminatrice, individuata ai sensi dell'articolo 15,
commi sesto e settimo del regio decreto 22 gennaio 1934, n. 37, a
mezzo di consegna all'ispettore della polizia penitenziaria
appositamente delegato dal Capo del dipartimento.
Il Presidente della Corte d'appello presso la quale e' istituita la
commissione esaminatrice di cui al primo comma, riceve, anche per il
tramite di persona incari-cata, le buste contenenti gli elaborati e
ne ordina la consegna al presidente della commissione esaminatrice il
quale, attestato il corretto ricevimento delle buste, dispone
l'inizio delle operazioni di revisione degli elaborati ivi
contenuti.»".


Art. 4.
Modifiche all'articolo 21 del regio decreto 22 gennaio 1934, n. 37

1. All'articolo 21 del regio decreto 22 gennaio 1934, n. 37, sono
apportate le seguenti modificazioni:
a) al primo comma sono soppresse le parole: «anche commentati
esclusivamente con la giurisprudenza,»;
b) al secondo comma, dopo la parola: «scritti,» sono inserite le
seguenti: « codici commentati,».


Art. 5.
Modifiche all'articolo 17-bis del regio decreto 22 gennaio 1934, n. 37

1. All'articolo 17-bis, comma 3, lettera a), del regio decreto 22
gennaio 1934, n. 37, la parola: «ecclesiastico»" e' sostituita dalla
seguente: «comunitario».


Art. 6.
Modifiche all'articolo 22 del regio decreto-legge 27 novembre 1933,
n. 1578

1. All'articolo 22 del regio decreto-legge 27 novembre 1933, n.
1578, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 gennaio 1934, n.
36, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al comma 4, dopo il primo periodo e' inserito il seguente: «
Non possono essere designati avvocati che siano membri dei consigli
dell'Ordine.»;
b) al comma 6, nel primo e nel secondo periodo la parola: «
duecentocinquanta"» e' sostituita dalla seguente: « trecento»".


Art. 7.
Norma di copertura

1. Per l'attuazione delle disposizioni di cui al presente decreto
e' autorizzata, a decorrere dall'anno 2003, la spesa di
euro 17.072,00; al relativo onere si provvede mediante corrispondente
riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale
2003-2005, nell'ambito dell'unita' previsionale di base di parte
corrente «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero
dell'economia e delle finanze per l'anno 2003, allo scopo
parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero della
giustizia.
2. Il Ministro dell'economia e delle finanze e' autorizzato ad
apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.


Art. 8.
Entrata in vigore

1. Il presente decreto entra in vigore il giorno successivo a
quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della
Repubblica italiana e sara' presentato alle Camere per la conversione
in legge.
Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sara' inserito
nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica
italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo
osservare.
Dato a Roma, addi' 21 maggio 2003

CIAMPI

Berlusconi, Presidente del Consiglio
dei Ministri
Castelli, Ministro della giustizia
Tremonti, Ministro dell'eco-nomia e
delle finanze

Visto, il Guardasigilli: Castelli
Luigi Levita
00giovedì 29 maggio 2003 08:53
PRIMA SONORA BOCCIATURA PER IL DDL CASTELLI
Resoconto della Commissione Giustizia della Camera di ieri 28 maggio.
Scaricatelo da qui:

http://members.xoom.virgilio.it/luigilevita/docutili.htm


Come potrete leggere, tempi duri per questo DDL (e meno male!)

Luigi Levita
http://sspl.too.it
Michela
00giovedì 29 maggio 2003 12:20
Speriamo che oltre a non convertire il decreto, i parlamentari si decidano a facilitare l'esame rendendolo un esame di abiltazione e non un concorso pubblico celato sotto la veste di esame! Mi sembra che le varie considerazioni sia della maggioranza che dell'opposizione sulla necessità di liberalizzare il mercato ed uniformarsi agli standard europei siano di buon auspicio!Speriamo....
Renato
00giovedì 29 maggio 2003 16:39
ma lo sanno che esistiamo?
Ringrazio innanzitutto Luigi per averci messo prontamente a disposizione il documento.
Mi sembra particolarmente interessante il punto in cui il relatore (Vitali):"Propone infine di acquisire per iscritto eventuali osservazioni da parte delle categorie interessate come il consiglio nazionale forense o le associazioni dei praticanti legali, poiche´ la ristrettezza dei tempi a disposizione non consente di procedere ad audizioni formali.". Mi chiedo se non ci sia un modo per far giungere alla commissione anche la nostra voce, in fin dei conti anche noi siamo una 'categoria interessata' no? Che ne pensate?

Renato
renatotucci@hotmail.com
Luigi Levita
00mercoledì 4 giugno 2003 11:21
RIPRISTINATI I CODICI COMMENTATI?
Resoconto della COmmissione Giustizia Camera di ieri 3 giugno.
Castelli dichiara di voler rinunciare al divieto dei codici commentati...





