L’Adorazione

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MARIOCAPALBO
00lunedì 26 marzo 2012 17:47
COME PARTECIPARE AGLI INCONTRI DI PREGHIERA Jim Cavnar Capitolo 1

COME PARTECIPARE AGLI INCONTRI DI PREGHIERA

Jim Cavnar

Capitolo 1

   L’Adorazione

 

“.. . Siamo riuniti in una comunità di preghiera.

Rispondiamo al Signore con lodi gioiose.”

Immediatamente c’è un’esplosione di preghiera spontanea da ogni parte.

Quasi tutti pregano ad alta voce.

É difficile mettere in parole l’esperienza di adorare Dio, ma nell’incontro di preghiera se ne fa presto l’esperienza. Adorare significa volgersi esplicitamente a Lui.

Ø       I nostri incontri di preghiera devono essere centrati su Dio. Dobbiamo avvertire quella sensazione profonda di non esserci radunati per noi stessi, ma per Dio. Dobbiamo guardare a Dio, richiamare la Sua vicinanza e abbandonare il nostro cuore a Lui, perché lo porti dove vuole. Se per­mettiamo alla mente di vagare, troveremo difficile adora­re.

Ø       L’incontro di preghiera é il momento per metter da parte ogni altra preoccupazione, e per pensare a Dio solo; ci dà l’opportunità di fare qualcosa che non facciamo quasi mai distoglierci dalle altre preoccupazioni per guardare a Dio stesso e poi esprimere in parole e canti quanto apprezziamo la Sua grandezza, la Sua potenza, il Suo amore.  

            Come molti altri, non ero mai riuscito a dare un vero significato al concetto di adorazione. Non che l’idea mi fosse estranea: da ragazzo avevo imparato che l’adorazione era lo scopo delle funzioni in chiesa. Quando per la prima volta decisi di impegnare seriamente la mia vita al servizio di Gesù, mi dissero che l’adorazione era la forma più importante di preghiera. Eppure le funzioni domenicali e la mia preghiera personale raramente esprimevano adorazione.

Ø    Mi dissero che l’adorazione consisteva nel frequentare regolarmente la Chiesa, nella fedeltà alla preghiera meditativa, o all’amore, nella vita di ogni giorno, e che non costituiva un’esperienza unica e identificabile.

Altri ritenevano che la nozione di adorazione doveva essere abbandonata del tutto.  

Ø    Quando fui battezzato nello Spirito e cominciai a sperimentare la preghiera in lingue, ebbi la distinta sensazione che quella preghiera, a me incomprensibile, era un atto di lode.

Ø    Fu la prima volta che sperimentai cosa significasse adorare Dio. Non molte settimane dopo mi ritrovai a riflettere: “Ho la sensazione che per la prima volta io stia facendo ciò per cui sono stato creato. Mi sento proprio al posto giusto.”

Non penso che qualcuno avrebbe mai potuto spiegarmi prima la centralità dell’adorazione, ma quando l’ho sperimentata non è stata più necessaria alcuna spiegazione. La Scrittura dice che noi siamo stati creati per ‘Vivere per lodare la Sua gloria” (Ef 1 , 12)  

            Quando la guida di un incontro di preghiera dice “Ado­riamo il Signore”, sappiamo che parla di qualcosa di molto definito, diverso dalle dozzine di altre attività che costituiscono la nostra vita cristiana: parla di un rivolgersi consapevole a Dio, esprimendo con canti e parole un timore sentito, riverenza, ringraziamento e lode un amore a Dio per se stesso.  

L’ADORAZIONE dovrebbe essere predominante negli incontri di preghiera. Siamo talmente poco abituati all’adorazione che molti non possono continuare più di alcuni minuti senza avere l’impressione che non stiano facendo niente.

Ø  Ma adorare é qualcosa. Dovrebbe essere lo scopo dell’incontro di preghiera, non un esercizio preliminare per cominciare. É un modo concreto per rispondere alle parole di Gesù:

Ø  “Questo è il primo più grande comandamento: che amiate il Signore Dio vostro con tutta la mente, con tutte le forze e con tutto il cuore.”

            Dice il Salmo 150:

Lodate il Signore nel Suo santuario ...

Lodatelo per la Sua immensa grandezza….

Ogni vivente lodi il Signore.”  

