Alberto compie 40 anni e si racconta tra passato ("Thoeni è stato un grande"), presente ("Non sempre facile essere Tomba") e futuro ("Una mano alla Fisi? Sono pronto")
Alberto Tomba è nato a Castel de' Britti (Bo) il 19-12-1966. Reuters
VAL BADIA (Bolzano), 19 dicembre 2006 - Quarant’anni possono essere un traguardo oppure un peso. Alberto Tomba, le fa paura quest’età tonda?
“No, voglio provare a viverla bene. Come il vino si migliora solo con gli anni, e io non sono acido, o no?”
Farà ancora il testimonial?
“No. Avevo preso degli impegni e li sto onorando. Questo non è lavoro? A me piace molto l’immobiliare. Scoprire vecchi casali da ristrutturare. Devo trovare il modo di fare capire alle controparti che non hanno a che fare con lo sciatore noto, ma con un professionista di quel campo. L’immagine, quella sì che talvolta è un peso”.
E’ un peso per chi non ce l’ha...
“Non generalizziamo. Non è sempre facile essere Tomba...”.
La vogliono sposato.
“Non sono un uomo da gossip, anche se ci sono finito spesso e non volontariamente..Il matrimonio è un passo importante, da valutare con attenzione. Ho visto troppe coppie naufragare. Io vorrei costruire una coppia vera, unica, che ha nella fiducia il suo cemento. Chiedo troppo? Sono antico? No, credo nei valori”.
Chi vuole ricordare?
“Sono diventato campione grazie a mio padre e Roberto Siorpaes, che mi ha portato fino in nazionale: senza di lui non sarei arrivato qui. Poi ci sono stati Thoma, Pietrogiovanna, Thoeni e Roda. Tutti amici per me. Io non dico che un allenatore è fondamentale per la tecnica, perché un atleta certe volte deve sapere fare anche scelte da solo, ma il lato umano del tecnico è importantissimo. Tutti dicevano che Thoeni non parlava: non era vero.Lui si esprimeva chiaramente anche quando mi tracciava una manche di allenamento. Mi spediva messaggi. E’ stato un grande mica per niente...”.
Che cosa pensa della crisi federale?
“E’ una situazione difficile da valutare dall’esterno. Mi spiace per la squadra che vive senza allegria. Abbiamo atleti di grande livello: Rocca, Blardone, Simoncelli e altri, non sono inferiori agli avversari”.
Non crede che un suo intervento possa essere utile?
“Sono disposto a dare una mano a un mondo cui devo tutto ma che deve modernizzarsi. Scusate se insisto, ma perché fare sempre le gare alle 9 di mattina, costringendo gli atleti ad uscire all’alba a 20 sotto zero? Una manche alle 11 e l’altra alle 14 o alla sera, che differenza farebbe?”.
Non ha risposto...
“Se qualcuno valuterà che potrei essere utile, risponderò che sarò felice di collaborare. Prendere io l’iniziativa? Datemi il tempo di riflettere, l’idea mi piace: questo è il mio ambiente, anche se la neve ci fa disperare...”.
Quarant’anni fa com’era?
“Stava per nascere la coppa del Mondo”.
dal nostro inviatoGianni Merlo [Modificato da (Rosy) 19/12/2006 11.09]