SEDE REFERENTE
Martedì 3 giugno 2003. - Presidenza del presidente Gaetano PECORELLA. - Intervengono il ministro della giustizia Roberto



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Castelli ed i sottosegretari di Stato per la giustizia Giuseppe Valentino e Michele Vietti.

La seduta comincia alle 15.25.

Delega al Governo per l'istituzione dell'Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili.
C. 3744 Governo.
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame, rinviato nella seduta del 29 maggio 2003.

Gaetano PECORELLA, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, dichiara concluso l'esame preliminare e fissa il termine per la presentazione degli emendamenti alle ore 18 di martedì 10 giugno 2003. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Decreto-legge 112/2003: Modifiche urgenti alla disciplina degli esami di abilitazione alla professione forense.
C. 3998 Governo.
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame, rinviato nella seduta del 28 maggio 2003.

Gaetano PECORELLA, presidente, ricorda che nella precedente seduta è stata svolta la relazione introduttiva ed ha avuto inizio l'esame preliminare.

Tino IANNUZZI (MARGH-U) dichiara la contrarietà del suo gruppo al decreto-legge in esame, esprimendo dei dubbi sulla sussistenza dei presupposti di necessità e di urgenza che ne giustificherebbero il ricorso.
Osserva quindi come non sia opportuno modificare la normativa vigente in vista della prossima tornata di esami, quando gli aspiranti avvocati hanno già svolto il prescritto biennio di pratica forense e si sono preparati facendo affidamento sulle regole a tutt'oggi in vigore. La riforma dell'accesso alla professione dovrebbe essere inserita in una riflessione generale sull'ordinamento delle professioni, sui nuovi modelli di studio universitario e postuniversitario e su moduli di formazione più aderenti alla mutata realtà.
Il decreto-legge in esame appare invece avulso e scoordinato e propone soluzioni irragionevoli e macchinose. Appare inoltre di natura punitiva, tendendo ad inasprire ingiustificatamente l'accesso alla professione con l'introduzione di paletti legislativi che non esistono per gli esami di abilitazione ad altre professioni. Inoltre in esso vi è un atteggiamento complessivo e tendenzioso di sfiducia e di delegittimazione per le commissioni giudicanti e per i consigli dell'ordine.
Si sofferma quindi sull'esigenza di rendere più completa e formativa la pratica biennale, attraverso il pieno esercizio delle funzioni di controllo spettanti ai consigli dell'Ordine e con il rigoroso rilascio dei certificati ai praticanti.
Ricorda poi che ogni disfunzione nell'operato delle commissioni può essere verificata con i poteri ispettivi a disposizione del Ministero.
Venendo ai principali contenuti del decreto-legge, esprime il suo dissenso su questa sorta di circuito itinerante di elaborati scritti e di candidati per le prove orali, fra le diverse sedi di corti di appello. È una misura negativa e dannosa, che creerà solo disagi e difficoltà e che non rappresenta alcuna garanzia di maggior rigore nello svolgimento degli esami.
È infine contrario al divieto di utilizzazione dei codici commentati con la giurisprudenza, che sono invece assolutamente necessari per la redazione dei pareri motivati e di un atto giudiziario. Il passaggio - deciso con la legge n. 242 del 1988 - dalle prove scritte fondate su temi di carattere teorico, con prevalenza della ricostruzione dottrinale degli istituti, ai pareri motivati con prevalenza della conoscenza giurisprudenziale, richiede l'ausilio dei codici commentati, del resto indispensabili ad ogni avvocato che si accinge ad redigere un parere.



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Conclusivamente si dichiara contrario alla conversione in legge del decreto-legge.

Ciro FALANGA (FI), pur dando atto al Governo di aver tentato di porre fine all'anomalia della trasmigrazione dei candidati verso sedi più favorevoli, ritiene che sia preferibile intervenire al momento dello svolgimento delle prove scritte, dove possono maggiormente verificarsi irregolarità tali da determinare risultati falsati.
Quanto all'obbligo dei candidati di recarsi presso le varie corti d'appello per sostenere gli esami orali, giudica eccessivamente oneroso tale meccanismo, che pesa ingiustamente su chi non abbia ampi mezzi finanziari. Condivide invece la norma contenuta all'articolo 6 che vieta ai componenti dei consigli degli ordini forensi di far parte delle commissioni esaminatrici.