            Dovremmo sempre essere consapevoli che la lode gioiosa al Signore è al centro dell’incontro di preghiera. Ma oltre a sintonizzare il cuore sul Signore, ci sono altri elementi che riguardano l’adorazione, e senza perdere di vista lo scopo centrale dell’incontro, vorrei illustrare i vari elementi che contribuiscono all’adorazione e alla lode.  

La Parola di Preghiera

             Suppongo che non potrò mai dimenticare la sera in cui il primo gruppo di Notre Dame che doveva essere battezzato nello Spirito si incontrò a casa di Ray Bullard, presidente di un gruppo locale per il Full Gospel Busines­smen’s Fellowship. Ray aveva radunato circa 20 uomini della zona per questo incontro col nuovo gruppo di Pentecostali Cattolici, che erano venuti a chiedere di pregare con lui ed alcuni suoi amici. Entrammo senza diffidenza in casa di Ray, e ci trovammo circondati. Una volta che tutti fummo comodamente seduti, Ray disse: “Bene, cominciamo con una parola di preghiera.” Quale shock fu per noi quando d’un tratto ognuno simultaneamente scoppiò in una preghiera entusiasta ad alta voce. Ero abituato alla preghiera spontanea, ma a niente di simile. Ero quasi pronto a dire: “Aspettate un po’, non capisco cosa dite.” Ci parve tanto strano questo tipo di preghiera (con le molte al tre cose strane che dovevamo sentire quella notte) che uno dei presenti più tardi rilevò: “Se questo rinnovamento carismatico fosse stato solo opera umana, o anche una forma di religiosità creata dalla volontà degli uomini, credo proprio che quella sera sarebbe crollato.” Invece non solo non crollò, ma lo Spirito di Dio ci insegnò molte cose sulla preghiera. Quella sera cominciammo ad imparare come unirci alla “parola di preghiera”. 

La parola di preghiera, per quanto possa sembrare insolita, è diventata la caratteristica degli incontri di preghiera carismatica, e per buone ragioni.

Ø    Questo tipo di preghiera permette ad un gruppo di pregare insieme in maniera attiva e partecipe e contribuisce alla formazione di uno spirito di unità e di lode.

Ø    Se negli incontri dovessimo pregare solo in silenzio, e se usassimo solo preghiere recitate, ne saremmo grandemente impoveriti.

Quando la guida dice, “preghiamo tutti insieme”, quanto è naturale farlo ad alta voce, in un modo che dimostri la realtà della nostra preghiera.  

Nella parola di preghiera lo scopo NON è quello di partecipare agli altri la nostra preghiera, affinché possano capire ed unirsi mentalmente a noi. Al contrario, essa permette una forma di preghiera personale per ciascun membro del gruppo.

Ø   Ciascuno prega Dio individualmente, con parole proprie o in lingue, pregando a voce alta ma in tono moderato, in modo che altri possano sentire quanto stiamo dicendo nella preghiera ed essere loro stessi incoraggiati a pregare con più fervore.

Ø   In questa forma di preghiera non si suppone il predominio di nessuna voce singola. Al contrario, le voci dovrebbero fondersi insieme, in modo che la preghiera individuale diventi parte della preghiera dell’intera comunità.  

Non si dovrebbe permettere che la parola di preghiera diventi meccanica. Ciascuno dovrebbe tener presente che:

Ø       la misura della sincerità della nostra preghiera non sta nell’emozione o nel sentimento, ma nell’intenzione.

            Anche quando a volte troviamo difficile pregare e siamo tutt’altro che entusiasti, possiamo pregare con sincerità, pro­nunziando con intenzione le parole di preghiera e tenendo davanti agli occhi lo scopo dell’adorazione: é per Dio, non per noi stessi.

La Preghiera Partecipata 

La preghiera partecipata è la preghiera di una persona fatta ad alta voce, mentre gli altri ascoltano e si uniscono ad essa. Il prete che prega nella Messa o il Ministro che parla ad una funzione domenicale, fanno una preghiera partecipata.

Ø    Negli incontri la preghiera partecipata di solito è spontanea. Lo Spirito Santo spesso ispira la preghiera partecipata, che può avere un effetto potente su tutto l’incontro. Un Salmo, se letto con sincerità come preghiera, può effettivamente contribuire alla formazione dello spirito di adorazione nell’incontro.

Ø    Lo Spirito Santo fornisce le occasioni adatte per la preghiera partecipata. Di solito il momento più opportuno è un momento di silenzio o di preghiera quieta. Quando tutti pregano insieme a voce più alta, cercare di superare la voce di altri non contribuisce alla pace e al senso di ordine dell’incontro. Dobbiamo aspettare, perché lo Spirito darà l’inizio.  

