dal "corriere della sera" di oggi:
Essere opinionista una volta era una prerogativa, adesso è un mestiere. Mestiere televisivo, s’intende, a cottimo. E’ il terziario che avanza. Nelle discussioni, nei reality, nei dopo qualcosa serve la presenza di un incendiario che alimenti il fuoco della contesa: su cose che normalmente non interessano, con pareri irrilevanti. Fa parte del gioco. Così come fa parte del gioco invitare a Sanremo opinionisti che sono dirigenti Rai (Marco Giusti, ndD), mogli di cantanti in gara (l’opinionista Ambra, dopo l’eliminazione dei Velvet, dice: «Non sono mica qui per dare giudizi». Starsene a casa no, eh?), autori della manifestazione (Dario Salvatori, ndD), giornalisti Rai, programmisti Rai, produttori per la Rai, pompieri Rai.
Brava gente che piuttosto di esprimere un’opinione contro il Festival preferirebbe parlar male di sé. Poi c’è anche un cane sciolto, un ex giocatore che ora gioca a fare il dissacratore, va in tv perché «affamato di autenticità» e dice quello che gli passa per la testa. E dice una cosa sgradevole nei confronti di un cantante sgradito. Come spesso succede la diversità d’opinione, che dovrebbe ampliare l’orizzonte dello spettatore, finisce in realtà per restringerlo.
Aveva ragione Giuseppe Pontiggia: «Il problema non è di comunicare una opinione ma di averla. Non di dire ciò che si pensa, ma di pensare». Che strana gente a Sanremo: scappa loro un’opinione come ad altri scappa la pipì.
vabbuò i soliti pregiudizi
, però personalmente credo che se anch quest'anno ci fosse stato il "dopofestival" ci sarebbero state ben poche polemiche...
sto "festival" stile reality sta creando solo casini inutili, nelle edizioni passate gli "opinionisti" massacravano i
cantanti e tutto il festival e a nessuno gliene fregava niente