Il ministro Roberto CASTELLI fa presente che il decreto-legge è fondato su dati di fatto che testimoniano una situazione non fisiologica in molte zone d'Italia, che deve essere ricondotta ad omogeneità. Il decreto-legge non configura una riforma globale del sistema, ma vuole essere un provvedimento tampone in attesa di una riforma più organica delle modalità di accesso delle professioni. Inoltre esso recepisce complessivamente le osservazioni provenienti dal mondo dell'avvocatura, limitandosi a sanare una situazione giudicata patologica dallo stesso mondo forense.
Le scelte compiute sono state largamente meditate e non sono certo finalizzate a penalizzare i candidati: del resto, fatta eccezione per il divieto di usare i codici commentati, le prove si svolgeranno con le consuete modalità, non essendo rilevante la possibilità di conoscere preventivamente chi correggerà gli elaborati, che viene meno con il decreto-legge in esame.
Certamente, sarebbe stato preferibile che fossero le commissioni esaminatrici a trasferirsi di sede, ma ciò avrebbe posto ostacoli insormontabili in termini sia economici sia pratici; comunque i trasferimenti saranno probabilmente di meno rispetto all'attuale fenomeno della trasmigrazione da una sede all'altra, che comporta a sua volta sacrifici ed oneri finanziari non indifferenti. Del resto anche in altri casi, per gli esami di abilitazione ad altre professioni, spesso i candidati devono recarsi in altre sedi, ed in particolare a Roma.
Riconosce la necessità di intervenire assicurando il massimo rigore nello svolgimento delle prove scritte; in questo senso preannuncia l'emanazione di un apposito regolamento. Giudica altresì fondata l'obiezione relativa all'inopportunità di modificare le regole in corso d'opera ed assicura che il divieto di utilizzare i codici commentati con la giurisprudenza sarà oggetto di un ripensamento da parte del Governo. Non è contrario nemmeno a rivedere la norma volta a sostituire, nell'ambito delle materie oggetto di prova orale, il diritto ecclesiastico con il diritto comunitario. Ritiene infine che non siano necessari ulteriori interventi, non essendo state sostanzialmente modificate le modalità di preparazione all'esame.
Afferma conclusivamente che sono stati eccessivamente enfatizzati gli accenti su un provvedimento che, viceversa, non ha ambizioni riformatrici, ma è soltanto diretto a garantire condizioni di maggiore tranquillità ed equità ai candidati di tutta Italia.

Enrico BUEMI (Misto-SDI) dichiara la contrarietà del suo gruppo al provvedimento, del quale non condivide la filosofia ispiratrice. Del resto anche in altre occasioni, come in materia di assegnazione dei seggi elettorali e di procedimenti giudiziari, quando le aspettative non si profilavano nel modo giusto, il Governo ha tentato di modificare le regole vigenti in base alle proprie esigenze.
Pur apprezzando la disponibilità dichiarata dal ministro Castelli ad apportare talune modifiche, ritiene che vi possano essere strumenti diversi per affrontare le patologie denunciate, senza stravolgere le regole e, per di più, con un insostenibile aggravio di costi.



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Sottolineata la delicatezza ed i rischi connessi al trasferimento di dati e fascicoli, che potrebbero essere smarriti più o meno strumentalmente, afferma che le anomalie registrate in determinate zone del paese potrebbero essere corrette prestando maggior attenzione ai comportamenti individuali.

Vincenzo SINISCALCHI (DS-U) ritiene che il minimalismo del ministro in ordine alla rilevanza del provvedimento in un certo senso confermi l'assenza dei requisiti di necessità e di urgenza che giustificherebbero il ricorso al decreto-legge. Peraltro quest'ultimo contiene implicitamente toni di denunzia penale degli esami finora svolti, stabilendo norme quasi poliziesche, che per di più hanno carattere temporaneo. Dubita che il provvedimento sia basilare per fondare una più ampia riforma dell'ordinamento forense, potendosi ravvisare il fondato sospetto che esso sia stato sollecitato per arginare un eccessivo ingresso nell'albo degli avvocati.

Sergio COLA (AN), dopo aver sottolineato la situazione di pesante degrado di un vasto numero di avvocati non sufficientemente qualificati a svolgere la professione, nega che si possa continuare ad accettare un reclutamento svolto secondo modalità che non offrono garanzie di correttezza e trasparenza, in attesa di un riforma complessiva delle condizioni di accesso alla professioni, che inevitabilmente richiederà tempi lunghi.
Il provvedimento, che recepisce precise istanze del consiglio nazionale forense, ha l'innegabile pregio di affrontare in termini concreti i problemi denunciati, che invece vengono ipocritamente negati da alcuni detrattori.
Ritiene che l'utilizzo dei codici commentati con la giurisprudenza sia utile a stimolare la capacità speculativa ed a verificare la preparazione professionale dei candidati e che, lungi dall'essere vietato, esso dovrebbe essere introdotto a regime.
Osserva che le critiche hanno riguardato la forma del provvedimento, cioè la sua adozione con decreto-legge e non la sostanza, che peraltro è stata giudicata con favore dai massimi vertici dell'avvocatura.
Precisa infine che la posizione ufficiale del suo gruppo è di apertura alle linee di riforma proposte dal Governo, pur nella consapevolezza che il decreto-legge necessita di alcuni correttivi.