            Nei nostri incontri dell’anno scorso si è sviluppata una forma di preghiera partecipata  particolarmente efficace come strumento di adorazione. Spesso le persone cominciano a lodare il Signore in una serie di brevi acclamazioni: “Tu sei il Creatore”, “Ti lodiamo, Signore della gloria”, “Gesù, Tu sei il buon Pastore.” Talvolta tali acclamazioni di lode durano per alcuni minuti, risultando in una bella litania di lode.  

La Preghiera silenziosa 

Nell’incontro di preghiera vi sono anche momenti in cui il silenzio è un modo di adorare. Spesso dopo un periodo di lode vigorosa e di canto, si avrà un silenzio profondo in cui si avverte la presenza e la santità di Dio.

Ø       È un silenzio vivo, tanto diverso dal silenzio morto dell’adorazione senza vita.  

            In momenti simili, il silenzio è l’espressione del nostro timore e rispetto riverente per la santità di Dio, ed è come riempito della presenza dello Spirito, come quando cantiamo in lingue. Nell’incontro di preghiera ci saranno momenti simili, e non dovremmo averne paura; tuttavia il silenzio non è il modo più importante di partecipazione all’incontro di preghiera. L’incontro di preghiera infatti non è inteso per la meditazione silenziosa di gruppo, né per la preghiera personale. La genialità dell’incontro di preghiera sta precisamente nel suo carattere partecipativo ed espressivo.          

Il Canto

Il canto è uno dei mezzi più efficaci per esprimere l’adorazione comunitaria. I nostri incontri cominciano invariabilmente con il canto, e per ottime ragioni: la musica e il canto ci uniscono immediatamente nella preghiera, sollevando lo spirito e aprendoci all’adorazione di Dio.

Ø    Molti di noi hanno sperimentato momenti negli incontri di preghiera dove il canto era unificato come in un’unica voce e lo Spirito del Signore faceva talmente avvertire la Sua potente presenza da lasciarci senza respiro.

Ø    Possiamo aver sperimentato questo durante un canto, o nel canto in lingue. Ma quando abbiamo adorato il Signore in unità di Spirito e di voce, qualcosa accade, e lo Spirito Santo opera in profondità dentro di noi. 

  Cantare in un solo spirito significa cedere, arrendersi allo Spirito Santo quando cantiamo una canzone.

Ø    Dobbiamo porre l’enfasi sul guardare a Dio mentre cantiamo anziché sul produrre della buona musica.

Ø    Se lo Spirito Santo deve formarci mentre agisce in ogni canzone particolare, dobbiamo esse­re sensibili allo spirito della canzone. Alcune canzoni sono calme e adoranti; altre vive ed eccitanti. Dovremmo cedere allo Spirito di gioia, di pace, di adorazione o di lode appropriato al canto. 

Il canto può essere un divertimento tale che qualche volta può distrarci dalla preghiera. La musica può diventare ostacolo a quanto il Signore sta facendo.

Ø       Spesso il canto è fuori luogo nel periodo di calma riflessione che segue una profezia, un’esortazione, un insegnamento.

Ø       Talvolta tendiamo ad essere inquieti ad ogni momento di pausa dell’incontro di preghiera.

Dovremmo diffidare di questa tendenza, perché i momenti di silenzio spesso vengono dal Signore.  

Cantare in un solo spirito significa anche cantare in uno spirito d’amore verso i fratelli. In Romani 15, 1-2 S. Paolo ci dice:

“Noi  che siamo i forti abbiamo il dovere di sopportare l’infermità dei deboli, senza compiacere noi stessi. Ciascuno di noi cerchi di compiacere il prossimo nel bene, per edificarlo.” 

Questo dovrebbe valere anche per quando cantiamo.

Ø   Molte persone, particolarmente chi ha una bella voce, cantano più forte che possono per ascoltarsi.

Ø   Ma cantare nell’unità significa che le nostre voci dovrebbero essere unite all’unica voce del corpo. La nostra voce dovrebbe fondersi con quella dei fratelli.

Ø   Non dovremmo cercare di ascoltare noi stessi per vedere come cantiamo, ma l’unica voce che il Signore sta formando tra i fratelli. Se canti così forte da poterti ascoltare, probabilmente stai cantando troppo forte. Ricorda che non stiamo cantando per fare piacere a noi stessi.  