Pierluigi MANTINI (MARGH-U), pur condividendo la preoccupazione del Governo di garantire lo svolgimento degli esami in condizioni di equità e omogeneità, esprime rilievi fortemente critici sul ricorso alla decretazione d'urgenza e sulla filosofia complessiva del provvedimento. Ritiene che il Governo si sia fatto interprete di istanze di tipo protezionistico, volte a limitare l'accesso alla professione forense, che giudica fortemente criticabili. Non condivide il metodo parcellizzato di disciplinare l'accesso delle nuove generazioni alle libere professioni, che dovrebbe essere ispirato a principi comuni.
Si chiede quindi se la vera anomalia risieda nel numero eccessivo di candidati promossi in alcune sedi, o piuttosto nell'eccessivo numero di praticanti bocciati in altre. Al ministro Castelli, il quale risponde che il sistema proposto è diretto ad ovviare ad entrambi gli eccessi, replica che il turismo giuridico che caratterizza sedi più benevole come Catanzaro è dovuto proprio alle forti restrizioni cui sono ispirati i criteri valutativi di altre sedi del nord. Si sofferma quindi sulla necessità di prevedere verifiche semestrali più severe della pratica legale svolta, sdrammatizzando così l'esame finale di abilitazione.
Al fine di fugare ogni dubbio sull'influenzabilità delle commissioni da parte di pressioni di tipo localistico, propone di integrare le commissioni delle sedi in cui abitualmente si registrano risultati anomali con soggetti che offrano garanzie di imparzialità.

Giancarlo PITTELLI (FI) riconosce un problema di disparità di condizioni, che attribuisce all'eccessivo protezionismo di alcuni ordini contrapposto all'eccessiva benevolenza



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di altri. Tuttavia il sistema proposto a suo avviso è destinato a riprodurre le disomogeneità esistenti, non apparendo necessario ad evitare eventuali identità culturali e di impostazione.
Condivide infine le osservazioni del deputato Cola a favore della consultazione dei codici commentati, che occorre dimostrare di saper utilizzare.

Gaetano PECORELLA, presidente, rilevato che i codici commentati a volte possono contenere delle «trappole», osserva che in realtà un bravo avvocato deve saper consultare la giurisprudenza.

Giacomo MANCINI (DS-U) prende atto della disponibilità manifestata dal ministro Castelli a modificare aspetti non sostanziali di una riforma che comunque è parziale e non sufficiente a sanare la patologia del cosiddetto turismo forense. Peraltro quest'ultimo in un certo senso viene istituzionalizzato, anche se in altra forma, con lo svolgimento degli esami orali in altra sede. L'obiettivo dell'omogeneità di giudizio non è garantito dal metodo del sorteggio, che di per sé non può dare garanzie in termini di equità; sarebbe pertanto preferibile che i candidati sostenessero le prove di abilitazione nella medesima sede in cui hanno svolto la pratica legale, secondo modalità più garantiste.
In conclusione, afferma che il provvedimento si configura come l'ennesima dimostrazione della volontà del Governo di penalizzare il Mezzogiorno, ed in particolare i giovani delle regioni meridionali.

Nino MORMINO (FI) ritiene che la denunciata disomogeneità delle valutazioni effettuate sul territorio nazionale non sia imputabile ad una intrinseca disposizione al favoritismo od al clientelismo e nemmeno ad una distorta concezione di corporativismo. In realtà nelle varie sedi si sono radicati metodi differenziati di valutazione, ispirati a criteri diversi, che non possono certo essere resi omogenei dal metodo del sorteggio. La permanenza di criteri valutativi differenziati è inoltre destinata a vanificare l'efficacia della soluzione prescelta di costringere i candidati a muoversi da una sede all'altra. Il punto nodale risiede viceversa in modalità più rigorose per il rilascio dei certificati di pratica legale e nella creazione, a livello centrale, di un corpo omogeneo di commissari informati a criteri di valutazione omogenei.

Giuseppe FANFANI (MARGH-U) si associa a rilievi del deputato Iannuzzi ed osserva che l'apprezzabile intento di rendere più etico ed omogeneo il sistema non può essere perseguito con un provvedimento emergenziale. Occorre puntare maggiormente alla formazione, alla costruzione professionale dei praticanti avvocati, che non risiede nella valutazione della capacità, ma comincia dall'università e continua con il praticantato legale, sul quale dovrebbe essere esercitato un controllo più severo e costante. È inoltre necessario valorizzare la specializzazione postuniversitaria, anche al fine di risolvere la questione degli sbocchi professionali.
Nel complesso il decreto-legge appare inadeguato, anche di fronte alle dimensioni del fenomeno, che sono più vaste di quanto denunciato.

Luigi VITALI (FI), relatore, evidenzia la piena corrispondenza tra le pressanti istanze del consiglio nazionale forense e le scelte politiche compiute dal Governo. Del resto anche i giovani praticanti si sono limitati a chiedere di non cambiare le regole del gioco in corso d'opera, nonché di eliminare il divieto di consultare i codici commentati con la giurisprudenza, questioni sulle quali il ministro ha assicurato la propria disponibilità.
Si dichiara contrario a stabilire un numero chiuso per l'accesso alle professioni e si sofferma sulla necessità di creare condizioni serie per l'accesso al complessivo mercato europeo. In proposito ritiene che si debba incidere sulle modalità di rilascio dei certificati di pratica legale.
Si dichiara infine disponibile ad esaminare eventuali proposte modificative, invitando a non voler ingigantire strumentalmente le problematiche.



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Gaetano PECORELLA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 17.15.








Alla prossima per le novità.
Giuliana
00venerdì 6 giugno 2003 20:42
Caro Luigi,
ma si può sapere chi ha organizzato la manifestazione oggi a Roma a nome degli specializzandi, che come quella dell'anpa, è stata un fallimento?
E' possibile che non si riesca a fare un lavoro comune ed evitare brutte figure?
Le novità sul d.l. ci sono e sono importanti, ma la situazione è drammatica per gli specializzati. Di noi non si parla, ho meglio hanno detto che di noi non si deve parlare!
Saluti, Giuliana.
Luigi Levita
00venerdì 6 giugno 2003 21:56
La verità sulla manifestazione di oggi
L'ANPA ha rimediato l'ennesima brutta figura.... ieri pomeriggio sono stato contattato da Francesco Di Bari dell'ANPA Roma, che voleva coinvolgere il sottoscritto e "SSPL Campania" in questa manifestazione, ma dopo un consulto coi miei colleghi abbiamo deciso di soprassedere. Uno il motivo: l'ANPA non tutela le posizioni degli iscritti SSPL.


Questo è quanto.

Cara Giuliana, puoi raccontarmi le ragioni di questo fallimento? Grazie!


Cordialmente
Giuliana
00lunedì 9 giugno 2003 19:58
Caro Luigi,
purtroppo posso solo immaginare il fallimento delle manifestazioni dell'Anpa, ma una cosa certa è che questa associazione non è in grado di far proprie le istanze di noi specializzati perchè ha interessi in conflitto con le sspl, futuro (anche se non ci credo molto) percorso formativo preferenziale ai fini dell'abilitazione.
La conflittualità è avvertita da tutti e soprattutto da quei colleghi che si sono avvicinati all'Anpa all'inizio, ma che oggi tendono giustamente al distinguo realizzando gruppi diversi, associazioni alternative in grado di presentare le nostre istanze.
Credo comunque che le manifestazioni in quanto tali non siano uno strumento di protesta fattibile per i professionisti e gli aspiranti professionisti.
La categoria forense non è una categoria, nel senso che non ha uno spirito di categoria, trattandosi di una professione altamente individualista.
Così come gli scioperi non funzionano per gli avvocati, forse fatta eccezione per i penalisti, non funzionano per i praticanti e dubito anche per gli specializzandi/ti.
Confido in te e nei colleghi soprattutto meridoniali perchè questo d.l. possa effettivamente naufragare in attesa di mettere mano seriamente ad una riforma dell'accesso alla professione forense. Parlo non perchè napoletana, ma perchè ritengo che si tratti di una riforma fortemente lesiva degli ordini forensi del sud e dell'economia del sud.
L'Umbria non ha interesse a bloccare il d.l., nè ad emendarlo, considera che l'ordine perugino non ha fatto osservazioni nè alla riforma del CNF di dicembre nè alla riforma di urgenza.
Resto, come tutti, in attesa di buone nuove e nel mio piccolo continuerò a rompere le scatole.
A proposito, mi ha detto Gennaro Tortora (venne all'incontro con l'On. Catanoso, ricordi?) che domani l'Ordine di Napoli fa un incontro contro il d.l.-
Se ci vai facci sapere!
Un caro saluto, Giuliana.[SM=g27812]
Marco Medoro
00martedì 10 giugno 2003 10:32
Cara Giuliana,
sono contento di vedere che sul rapporto anpa-specializzandi hai cambiato idea; ora sono pienamente d'accordo con te.
Quanto alle considerazioni sulle posizioni degli ordini nella sostanza credo che tu abbia ragione, anche se il presidente dell'Ordine di Perugia, quando è venuto a farci lezione, ha detto di essere fermamente contrario alla riforma in ambedue le versioni esprimendo molteplici ( e a mio avviso non condivisibili) obiezioni (ad es. sulla legittimità cost. del futuro (o futuribile?) sistema di accesso binario diviso tra sspl e scuole forensi).

Un Caro saluto a te, a Luigi Levita e a tutti i frequentatori del forum.
Marco Medoro
Perugia
Roberto Muzi
00martedì 10 giugno 2003 14:20
Mi associo in pieno a quanto scritto da Marco.
Cara Giuliana, l'assoluta diversità di prospettive tra praticanti e specializzandi era ed è all'origine della mia contrarietà ad aderire alla minifestazione dell'ANPA a Montecitorio e sulla quale abbiamo avuto uno scambio di opinioni su questo forum.
ciao
Roberto Muzi
Gabriele Focosi
00martedì 10 giugno 2003 15:53
precisazioni
Per quanto riguarda la manifestazione di Roma del 6 giugno us, credo che si sia trattato di una iniziativa isolata della locale sezione ANPA, a cui comunque non ha aderito nessuna rappresentanza degli specializzandi, tantomeno l'Associazione Nazionale Specializzandi da me presieduta.
Credo di aver già specificato in privato a diversi di voi la presa di distanza dell'Associazione Nazionale Specializzandi dall'ANPA in seguito alla mancata rivendicazione di alcune nostre richieste. Ormai la nostra Associazione è in grado di camminare da sola senza essere la costola di altre realtà che non condividono più le nostre istanze.