D’altra parte cantare nell’unità può significare che alcuni debbano cantare più forte, senza aver paura di cantare perché credono di avere una brutta voce o perché hanno paura di stonare. Per chi ha paura di cantare, amare significa morire alle nostre paure e alzare la voce nel cantare.

Ø  Se ci intoniamo all’unica voce che il Signore sta formando nel gruppo, il Signore aggiungerà ad essa la nostra povera voce.

Ø  Ho conosciuto molte persone che pensavano cosi fino a quando non hanno cominciato a cantare al Signore negli incontri di preghiera. Molte di queste ora non solo cantano, ma cominciano perfino le canzoni. Ne conosco altre che dicono di non poter ancora cantare da altre parti, ma cantano all’incontro di preghiera. Allora succede qualcosa. Il Signore dà loro la capacità di cantare, molto al di là della loro abilità naturale.  

La musica di un gruppo di preghiera o comunità comincia dalla scelta appropriata delle canzoni. Quando ascoltammo per la prima volta alcuni cori tradizionali dei Pentecostali, non potevamo immaginare che li avremmo cantarti anche noi. Ma poi abbiamo scoperto che valido aiuto essi siano.

Ø   La loro semplicità pare specialmente adatta ai periodi di adorazione dell’incontro di preghiera. Ognuno è in grado di avviarli, ognuno li può imparare.

Ø   A questo repertorio di cori, i gruppi  hanno aggiunto altri canti di adorazione, componendo poi dei libretti dei canti che permettono a ciascuno di cantare. Se il libro dei canti deve servire per l’incontro di preghiera, è necessario che includa solo i canti adatti alla lode e all’adorazione.  

Importante è il significato della canzone.

Ø   Ci sono canti bellissimi, che ci innalzano a Dio.

Ø   Altri tuttavia sono deboli e vuoti, da un punto di vista spirituale. I canti triti, privi di vero significato, non sostengono la preghiera della comunità, che si distrarrà e perderà di visti il suo scopo.

Possiamo ringraziare il Signore, perché porta tanta musica bella ed espressiva nel rinnovamento carismatico. Possiamo continuare ad aspettarci che Egli ci fornisca il tipo di musica di cui abbiamo bisogno.  

Cantare nello Spirito 

Cantare nello Spirito è uno dei modi più belli per adorare il Signore. In questo tipo di preghiera ognuno canta al Signore in lingue (o in italiano) e con una melodia libera come lo Spirito ispira. Le molte canzoni si fondono insieme in un’armonia meravigliosa.

Ø   Talvolta il canto nello Spirito può essere dolcissimo e pacifico, ma altre volte forte e potente. Si dovrebbe cominciare a cantare nello Spirito quando avvertiamo che il Signore ci guida a questo, non quando lo vogliamo noi. Poiché questa è parte del l’adorazione dell’incontro, possiamo contare sullo Spirito Santo, che ci guiderà ad iniziare al momento appropriato.  

Quando inizia il canto nello Spirito, ognuno dovrebbe esitare un istante prima di unirsi ad esso. Ognuno dovrebbe guardare al Signore, cedendo il proprio spirito allo Spirito Santo perché lo guidi nel canto. Ogni voce dovrebbe fondersi con le altre. (Accade naturalmente quando ognuno guarda al Signore e ascolta il canto che lo Spirito sta formando.)

Ø   Possiamo cominciare a cantare sottovoce, permettendo allo Spirito di amalgamarci con il canto della comunità. Ma dobbiamo anche far dei passi nella fede quando cantiamo nello Spirito, e se abbiamo il coraggio di sperare che Dio ci aiuterà, possiamo cominciare a cantare aspettandoci che Dio formi la canzone.

Ø   Il canto nello Spirito é un momento importante dell’adorazione espressiva. Ci porta tutti insieme a rispondere attivamente al Signore in un modo che ci unisce. In realtà ciò risulta come il barometro dell’unità di un incontro di preghiera più grande sarà l’unità, più armonioso e unificato risulterà il canto nello Spirito.  

Sia nel silenzio o nel canto, che nella preghiera ad alta voce o in lingue, la cosa più importante da ricordare è che stiamo adorando il Signore. Teniamo la mente e il cuore rivolti verso di Lui. Egli è degno della nostra lode!

“Lodatelo per i suoi prodigi, lodatelo per la sua grandezza! Ogni vivente lodi il Signore!” (Salmo 150).
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