In ultimo, non concordo con Giuliana e con quanti altri chiedono l'incondizionato ritiro del DL Castelli. Una volta reintrodotti i codici commentati ed eliminato lo spontamento dei candidati agli orali, credo che debba essere salvato il progetto moralizzatore del ministro, volto a sradicare il deprecabile fenomeno del turismo forense.
Per questo l'Associazione Nazionale Specializzandi in questi giorni sta fortemente sostenendo la necessità che il DL Castelli venga convertito con modifiche, fra cui un emendamento sull'abilitazione automatica degli specializzati derivato dalle famose PDL Cortiana/Pisapia/Mantini/Catanoso dei mesi scorsi.
La nostra attività prosegue pertanto in un'ottica di continuità con le precedenti richieste, senza scadere in proteste futili e irrazionali contro il DL Castelli.

Gabriele Focosi
Presidente dell'Associazione Nazionale Specializzandi
http://www.sspl.italex.net
Marco Medoro
00martedì 10 giugno 2003 18:32
Apprendo con piacere che anche il collega Focosi è stato folgorato sulla via di Damasco....bene! meglio tardi che mai...
non credo che su questo forum ci siano mai state tante persone a chiedere il ritiro puro e semplice del d.l......o forse proprio il collega Focosi era l'unico? Bene le misure anti turismo, magari venisse riconosciuta l'abilitazione diretta...ma forse è ora di smetterla di sognare e di guardare in faccia alla realtà!
I resoconti parlamentari mostrano un dato sconfortante; per la Commissione Giustizia in sostanza non esistiamo...non si parla nemmeno come ipotesi futuribile di un esame differenziato che riconosca la formazione offerta dalle sspl.
La speranza di un mutamento delle posizioni è l'ultima a morire, ma senza una iniziativa di pressione sui media la vedo dura.....
Saluti a tutti
Giuliana
00mercoledì 11 giugno 2003 00:37
Carissimi,
sapete perfettamente che la politica Anpa è, a mio avviso, solo parzialmente condivisibile (vedi il patrocinio a spese dello Stato).
Invitavo alla manifestazione di Roma di maggio, quando il d.l. doveva ancora essere emanato, perchè non c'era in quel frangente alcuna differenza tra sspl e pratica tradizionale. Aspetto che anche successivamente al decreto molti colleghi non sono riusciti a capire.
Il d.l. adesso c'è, per cui l'unica cosa che possiamo fare e tentare di modificarlo, per quanto possibile, con la speranza che riconoscano alle sspl un qualsiasi vantaggio, seppur minimo.
Non ho mai detto che il d.l. deve essere ritirato, queste soluzioni le trovo scritte sui giornali che riportano l'annoso dibattito sul tema, così come non trovo scritto alcunchè sull'abilitazione diretta per gli specializzati. Anzi, a ricordare bene c'era un articolo diversi mesi fa, se non sbaglio sul sole24ore, che riferiva un'intervista dell'On. Mantini (Commissione Giustizia, responsabile professioni Margherita, avvocato e firmatario di uno dei ddl cui si riferisce Focosi), che dichiarava la soluzione proposta dell'abilitazione diretta come una "provocazione".
Dubito che si riesca a fare qualcosa per le sspl, anche se sono la prima ad incoraggiare Focosi e chiunque sia in grado di far qualcosa. Sono anche la prima a bussare alla porta dei politici, quando dove e come posso e sarei ben lieta che il d.l. non venisse convertito.
Mi dispiace ma non condivido proprio la tesi per cui mantenendo fermi i codici commentati ed evitando le "gitarelle" per gli orali, si sia risolto il problema del d.l.-
Voi veramente credete che con le nuove regole si arrivi ad una uniformità di giudizi? Che le commissioni in sede di esame siano più serie, soprattutto al sud? Se si offre la soluzione del parere in sede di esame, perchè la commissione di Roma dovrebbe considerare non idoneo il canditato di Catanzaro? Ma poi quale uniformità, verso l'alto o verso il basso? Gli ordini forensi faranno un accordo di cartello oppure si faranno la guerra? Le commissioni poi come verranno sorteggiate, a rotazione oppure ci saranno tutti gli anni, com'è probabile, sempre gli stessi abbinamenti?
Insomma io nutro una serie infinita di perplessità ed invidio chi riesce a dire così soavemente che alla fine, con una ritoccatina, abbiamo fatto una buona riforma. Non lo dicono neanche gli avvocati, figuriamoci se possiamo dirlo noi...
Senza considerare, infine, che se per le sspl perdiamo il treno in sede di conversione, l'anno prossimo non ci saranno iscritti e buonanotte...
Per quanto riguarda l'Ordine di Perugia, caro Marco, mi riferivo alle osservazioni inviate all'incontro di Arezzo dell'avvocatura italiana. Tanti avvocati dicono che il d.l. è scandaloso, forse però l'ordine avrebbe dovuto manifestare il proprio dissenso formalmente. Comunque questo è l'ultimo dei mali...
Una serena notte, Giuliana.[SM=g27812]
Renato
00mercoledì 11 giugno 2003 21:29
SSPL e decreto
Sono d'accordo con te Giuliana quando dici che il problema fondamentale delle Scuole è che il fatto che la carenza di riconoscimenti e di vantaggi conseguenti all'ottenimento del diploma (non sto parlando soltanto della situazione degli aspiranti avvocati, ma anche di quella degli aspiranti notai, dei quali non ci dobbiamo dimenticare) possa disincentivare l'iscrizione di nuovi specializzandi, con un effetto a spirale che coinvolge i fondi per le borse di studio e l'interesse stesso dello Stato a spendere soldi per mantenere in vita una istituzione basata sulla fiducia di pochi studenti di buona volontà. Forse però non dovremmo cedere a visioni apocalittiche circa il decreto in questione, e accettare l'idea che la sopravvivenza delle SSPL non si gioca tutta sul piano dell'esame di abilitazione del 2003. Forse bisogna rasserenarsi un po' leggendo l'ultima legge sulla dirigenza pubblica, o considerando i progetti di modifica dell'esame da uditore, o ancora pensando che, chissà, la riforma 'globale' di cui parla Castelli non è solo una chimera, e il tempo per giocarsela in quell'ambito non scade con il termine di presentazione degli emendamenti al DL 112.
In realtà non mi hai convinto quando hai detto che sei contraria al decreto "non perchè napoletana, ma perchè ritengo che si tratti di una riforma fortemente lesiva degli ordini forensi del sud e dell'economia del sud". Questa equazione che lega l'economia e gli ordini forensi del sud al fatto che quasi tutti passavano l'esame di abilitazione non mi sembra un'ottima argomentazione contro l'iniziativa del Ministero, anzi. Direi che il legame esame facile-economia è invece fortemente lesiva della dignità del sud e dei suoi ordini. E' vero, anche una volta emendato come dice Gabriele, il DL non renderà perfetto l'esame di abilitazione, ma sarà comunque un tentativo verso la omogeneità dei giudizi, e per contrastare una modifica non vale dire che non porta alla perfezione, ma è necessario paragonarla al sistema attuale e vedere se comporta un effettivo passo avanti o meno.
Ciò posto io ritengo che l'interesse degli specializzandi sia più per una non conversione in legge della riforma. Il mio timore è che una volta adottata la misura tampone, e quietati gli animi di coloro che (forse non a torto) hanno sempre gridato allo scandalo con riferimento non soltanto alle percentuali ma anche alle modalità di svolgimento degli esami in alcune sedi del sud, le riforme complessive vengano procrastinate o comunque abbandonate (come sempre avviene nel nostro paese). E questo sì sarebbe un grave danno per noi. Ben venga quindi la conversione, se viene inserito un riferimento alle SSPL. Ma se siamo pretermessi, spero che l'ANPA vinca sua battaglia, e che qualsiasi modifica dell'esame di abilitazione sia rimandata al momento della 'riforma globale'.
ciao.

Renato
renatotucci@hotmail.com
Giuliana
00giovedì 12 giugno 2003 10:36
Caro Renato,
sicuramente pecco di pessimismo ma perdonami, come aspirante avvocato e praticante a tempo pieno, vedo le prospettive del concorso pubblico per la dirigenza non pertinenti alle finalità delle sspl, ovvero la formazione degli aspiranti professionisti notai, magistrati e avvovati.
Laddove le sspl non ricevessero un adeguato trattamento in sede di conversione, l'appetibilità, già scarsa, sarebbe definitivamente nulla e dubito che un titolo post - laurea perseguito da pochi, in via sperimentale, ovvero con le difficoltà, sotto il profilo della didattica e della formazione, di cui siamo tutti consapevoli, possa effettivamente essere considerato come titolo spendibile alla stregua di un dottorato, al massimo potrà costituire curriculum.
Ritengo che il riconoscimento delle sspl in questa fase, per l'esame di abilitazione alla professione, sia fondamentale perchè permetterà a noi e chi volesse iscriversi in futuro, di comprendere l'effettiva volontà politica di mantenere in vita queste scuole.
Sul binomio economia - abilitazione, certamente sbaglio, ma perdonami, al sud si fanno affari con questo esame e posso assicurarti che i fori lomabardi lo sanno, così pure il cnf e la lega.
Sono fortemente convinta, infine, che l'omogeneità dei giudizi, nel caso in cui questo di d.l. riuscisse effettivamente a perseguirla, non sia un vantaggio. Non parliamo di un concorso pubblico ma di un'abilitazione, valutata da uomini, pertanto ci sono tanti rischi legati all'applicazione concreta della riforma tampone, solo accennati con la mia precedente.
L'avvocatura non è riuscita in questi decenni a controllare la situazione, non perchè le regole fossero sbagliate, ma perchè sono gli uomini che applicano quelle regole in maniera sbagliata.
E' l'esame in se che non va più bene ed è richiesto a più voci che venga soppresso creando un percorso formativo controllato per gli aspiranti avvocati, a numero chiuso, anche in relazione alla riforma universitaria, che porti progressivamente ad una prova finale quasi pro - forma
Chi controllerà le modalità di svolgimento dell'esame?
Spero vivamente che il d.l. non venga convertito e nel caso lo fosse, spero che per le sspl sia previsto un qualche minimo vantaggio.
E' comunque un piacere confrontarsi.
Un caro saluto, Giuliana.
Renato
00giovedì 12 giugno 2003 19:04
Affari sull'abilitazione
Affari sull'abilitazione per tutti. Lo so io, lo sai tu, lo sanno gli Ordini del Nord e quelli del Sud. Per questo dico che stroncare questo genere di affari alla fine non può essere considerato un male né per il Sud né per gli Ordini del Sud. Ma queste sono solo argomentazioni a favore del decreto Castelli.
Per il resto, dirai che sono un inguaribile ottimista (e ti assicuro che saresti l'unica), ma sono convinto che non ci sarà alla fine una marcia indietro sulle scuole (il fatto che siano menzionate in leggi che riguardano anche ambiti diversi dalle professioni legali mi sembra un indice).Quanto al dottorato di ricerca, converrai sul fatto che non possa essergli de plano riconosciuto maggior valore dal punto di vista formativo, in ambito professionale, rispetto alle SSPL (mi vengono in mente i dottorati in storia del diritto canonico, o in diritto comune, ma anche la settorialità di un dottorato in diritto amministrativo). Resta che, come fai bene a continuare a sottolineare, la battaglia sul DL è fondamentale; e che, senza una specifica menzione delle SSPL (sulla quale mi sembra molto difficile fare affidamento), la riforma è sicuramente lesiva dei nostri interessi.
Piccole sfumature a parte, cara Giuliana, mi sembra che alla fine siamo d'accordo sulla sostanza del problema.
Mi raccomando non perderti d'animo, e continua la tua attività in favore di tutti gli specializzandi (e specializzati), della quale non possiamo che darti merito tutti quanti.
Anche noi qui a Roma stiamo cercando di combinare qualcosa...speriamo di poter dare o ricevere presto buone nuove.
Un saluto affettuoso.

Renato

renatotucci@hotmail.com
Luigi Levita
00lunedì 16 giugno 2003 13:43
Manca poco....
Oramai manca meno di un mese allo scadere dei 60 gg. previsti, ma il DDL di riforma avvocatura giace ancora alla Camera, affondato dal Lodo Maccanico.... che si profili una reiterazione??? (Orrendo dubbio!)

Che ne pensate?
Luigi Levita
00mercoledì 18 giugno 2003 10:02
Commissione unica avvocatura?
Pare che adesso, per salvare il DDL Castelli da una fine ingloriosa, il relatore Vitali di Forza Italia abbia escogitato l'idea di una commissione centrale che - non si sa come! - dovrebbe garantire maggiore uniformità...


Chi vivrà, vedrà!
Gabriele Focosi
00sabato 21 giugno 2003 12:05
APPELLO URGENTE
Vi scrivo per informarVi che lunedì 23 e seguenti il DL Castelli sarà in Aula alla Camera per la conversione. Fra gli emendamenti da votare, anche quello dell'On. Cento sulle Scuole. Se passa diventeremo automaticamente avvocati grazie alla Scuola, è davvero l'ultima chance.
Confido pertanto nella Vs. opera di sensibilizzazione nei confronti dei parlamentari che conoscete e riuscite a contattare entro lunedì/martedì.

Gabriele Focosi
Associazione Nazionale Specializzandi
http://www.sspl.italex.net

***
Dopo l'articolo 6 aggiungere il seguente:
«Art. 6-bis.
(Modifiche all'articolo 30 del regio decreto-legge 27 novembre 1933, n. 1578)
1. All'articolo 30, comma 1, del regio decreto-legge 27 novembre 1933, n. 1578, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 gennaio 1934, n. 36, è aggiunto, in fine, la seguente lettera:
«g) coloro che, avendo conseguito il diploma di specializzazione rilasciato dalle Scuole di Specializzazione per le Professioni Legali istituite presso le Università italiane ai sensi dell'articolo 16, decreto legislativo 17 novembre 1997, n. 398, siano in possesso altresì del requisito indicato nel numero 5) dell'articolo 17».
Luigi Levita
00lunedì 23 giugno 2003 18:25
L'oRA DELLA VERITA'
L'Onorevole Mantini (DS), oggi 23 giugno, ha annunciato alla Camera la presentazione del cd. emendamento Catanoso, diretto a consentire ai diplomati SSPL l'abilitazione diretta alla professione forense.


Domani 24 giugno il voto.



In bocca al lupo a noi.
Luigi Levita
00lunedì 30 giugno 2003 10:03
Al Senato il 10 luglio...
....discussione del DDL avvocatura. Giusto in tempo per la conversione.

Aspettiamo di vedere cosa succede...
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